Holding a sconto: Tamburi

A volte per trovare holding a sconto non occorre andare tanto lontano: qui in Italia abbiamo Tamburi . Questa società è un esempio di quello che dico sempre: le cose si muovono sulle gambe degli uomini che ci sono dietro in questo caso Giovanni Tamburi che la ha fondata nel 1992 dopo un carriera nel settore finanziario. E negli anni Tamburi è riuscito a mettere insieme una struttura che si muove a più livelli. Quando individua un’azienda dove investire infatti oltre ai soldi della sua società – la Tamburi – è in grado di raccogliere risorse dalle grosse famiglie italiane anche sconosciute al grande pubblico che dispongo di ingenti patrimoni. E questi lo seguono perché negli anni ha fatto fare loro guadagni stratosferici: basti pensare a Monclear. Certo non tutte le ciambelle riescono con il buco: l’avventura di Eataly ad esempio non sta per il momento andando bene.

Questo articolo del Sole24 ore fa il punto della situazione ed evidenzia il forte sconto – 50% – rispetto al patrimonio netto dell’azione in borsa. In tutte le holding uno sconto del 20-25% è fisiologico: questo pessimismo probabilmente è dovuto ad una forte presenza di società non quotate e di startup che il mercato trova difficile valutare. Però i risultati passati di Giovanni Tamburi (che ricordiamo è del 1954 quindi ha ancora davanti diversi anni di attività) dovrebbero far ben sperare per il futuro.

per chi volesse approfondire la strategia futura di Tamburi è da poco uscito un libro che ho preso su Amazon e sto leggendo. Molto interessante.


30/09/23 Sole 24 Ore: Tamburi mette in vendita Alpitour

Ecco il modo di fare Finanza di Tamburi: nel 2017 ha messo in piedi una società veicolo con l’apporto dei grossi patrimoni privati che lo seguono ciecamente nei suoi investimenti (dato tutti i soldi che ha fatto loro guadagnare…) che ha comperato Alpitour allora in crisi dagli Agnelli. Ora ne sta trattando la vendita: date una occhiata alle cifre…


25/09/23 Corriere Economia: articolo sul rilancio di Eataly che Tamburi possiede all’8,60%


19/09/23 Corriere della Sera: Beta Utensili una delle società dove ha investito Tamburi

Dalle pinze alla Formula 1, Beta Utensili compie 100 anni (e rilancia con le acquisizioni)

di Severino Salvemini

Dalle pinze alla Formula 1, Beta Utensili compie 100 anni (e rilancia con le acquisizioni)

«Quando un amico o un conoscente mi chiede che mestiere faccio, dico “Produco chiavi inglesi, cacciaviti, pinze e martelli”», sintetizza Roberto Ciceri, presidente e amministratore delegato di Beta Utensili. Nel concreto questa è solo una battuta, perché il catalogo dell’azienda contempla più di 30 mila articoli e referenze, suddivisi in una trentina di famiglie di prodotti. Quelli più celebri sono appunto gli utensili di elevata qualità ad uso professionale, ma la gamma base si è notevolmente allargata nelle ultime tre decadi grazie anche alle recenti acquisizioni (6 dal 2015; l’ultima è Helvi, nel gennaio 2023, azienda di riferimento nel settore della saldatura per professionisti) che hanno consentito a Beta Utensili di entrare in nuovi settori. Agli utensili si sono aggiunti quindi le attrezzature per elettricisti, i connettori per cavi elettrici, gli abrasivi, le saldatrici. E l’elenco potrebbe ancora ampliarsi nel prossimo futuro perché l’immaginazione circa le possibilità di produzione per i clienti e di sinergia distributiva è infinita, se alla creatività si combinano l’elevata qualità e l’attenzione al servizio ad un cliente molto ben conosciuto. Oltretutto i prodotti Beta sono apprezzati anche da quei bricoleurs per cui l’hobby è molto di più di un semplice passatempo. Tutto ciò rende l’impresa la leader italiana ed europea nel comparto specifico con 225 milioni circa di fatturato nel 2022, dieci stabilimenti in Italia e 12 filiali all’estero, che raggiungono più di cento paesi coprendo i principali mercati europei, americani e asiatici.

I passaggi cruciali per la crescita

La scelta strategica delle acquisizioni negli ultimi dieci anni si spiega con la ratio di allargare continuamente la gamma dei prodotti per gli utilizzatori professionali. Ampliamento del raggio d’azione che avrebbe potuto essere svolto anche con un più lento progresso di crescita interna, ma che invece è stato sviluppato con aziende specializzate che operavano sul mercato con un know how riconosciuto e apprezzato e con un livello di prestazioni coerente con quello dei prodotti originari di Beta. Il processo di sviluppo è stato in gran parte consentito da una nuova governance aziendale, avvenuta all’inizio del 2016 quando Roberto Ciceri, studi di ingegneria gestionale alla Columbia University, ha effettuato una operazione di buyout nei confronti degli altri parenti della famiglia e ha acquisito il controllo della società insieme alla banca d’affari Tip di Giovanni Tamburi. Anche in questa azienda, la fondazione e la storia hanno segnato i principali snodi della crescita. Una storia lungo un secolo, perché Beta Utensili nasce a Erba nel 1923 da parte di Alessandro Ciceri, bisnonno di Roberto, allora operaio specializzato nella costruzione per stampi di forgiatura a caldo di pezzi di precisione.

Dal Dopoguerra al nuovo millennio

Il fondatore avvia il primo percorso aziendale per conto terzi rivolgendosi a molti settori e puntando sulla personalizzazione e sulla qualità dell’offerta. Arriva la Seconda Guerra Mondiale e la tecnologia di stampaggio a caldo fa gola a molte imprese dell’ambiente bellico, creando problemi di instabilità sui mercati. I figli di Alessandro decidono di dribblare le difficoltà imboccando la strada della specializzazione nell’unico settore della utensileria professionale e abbandonando la clientela per conto terzi. Nasce il marchio Beta, che poi verrà valorizzato negli anni Settanta e Ottanta dalla terza generazione di imprenditori, aprendo l’azienda all’esportazione sui mercati internazionali. All’inizio degli anni Novanta entra nell’impresa Roberto, quarta generazione insieme al fratello e al cugino, che, come si diceva, prende poi da solo il testimone nel 2016. Durante gli anni Settanta Beta acquisisce una vasta notorietà con la creazione del Carrello Tank, carrello portautensili progenitore dei prodotti per l’ambiente di lavoro che si realizzeranno negli anni più recenti. Caratteristica del carrello il colore arancione, pantone che l’azienda comincia ad usare per tutti i prodotti e che da allora contraddistingue tutta l’offerta di Beta Utensili. 

Nel motorsport

A partire dal 2000 vengono aggiunti al catalogo nuovi prodotti non direttamente legati all’utensileria, come le calzature di sicurezza e alcuni prodotti di abbigliamento di lavoro. Da oltre cinquanta anni il gruppo ha instaurato un rapporto di sponsorizzazione molto stretto con il mondo agonistico dei motori (motociclistico e automobilistico), con lo scopo di creare una forte immagine di marca. Non è raro vedere il logo arancione della società sulle auto di Formula 1 e sulle moto del Moto GP. «All’inizio — dice ancora Ciceri — abbiamo interpretato l’investimento come pura occasione di comunicazione, ma nel tempo abbiamo capito che erano esperienze che ci facevano crescere sul piano dell’innovazione. E così abbiamo intensificato la partnership con lo sport, che è un modo per dare un contributo all’ambiente esterno, ma è anche un’occasione di sviluppo della nostra specifica qualità». Per il futuro, conclude Ciceri «lo sviluppo del gruppo proseguirà nella direzione di un continuo aumento della gamma di attrezzature offerte all’utilizzatore professionista, laddove l’esperienza maturata ad oggi rappresenti un certo valore aggiunto su nuove famiglie di prodotto, garantendo alla distribuzione di settore un partner affidabile e un brand ormai riconosciuto a livello mondiale».


08/08/23 Sole 24 Ore: IDB


13/07/23 Sole 24 Ore: ancora IDB


15/05/23 Corriere Economia: Ital Design Brands


10/05/23 Sole 24 Ore: parte il collocamento di Italia Design Brands


03/05/23 corriere: Tamburi quota Italian Design

la zampata del vecchio leone…


18/03/23 Sole 24 Ore: resoconto dell’assemblea


16/03/23 Sole 24 Ore: bilancio 2022

23/01/23 Sole 24 Ore: lettera al risparmiatore



One thought on “Holding a sconto: Tamburi

  1. Bene l’investimento di Tamburi in Alpitour.Nell’articolo ultimo mettono che possiede il 59% mentre in un articolo che ho visto del 2018 mettevano che erano saliti al 70% valutando Alpitour 470 milioni.Vendendo a 1,4 milioni si farebbe una plusvalenza del 200% in 5 anni.Grazie Gianni ho scoperto per merito tuo questo titolo

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