Preciso subito che per la parte a più alto rischio\rendimento di un portafoglio a mio parere vanno utilizzato solo Fondi e/o ETF globali. Il perché mi sembra chiaro: stiano parlando di investimenti su un mercato già rischioso per conto suo, quello azionario. Non è il caso di di aumentarne a dismisura il rischio concentrandolo su pochi segmenti di mercato o su quella particolare azione perché mio cugino ha avuto una dritta ed è sicuro che raddoppierà a breve.
Poi siccome non sono un talebano se uno per la punta estrema della sua piramide – in soldoni: per una parte molto piccola del suo portafoglio – vuole rischiare di più ed esporsi a settori\singoli titoli che ritiene interessanti lo può fare – anzi nel resto del mio blog spunti ne trova a josa – dato che presumo siate tutti adulti e vaccinati… basta che ognuno sia cosciente del maggiore rischio che si va a prendere…
L’eterna diatriba
So di avventurarmi in un campo minato perché come costruire la parte azionaria del proprio portafoglio è da tempo diventa una guerra di religione che vede l’un contro l’altro armati i fautori del gestito contro quelli dell’indicizzato. Lo so che le armate degli ETF in forza del loro basso prezzo dilagano e mi ricordo bene la scommessa che quasi vent’anni fa fece Warren Buffet sfidando gli allora dei dell’Olimpo: gli Hedge Funds. Puntò un 1 milione di dollari ( da dare in beneficenza) su chi in 10 anni avrebbe fatto meglio: gli hedge con tutte le loro sofisticatissime strategie o un semplice ETF sullo S&P500? Va da sé che vinse alla grande l’ETF ma la contraddizione è che proprio Warren Buffet il suo enorme patrimonio lo ha costruito nei decenni con una attenta scelta delle aziende dove investire battendo alla stragrande qualsiasi indice
E allora è davvero sempre vero che gli ETF sono prodotti per tutte le stagioni? DIPENDE: ne avevo già parlato qui: Ridurre i costi si può? NO si DEVE ma adesso è il caso di riaprire il discorso visto il brutto mercato orso che stiamo vivendo da un anno a questa parte.
Sì perché sempre restando al vecchio Warren una delle sue massime preferite è che quando l’acqua è alta tutti sono bravi a nuotare: bisogna aspettare la bassa marea per capire se la gente nuota con o senza il costume da bagno…. E soprattutto ricordo un mio vecchio cliente – che da giovane aveva tirato di boxe a livello dilettantistico – ogni volta che gli proponevo un investimento un pelo più rischioso del solito pronto contro termine a tre mesi mi rispondeva che no, che anche nella finanza come nella boxe l’importante è di non prenderle, perché a far male non sono i pugni dati ma quelli ricevuti.
E allora provo a confrontare le due tipologie di investimento utilizzando da una parte gli ETF normalmente acquistabili online, e dall’altra due gestioni patrimoniali anche queste non legate ad una singola banca ma sottoscrivibili autonomamente online
Una gestione patrimoniale è un mandato che si dà un intermediario di gestire i propri soldi all’interno di determinati profili di rischio. Ogni grossa banca offre questo servizio ai suoi clienti non retail ma ovviamente io non sono in grado di accedere ai dati di questi prodotti e quindi mi limito alle gestioni disponibili su Internet. Circoscrivo anche l’indagine alle linee azionarie, dove si “estremizzano“ le differenze di rendimento.
Preciso che mentre per gli ETF il rendimento è al netto delle commissioni, per le gestioni invece è al lordo delle loro commissioni.
Altra precisazione importante è che il bizantino sistema di tassazione delle rendite finanziarie italiano penalizza le gestioni, perché queste alla fine di ogni anno devono versare la tassa sul capital gain, mentre per gli ETF si paga solo al momento della loro vendita. Siccome la ritenuta fiscale sui titoli non di Stato è del 26% questo crea una distorsione non da poco. Senza contare quello che è successo l’anno scorso quando tutte le gestioni avevano guadagnato e anche bene e quindi a fine anno pagato una tassa non indifferente. Poi il mercato è crollato e adesso tutti sono in perdita ma non è che a fine 2022 lo Stato benevolo ti restituisca la tassa pagata su guadagni che non ci sono più: maturi un “credito di imposta“ che potrà essere compensato con i guadagni – se ci saranno… – dei successivi quattro anni.
Presento brevemente le due società rimandando ai loro siti per gli approfondimenti.
Moneyfarm
MONEYFARM fondata 10 anni fa da un ex promotore di Mediolanum (non per niente in Inghilterra dicono che i migliori ammiragli della regina Elisabetta Prima erano tutti ex pirati…). Ha puntato la sua comunicazione sul “risparmio dei costi” e quindi sul maggior rendimento a medio lungo termine che ne deriva per i clienti. Oltre i soci fondatori in moneyFarm sono entrate le Poste italiane, Allianz e altri investitori istituzionali. Hanno poi stretto un accordo di distribuzione con le Poste, alle quali forniscono le loro linee ovviamente con un altro nome. Sono presenti anche in Inghilterra.
Offrono sette linee di investimento diversificate a seconda del rischio, la più aggressiva la linea 7 grosso modo ha una esposizione azionaria dell’80%. A queste coerentemente con la moda imperante hanno di recente affiancato altre sette line ESG.
I loro portafogli sono costruiti esclusivamente utilizzando ETF. Effettuano dei bilanciamenti periodici per adeguarli alle loro analisi e valutazione dei mercati.
Anche se hanno puntato tanto nella loro pubblicità sui costi, i loro costi non sono poi così bassi. Li trovate nel loro sito ma basti pensare che nella fascia dai 20.000 a 200.000 € caricano lo 0,75% più Iva (oltre ovviamente al TER degli ETF sottostanti)
Euclidea
EUCLIDEA è una società più giovane fondata da alcuni professionisti con grosse carriere nel settore finanziario. Probabilmente anche loro si sono resi conto che il mercato degli investimenti in Italia presenta un buco: la mancanza di un intermediario affidabile non legato ai fornitori di prodotti da collocare e in grado di fornire un servizio di qualità.
Offrono due linee: la Wealth per grossi clienti con servizi personalizzati e la Smart “di massa” per i clienti normali con l’ offerta di linee di investimento a rischio crescente per le quali oltre agli ETF utilizzano anche fondi per investitori istituzionali e quindi a basso costo. La commissione che caricano dello 0,6% più Iva
La loro linea 7 totalmente azionaria
15/01/23 video di Euclidea con il loro posizionamento sul mercato:
Gli ETF per il confronto
Gli ETF che utilizzo per i confronti sono:
WWCE Vanguard FTSE All-World UCITS ETF (USD) Acc. un azionario Globale con TER dello 0,22%
EUNU iShares Core Global Aggregate Bond UCITS ETF USD un obbligazionario globale con TER dello 0,10%
VNGA80 Vanguard LifeStrategy 80% Equity UCITS ETF Acc. Un bilanciato globale 80 az. 20 obbl. Che si auto ribilancia per mantenere invariata la ripartizione. Ha un TER dello 0,25%
31/10/22 i risultati
E ADESSO DIAMO LA PAROLA AI NUMERI e più precisamente alle perdite avute dal 1 Gennaio al 31 Ottobre di questo disgraziato 2022.
Gli ETF ovviamente hanno fatto il loro mestiere di ETF: i mercati sono andati giù e loro sono andati giù alla pari con i rispettivi indici. Ma le gestioni?
Euclidea linea 7 (totalmente azionaria) | – 5,85 |
Moneyfarm linea 7 ( circa 80/20) dato al 24/10 che mi riservo di aggiornare quando disponibile sul loro sito | -14,10 |
WWCE ETF azionario globale | -9,37 |
EUNU ETF obbligazionario globale | -8,74 |
VNGA80 Vanguard Lifestyle 80/20 | -10,02 |
Sui due prodotti totalmente azionari non c’e’ storia: EUCLIDEA batte alla grande l’ETF GLOBALE -5,85 contro -9,37
per fare gli altri confronti dobbiamo creare dei portafogli “sintetici” che simulino la ripartizione 80/20:
80% EUCLIDEA + 20%EUNU = – 6,48%
80% WWCE + 20% EUNU = – 9,24%
Il dato di Moneyfarm e’ al 24/10 (ultimo presente sul loro sito). Lo aggiornerò appena disponibile ma per intanto stimiamo che per il 31/10 visto l’andamento dei mercati di fine ottobre abbia recuperato un 2% e quindi che la sua perdita sia attorno al 12% Anche così (purtroppo) Moneyfarm esce dal confronto massacrata – segno evidente che la strategia che hanno seguito non ha portato “valore aggiunto” rispetto ai mercati… anzi.
Non ne esce bene neanche Vanguard Lifestyle (- 10,02% a fronte di un – 9,24% dell’ETF sintetico) ma qui vi e’ un giustificazione. Vanguard con questo prodotto ha abbracciato una filosofia di risparmio a lungo termine fatto in vista del pensionamento e quindi quando lo ha reso disponibile per il mercato europeo ha deciso di coprire il cambio delle obbligazioni non in Euro per ridurne la volatilità. E questo in un anno dove il dollaro e’ salito a razzo lo ha penalizzato.
31/12/22 I risultati dell’annus horribilis
Con la fine dell’anno aggiorno i conti aggiungendo anche i dati passati per avere una idea dell’andamento. Aggiungo anche un nuovo ETF l‘Xtrackers Portfolio Income UCITS ETF 1C di fatto una gestione racchiusa in un ETF
Anche qui per poter avere dati di confronto piu’ omogenei ho estrapolato dei titoli “sintetici” per avere una uguale esposizione all’80% sull’azionario

31/03/23 Dati del primo trimestre
Trimestre abbastanza equilibrata con il Vanguard Life Strategy80 che fa un poco meglio grazie alla copertura valutaria sulla parte obbligazionaria che lo ha “salvato” dal calo del dollaro.
Decisamente deludente il rendimento del XQUI che a questo punto elimino dalla tabella

TIRIAMO LE SOMME
Prendendo in esame più anni salta subito all’occhio una cosa: che Euclidea nei momenti di mercato difficile (2020 e 2022) si comporta decisamente meglio degli altri prodotti e questo è senz’altro un grosso punto a loro favore, perché torno a ripetere non sono importanti i pugni che si danno, ma quelli che non si prendono..
Può darsi questo sia dovuto al concatenarsi di una serie di eventi non ripetibili oppure ad un semplice colpo di culo – l’ABC della finanza recita che i risultati passati non fanno testo per il futuro – ma ciò non toglie che qui ed ora Euclidea potrebbe essere presa in considerazione per la parte azionaria di un portafoglio – o almeno per una grossa parte della stessa – da parte di chi non può o non vuole fare gestione attiva da se
Per quanto riguarda gli ETF hanno fatto quello che ci si aspettava da loro: seguire gli indici. Con l’eccezione di Vanguard Lifestrategy penalizzato in un anno di forte rialzo del dollaro dalla loro scelta di Hedgiare la parte obbligazionaria all’Euro. Comunque rispetto al 31/10 complice il ridimensionamento del dollaro stesso la forbice si è ristretta.
L’Xtracker che ho aggiunto si dichiara come una “gestione in un ETF” con una esposizione all’azionario massima del 70%: non mi sembra aver particolarmente brillato.

E per tornare ai prodotti indicizzati ricordatevi che Warren Buffet – sempre lui – non è stato per tanti anni l’uomo più ricco del mondo investendo in ETF (lo so che ha novanta anni e che quando ha iniziato ad investire aveva i pantaloncini corti e gli ETF ancora non esistevano…)