03/11/22 La lunga marcia verso i satelliti

Da baby boomer – nato nei primi anni 50 – ho vissuto tutta l’epopea del telefono. Dal posto telefonico pubblico nel bar del paese dove una interurbana era un evento straordinario e il barista ti veniva a chiamare a casa preannunciandoti la chiamata per l’ora X, alla cabina telefonica a gettoni nella piazza del paese, alla conquista del telefono a casa -primo della mia strada – di plastica grigio chiaro con il combinatore a ruota. Solo nei libri di fantascienza – la famosa collana Urania della Mondadori – qualche autore immaginava un telefono da tenere in tasca e capace anche di videochiamare.

Ma quello che sembrava incredibile adesso è in tutte le tasche e alla portata di tutte le tasche. E oltre ad essere usato per cose futili – fare le foto dei gattini e dei piatti al ristorante da mettere in Facebook, chattare e scambiarsi foto su whatsapp – è diventato fondamentale per le emergenze. Ve lo ricordate Furio nel film Bianco Rosso e Verdone che fora in autostrada e cammina fino alla colonnina Sos di emergenza più’ vicina per chiamare il soccorso stradale? Ci sono ancora queste colonnine ma ovviamente non le usa più nessuno: in caso di incidente una chiamata al 118 con il telefonino e arriva subito il soccorso. E anche qui ne sono passati di anni dalla autoambulanza\pulmino 850: nei casi più gravi arriva addirittura l’elicottero con fior di attrezzature e sanitari.
Se c’e’ campo pero’… perché nonostante l’enorme diffusione della rete wireless ci sono ancora dei posti – soprattutto in montagna ma non solo – che non sono coperti. E allora succede come ad una coppia che due anni fa con alcuni amici era andata a camminare sul Monte Cesen: un gruppo delle prealpi a dieci km da casa mia che si affaccia sulla pianura trevigiana. Ad un certo punto il gruppo si era diviso e la coppia aveva preso un sentiero che attraversava i pascoli di alcune malghe. Il marito crolla a terra per un infarto: il telefonino non prende e la moglie – immaginatevi in che condizioni emotive – ha dovuto correre avanti fino quasi al rifugio per trovare finalmente campo e chiamare i soccorsi. L’elicottero è decollato subito, ma il ritardo e’ stato fatale: il marito non ce la ha fatta. Forse non si sarebbe salvato neanche con un intervento piu’ tempestivo, però…
Io che sono un radioamatore quando vado in montagna mi porto sempre il mio palmare in 144/430: le sezioni Ari gestiscono tutta una serie di ponti ripetitori su queste frequenze quindi in qualsiasi posto mi trovi ho la quasi certezza di poter agganciare un ponte e trovare qualche radioamatore in ascolto dall’altra parte.
A dir la verità un “cinesino”- un palmare di fabbricazione cinese- ormai costa pochi spiccioli Vedi QUI su Amazon e consiglio vivamente chi fa spesso escursioni in montagna di comperarselo. E vero che l’uso per chi non ha la licenza di radioamatore è proibito e soggetto a sanzione ma chi se ne frega visto che si tratta di salvare la pelle. Più che altro uno deve perdere un poco di tempo per capire come funziona il tutto. Chiusa parentesi.
E qui entrano in ballo i satelliti: per capire però le loro implicazioni devo per forza chiarire un paio di concetti.
I primi satelliti per telecomunicazioni risalgono agli anni sessanta. Erano “geostazionari” cioè posti nel cielo a 36.000 km di altezza. La velocità angolare della loro orbita è pari a quella della rotazione terrestre quindi visti da terra sembrano immobili in un punto del cielo. Data la loro grande distanza hanno bisogno di grandi antenne puntate verso di loro – ricordate le dimensioni delle prime parabole per ricevere le televisioni via satellite? – anche se con il progresso della tecnologia si sono via via rimpicciolite. Ugualmente per fare arrivare un segnale da terra serve una certa potenza ed una antenna direttiva e per questo nei primi tempi erano alla portata solo dei militari e delle grosse organizzazioni.
Negli anni 90 del secolo scorso si è cominciato a pensare ad una rete di satelliti a bassa orbita: girano ad altezze – relativamente – basse dai 300 ai 1000 km e fanno il giro della terra ogni 90 minuti. Questo comporta che un telefono da terra “vede” il satellite – cioè può collegarlo – solo per pochi minuti ma siccome ogni rete ha tanti satelliti in volo un sofisticato sistema di gestione passa la telefonata da un satellite all’altro man mano che diventano visibili. I primi telefoni satellitari erano ingombranti e pesanti poi si sono via via affinati. Dato che il boom dei telefonini normali li ha confinati ad un mercato di nicchia il costo del servizio è alto non alla portata dei privati. Sia Garmint che Globalstar hanno dei prodotti specifici per gli escursionisti: oltre ad una limitata possibilità di messaggistica c’è un bottone di allarme che manda al satellite un Sos con le coordinate GPS: il satellite lo rimbalza ai servizi di emergenza del paese interessato attivando i soccorsi. Il dispositivo in se non costa tanto ma l’abbonamento annuale parecchio e quindi anche questo fuori della portata del normale escursionista.
Ma finalmente l’evoluzione tecnologica ha reso possibile il grande matrimonio: telefonino & satellite. Al solito a prendere l’iniziativa è stata Apple che ha aggiunto l’operatività satellitare all’ultima versione dell’ iPhone, la 14, appoggiandosi a Globalstar. Il servizio sta per partire negli Usa e in Canada per poi estendersi in tutto il mondo.
Di seguito caricherò mano a mano gli articoli che usciranno sul settore anche per coglierne le possibilità di investimento
24/05/23 Il Foglio: E se la guerra si sposta nello Spazio?
Tokyo, dalla nostra inviata. L’inizio dell’invasione su larga scala dell’ucraina da parte della Russia, il 24 febbraio scorso, ha cambiato radicalmente l’approccio della politica globale alle infrastrutture strategiche spaziali. C’è una nuova consapevolezza: in orbita esistono tecnologie fondamentali per la vita sulla terra, per le comunicazioni e per il corretto funzionamento dei sistemi di difesa, che potrebbero essere colpite da attori sempre più aggressivi e dotati delle capacità tecniche di metterle fuori uso. Nel comunicato congiunto finale dell’ultimo G7 di Hiroshima, che si è tenuto lo scorso fine settimana, per la prima volta è stato inserito un paragrafo sul tema, voluto dal paese presidente di turno, il Giappone. Vi si legge non soltanto della necessità di rinnovare l’attenzione ai detriti spaziali, che sono sempre più un pericolo per le attività in orbita, ma c’è un passaggio rilevante anche sulle attività ritenute aggressive: i paesi membri del G7 si impegnano “a non condurre test distruttivi di missili anti satellite a gittata diretta e incoraggiamo gli altri a fare altrettanto, al fine di garantire la sicurezza, la stabilità e la sostenibilità dello spazio esterno”. E’ dal 2007 che la Repubblica popolare cinese testa missili anti satellite e oggi, secondo il Pentagono, Pechino ha la capacità di mettere a rischio la tecnologia americana in orbita. Secondo un recente studio di Army Technology, nel sito di test di Korla East, nella regione cinese dello Xinjiang si sperimenta il funzionamento di armi anti satellite laser (Asat) per attaccare i satelliti occidentali. Da più di un decennio il programma spaziale cinese, pressoché sovrapposto a quello della Difesa, è legato al programma della Russia, che un anno fa ha testato un missile anti satellite con successo, colpendo un suo obiettivo e creando migliaia di detriti orbitali molto pericolosi per gli altri satelliti ma anche per la Stazione spaziale internazionale. La Cina e la Russia hanno una strategia precisa: in caso di crisi, devono poter contare sulla messa fuori uso delle infrastrutture altrui e contare sulla propria. E’ anche per questo che Pechino sta accelerando lo sviluppo, con tanto di basi di lancio, di una rete internet satellitare in grado di competere con la Starlink di Elon Musk. Secondo diverse analisi sviluppate su un eventuale attacco cinese contro Taiwan, Pechino potrebbe facilmente mettere fuori uso il sistema Gps americano, rendendo difficile l’intervento statunitense a difesa dell’isola. La centralità delle questioni spaziali è dimostrata anche dal fatto che l’attuale ministro della Difesa cinese, Li Shangfu, colpito da sanzioni americane che oggi l’amministrazione Biden vorrebbe sollevare come gesto di buona volontà, viene da una carriera nel lancio dei satelliti.
Il 10 marzo scorso l’unione europea ha pubblicato la sua prima strategia per la sicurezza e la difesa dello spazio, che chiede agli stati membri di rafforzare l’autonomia e la “sovranità tecnologica”, e considera la possibilità di proporre “una legge spaziale dell’ue per fornire un quadro comune per la sicurezza e la sostenibilità nello spazio”. Il mese prossimo, sarà il Giappone a pubblicare la sua strategia: le questioni spaziali non sono più una questione economica, ma di sicurezza e difesa. Il governo di Tokyo ha messo a punto un piano che preveda una presenza più assertiva dell’aspetto militare nella Jaxa, l’agenzia spaziale nipponica e, per esempio, prevede che in caso di crisi il governo possa di fatto requisire e utilizzare tecnologie e infrastrutture commerciali e di proprietà di compagnie private. In questo senso, il G7 e le altre alleanze come il Quad lavorano a una cooperazione più attiva tra paesi partner, per esempio nel tracciamento dei detriti e – soprattutto – delle manovre dei satelliti di paesi sotto costante osservazione, cioè Russia e Cina.
Ma un eventuale conflitto spaziale resta un territorio inesplorato. Se un satellite di un paese straniero, ci spiega una fonte che ha lavorato al dossier nipponico, dovesse avvicinarsi pericolosamente a un nostro satellite, dovremmo cercare prima di tutto di capire quali sarebbero le sue intenzioni, e se ci fosse effettivamente un attacco, sarebbe coperto dal trattato di sicurezza con l’america? E’ la domanda che si pongono in molti, ultimamente, anche in Europa: nel giugno del 2021, al Summit di Bruxelles, la Nato ha dichiarato che “gli attacchi verso, da o all’interno dello spazio rappresentano una chiara sfida alla sicurezza dell’alleanza. Tali attacchi potrebbero portare all’invocazione dell’articolo 5”, ma vanno valutati caso per caso, si legge nelle dichiarazioni finali.
12/05/23 Barron’s: Lo spazio potrebbe essere un business da trilioni di dollari. Ecco le azioni per giocarci.
Rocket Lab, Planet Labs e altre aziende sono scommesse ad alto rischio per portare gli affari all’ultima frontiera.
Di Al Root e Adam ClarkFollow
La Starship di SpaceX non è l’unica esplosione legata allo spazio di recente. Anche le azioni spaziali sono crollate, e mentre la maggior parte non tornerà mai più, un paio potrebbe valere la pena di acquistarle.
Non è stato molto tempo fa quando lo spazio era la prossima grande cosa nel mercato azionario. Due anni fa, le società di acquisizione per scopi speciali, o SPAC, erano di gran moda e le scorte spaziali usavano i veicoli per rendere pubblici. Aziende tra cui Astra Space (ticker: ASTR), che fornisce servizi di lancio; la società di osservazione della Terra Spire Global (SPIR); e Momentus (MNTS), la FedEx dello spazio, sono tutti resi pubblici con molta fanfara e ora scambiano per meno di un dollaro. Tutto sommato, il Procure Space exchange-traded fund (UFO), che è tra le sue maggiori partecipazioni Iridium Communications (IRDM) e Viasat VSAT (VSAT) – due aziende che hanno preceduto il boom SPAC – è sceso del 36% negli ultimi due anni, molto peggio della Il calo dell’1%.
Lo spazio potrebbe ancora essere sulla buona strada per essere un grande business, anche se le azioni sono fallite. Il CEO di ProcureAM Andrew Chanin sottolinea che la stima più alta per l’economia “cislunare”, cioè tutta l’attività tra la terra e la luna, è di 10 trilioni di dollari entro il 2050. La crescente frequenza dei lanci di razzi, insieme alla riduzione delle dimensioni e del costo dei satelliti stessi, stanno creando prime opportunità nello spazio in tutto, dalle applicazioni di comunicazione, all’osservazione della Terra, ai servizi satellitari e alla costruzione. Più tardi, le installazioni lunari permanenti e le stazioni spaziali commerciali forniranno ancora più opportunità di crescita.
La catena del valore spaziale inizia con i lanci. Nel 2022, ci sono stati 186 lanci di razzi di successo, 41 in più rispetto al 2021, secondo Deloitte. E sempre più aziende stanno entrando in azione. SpaceX ha lanciato 61, più di un terzo del totale, pari al numero di lanci cinesi e più di ogni altro paese messo insieme. Rocket Lab (RKLB) lanciato nove volte nel 2022. United Launch Alliance, la joint venture 50/50 tra Lockheed Martin (LMT) e Boeing (BA), ha avuto otto lanci. Le aziende possono fare da 20 milioni di dollari un lancio per l’invio di satelliti in orbita terrestre bassa a 300 milioni di dollari un lancio per portare gli astronauti alla Stazione Spaziale Internazionale.

Mentre i lanci ricevono la massima attenzione – chi non si entusiasma alla vista di un razzo che lascia il lanciatore? – i satelliti sono dove sono i soldi in questo momento. Guarda il cielo in una data notte e non dovrebbero passare più di 15 minuti in media prima che una striscia attraversi il tuo campo visivo. Ora ci sono circa 7.800 satelliti funzionali nello spazio, un numero che è in continua crescita. Secondo la Space Foundation, un’organizzazione senza scopo di lucro, gli operatori hanno schierato 2.354 veicoli spaziali nel 2022, un aumento annuo del 36%.
La maggior parte di queste flotte sono costiunte da piccoli satelliti commerciali che possono costare fino a 100.000 dollari ciascuno. Mentre hanno una durata di vita più breve rispetto ai tradizionali satelliti geostazionari, il loro costo relativamente basso li rende anche più facili da aggiornare. È una dinamica vista in prima persona da Jay Monroe, che è stato coinvolto nel business spaziale da quando ha guidato un salvataggio del fornitore di comunicazioni satellitari Globalstar (GSAT) dalla bancarotta nel 2004 e ora è il suo presidente esecutivo. L’azienda sta pianificando il lancio di 17 satelliti entro la fine del 2025 per ricostituire la sua flotta. Monroe stima che costerà 500 milioni di dollari in totale, con un certo supporto proveniente da Apple (AAPL), in cambio della riserva di capacità per la messaggistica di emergenza su iPhone di nuova generazione.
“Se guardi indietro alla prima costellazione di Globalstar, che ha iniziato a essere lanciata nel 1998… quelle sarebbero costate un multiplo di quello che stiamo spendendo oggi per fare la stessa funzione tecnica”, dice Monroe.
Tutti quei satelliti stanno sbloccando altre opportunità. SpaceX e Globalstar non sono le uniche aziende che cercano di collegare i cellulari ai satelliti: altri progetti sono in corso da Iridium e AST SpaceMobile (ASTS). La banda larga satellitare è destinata a rappresentare il 50% della crescita prevista dell’economia spaziale globale entro il 2040, secondo gli analisti di Morgan Stanley.
“Questa è un’opportunità di mercato da trilioni di dollari”, afferma Mark Boggett, CEO di Seraphim Space, una società di venture capital focalizzata sullo spazio con un portafoglio di 105 investimenti, tra cui AST SpaceMobile. “Questo ha il potenziale per capovolgerà una delle industrie più importanti”.
Quei satelliti offrono anche la possibilità di monitorare ciò che sta accadendo sulla terra. L’invasione russa dell’Ucraina è solo l’ultimo evento da tracciare nei minimi dettagli dallo spazio. Gli strumenti di intelligenza artificiale potrebbero sbloccare nuovi usi per i dati generati da satelliti in aree come il monitoraggio del cambiamento climatico, la pianificazione della catena di approvvigionamento e la pianificazione militare. Il mercato dei dati e dei servizi delle società di osservazione della terra è destinato a raggiungere i 7,9 miliardi di dollari entro il 2031 da 4,6 miliardi di dollari nel 2021, secondo la società di ricerca Euroconsult.
Le grandi imprese non garantiscono buone azioni. Quando Barron ha messo spazio sulla sua copertina nel 2021, l’eccitazione era palpabile in parte perché un boom nella raccolta di capitali da parte delle SPAC stava fornendo denaro a uno stuolo di start-up spaziali, tra cui Rocket Lab, BlackSky Technology (BKSY) e altri. La capitalizzazione di mercato combinata delle nuove società pubbliche era di circa 25 miliardi di dollari, mentre SpaceX valeva circa 75 miliardi di dollari, dando loro un valore combinato di 100 miliardi di dollari. Lo stesso gruppo di space-stocks-plus-SpaceX ora vale circa 145 miliardi di dollari, in aumento del 45%. Solo ora, SpaceX vale circa 140 miliardi di dollari e il resto ha perso il 90% del loro valore dai loro massimi record.
Oggi, la maggior parte delle start-up spaziali sembra troppo rischiosa per gli investitori. Prima delle loro fusioni, le società spaziali che hanno fatto IPO tramite SPAC si aspettavano di generare vendite di circa 3,2 miliardi di dollari nel 2023. Quel numero sarà più vicino a 1 miliardo di dollari, sulla base delle attuali proiezioni di Wall Street. Start-up come Momentus, Astra e Spire sono ora scambiate sotto 1 dollaro, mettendole a rischio di essere de-listed dalla borsa Nasdaq.
Gli ultimi due anni sono stati difficili per le azioni spaziali pure-play.
Azienda / Ticker | Prezzo recente | Restituzione di 2 anni | Commento |
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SPAC | |||
AST SpaceMobile / ASTS | 5,13 dollari | -33.1% | Costruire una rete a banda larga cellulare basata sullo spazio |
Astra Space / ASTR | 0.38 | -96.2 | Mira a creare un sistema di lancio orbitale mobile producibile in massa |
Tecnologia BlackSky / BKSY | 1.24 | -87,5 | BlackSky fornisce intelligenza geospaziale in tempo reale |
Momentus / MNTS | 0.42 | -96.0 | Progettazione di servizi logistici nello spazio |
Planet Labs / PL | 4.06 | -58,6 | Azienda di immagini satellitari che aggiorna quotidianamente le sue foto della terra |
Rocket Lab USA / RKLB | 4.10 | -58,6 | Con la tecnologia satellitare e di lancio, Rocket Lab è un mini-SpaceX |
Spire Global / SPIR | 0,71 | -92,8 | Spire immagina la terra con più di 100 satelliti |
Virgin Galactic Holdings / SPCE | 4.06 | -77,6 | Il mercato del turismo spaziale è stato lento a svilupparsi |
Azioni spaziali legacy | |||
Globalstar / GSAT | 1,02 dollari | -7,3% | Ha un accordo con Apple per fornire un servizio satellitare per gli iPhone |
Iridium Communications / IRDM | 62,51 | 69,8 | Il fornitore di servizi voce e dati satellitari dovrebbe quadruplicare i guadagni nel 2023 |
Viasat / VSAT | 36,10 | -25,3 | Offre un servizio internet ad alta velocità ai clienti, molti dei quali vivono in località remote |
La vecchia guardia | |||
Boeing / BA | 201,84 dollari | -11,8% | Boeing costruisce la fase centrale dell’SLS della NASA |
Lockheed Martin / LMT | 450,69 | 22,7 | Otto pianeti sono stati visitati dalla navicella spaziale Lockheed |
Fonte: dati Bloomberg
Ma anche le aziende che ci sono state per un po’ devono affrontare i costi elevati e la durata di vita limitata di ciò che producono, rendendola un’area difficile in cui investire. Per ogni vincitore come Iridium, che ha guadagnato il 69% negli ultimi due anni, c’è un’azienda come Viasat, che è scesa del 25%. Sono anche i tipi di imprese che potrebbero fare meglio senza il controllo dei mercati pubblici: una ragione, forse, per cui Maxar Technologies, che ha fornito immagini dell’Ucraina all’inizio della guerra, è stata acquisita all’inizio di questo mese da un gruppo guidato dalla società di private equity Advent International per 53 dollari per azione, che valuta l’intera azienda a 6,4 miliardi di dollari, 50 volte gli utili stimati per il 2024
Ci sono due start-up di spicco del lotto iniziale di SPAC 2021. Rocket Lab, le cui azioni sono scese del 59% a un recente 4,10 dollari negli ultimi due anni, fornisce entrambi i servizi di lancio e produce i propri satelliti, dandogli più modi per vincere. “Quando guardi tutti i satelliti lanciati nel prossimo decennio o giù di lì, c’è un reale bisogno di una… macchina per la costruzione di costellazioni”, afferma il CEO di Rocket Lab Peter Beck.
In altre parole, trovare gli investimenti giusti non è semplice come comprare un paniere di azioni e aspettare che i prezzi aumentino. “lo spazio è duro e ad alta intensità di capitale”, scrive l’analista di Citigroup Jason Gursky. “La scienza della progettazione di veicoli spaziali sopravvissuti non è facile. I ritardi sono frequenti. I lanci esplodono.”
Questo sta mostrando nei numeri di Rocket Lab. L’azienda dovrebbe generare circa 290 milioni di dollari nelle vendite del 2023, circa l’8% meglio delle previsioni dell’azienda quando è diventata pubblica nel 2021, rendendola una delle poche SPAC a offrire obiettivi di entrate realistici. L’analista di BofA Securities Ron Epstein prevede 320 milioni di dollari nelle vendite del 2023. Valuta le azioni Buy e ha un obiettivo di prezzo di 13 dollari, in aumento di circa il 217% rispetto ai livelli recenti. Potrebbe essere aggressivo, ma anche un aumento dell’obiettivo medio di prezzo degli analisti di 8 dollari per azione implicherebbe un guadagno di quasi il 100%. Le azioni vengono scambiate a sei volte le vendite a termine a 12 mesi di 336 milioni di dollari, una valutazione ragionevole per una società che ha la possibilità di diventare redditizia.
Anche la società di imaging terrestre Planet Labs (PL) sembra interessante. Ha più di 200 satelliti che orbitano intorno al globo ogni 90 minuti – satelliti che sono in grado di scattare foto a risoluzioni più elevate e raccogliere dati in spettri che vanno oltre la percezione visiva umana – e sta pianificando due nuove flotte. Si prevede che genererà circa 252 milioni di dollari nelle vendite del 2023, circa il 13% al di sotto dei 289 milioni di dollari previsti nel 2021, ma ancora meglio della start-up spaziale media del 2021, che ha mancato le proiezioni del 2023 di circa il 63%. Planet Labs è anche sulla buona strada per generare utili positivi prima di interessi, tasse, ammortamenti e ammortamenti, o Ebitda, entro l’anno solare 2024 e flusso di cassa libero positivo entro il 2025. Ha anche concluso il 2022 con più di 400 milioni di dollari nei suoi libri, sufficienti per operare per quattro o cinque anni al suo attuale tasso di esaurimento dei contanti.
Gursky di Citi ama il titolo per la sua crescita delle entrate, che si aspetta di accumulare del 29% fino al 2026, e il suo potenziale di profitto negli anni a venire, anche se si preoccupa della spesa che deve fare per lanciare più satelliti. “Detto questo, c’è ancora abbastanza rialzo per il nostro obiettivo di prezzo per giustificare un rating Buy”, scrive Gursky, il cui obiettivo di 6 dollari è aumentato del 48% rispetto a una recente chiusura di 4,6 dollari.
Ricorda solo che lo spazio è un business rischioso. Le esplosioni arrivano con il territorio.
11/05/23 Barron’s: Come un’IPO SpaceX potrebbe porre fine alla scomoda danza Tesla-Twitter di Musk
Di Al RootFollow
Un’IPO Starlink potrebbe raccogliere miliardi di dollari e significare meno vendite di azioni Tesla negli anni a venire.
SpaceX è la compagnia spaziale più preziosa del mondo e potrebbe offrire a Elon Musk la chiave per sbloccare il suo impero.
È difficile provare pietà per la seconda persona più ricca del mondo. Si stima che Musk valga circa 180 miliardi di dollari, il valore combinato delle sue partecipazioni in Tesla (ticker: TSLA), SpaceX, Neuralink, Boring Co. e Twitter, tra gli altri investimenti. Il problema, però, è che tutti tranne Tesla sono privati, e quindi illiquidi. Quando Musk ha bisogno di soldi, la sua unica opzione è vendere azioni Tesla. Questo è stato il caso da aprile a dicembre 2022, quando Musk è stato costretto a vendere circa 23 miliardi di dollari in azioni Tesla per mantenere a galla Twitter, uno dei motivi per cui il titolo è crollato di oltre il 50% durante quel periodo. Ciò di cui Musk ha davvero bisogno è un’altra società quotata in borsa che gli permetta di sbloccare parte della sua ricchezza e togliere la pressione da Tesla.
Ed è qui che entra in gioco SpaceX. Chiamare l’azienda di grande successo sarebbe un eufemismo. SpaceX ha inviato astronauti alla Stazione Spaziale Internazionale e circonda la Terra con i suoi satelliti Starlink, e ha persino fatto rivivere il programma spaziale moribondo degli Stati Uniti e lo ha riportato al dominio del lancio globale. Anche le sue attività stanno iniziando a fare soldi. Ogni lancio potrebbe portare da 150 milioni di dollari a 300 milioni di dollari di vendite, e Starlink aveva un milione di abbonati alla fine del 2022. Un’offerta pubblica iniziale non è fuori questione, e potrebbe essere proprio ciò di cui gli azionisti di Musk e Tesla hanno bisogno.
“Sono confuso [sul] sul perché il consiglio di amministrazione abbia permesso a Elon di far crollare il prezzo delle azioni di Tesla”, afferma Leo Koguan, il terzo più grande investitore individuale di Tesla dietro Musk e Larry Ellison. “Perché non vendere azioni di SpaceX?”
Perché no, anzi. Non lasciarti ingannare dalla recente esplosione dell’astronave di SpaceX: SpaceX è anni luce avanti rispetto alla concorrenza. In questo momento, l’attenzione si concentra sul suo sistema di lancio Starship, il più grande mai costruito, con più del doppio della capacità di carico utile dello Space Launch System della National Aeronautics and Space Administration, o SLS, che fa parte del programma Artemis per riportare gli astronauti statunitensi sulla luna. Starship è il primo sistema progettato per essere completamente riutilizzabile, andando oltre l’attuale sistema SpaceX, dove solo lo stadio inferiore viene riutilizzato. Il successo significherebbe carichi utili maggiori e costi inferiori, rendendo Starlink e altre aziende basate sullo spazio più competitive.
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“Riteniamo che un lancio orbitale di successo del veicolo Starship di SpaceX potrebbe essere l’evento più importante nella formazione dell’economia spaziale dal lancio di Sputnik nel 1957”, osserva l’analista del Credit Suisse Scott Deuschle, aggiungendo che una combinazione di dimensioni, riusabilità e facilità di produzione potrebbe ridurre il costo di raggiungere un’orbita terrestre bassa di un fattore 30.
Il primo test integrato con entrambe le metà dell’astronave senza equipaggio si è concluso con un evento di “smontaggio rapido e non programmato”, il lingo SpaceX per quando qualcosa esplode. Ma il fallimento non è una brutta cosa. SpaceX ha lanciato più di 220 razzi nei suoi 21 anni di storia e ne ha fatti saltare in aria molti prima che la tecnologia per riutilizzare i razzi fosse padroneggiata. La strategia di riusabilità e sviluppo è molto diversa dalla strategia utilizzata da United Launch Alliance, di proprietà congiunta di Boeing (BA) e Lockheed Martin (LMT), che mira alla perfezione, aggiungendo costi e rallentando lo sviluppo. L’industria spaziale tradizionale non riutilizza ancora i razzi e la United Launch Alliance serve ancora principalmente il governo degli Stati Uniti.
La strategia di corteggiare attivamente il fallimento ha funzionato per SpaceX. Nel corso della sua vita, SpaceX ha speso qualcosa nell’intervallo di 10 miliardi di dollari e ha una costellazione di circa 4.000 satelliti, veicoli spaziali riutilizzabili, razzi riutilizzabili e il proprio complesso di lancio a Boca Chica, in Texas, da mostrare. La NASA, d’altra parte, ha speso più di 20 miliardi di dollari e 11 anni per sviluppare SLS, che è iniziato nel periodo in cui il famicamente costoso Space Shuttle è stato messo a morto. SLS è più potente del razzo che ha portato i primi astronauti sulla luna, ma ha avuto un solo lancio da quando ha iniziato lo sviluppo nel 2011. SpaceX ha lanciato 61 razzi nel 2022.
“SpaceX ha dimostrato che fallire e riprovare era molto più economico ed efficace dello sviluppo spaziale tradizionale”, afferma Hélène Huby, cofondatrice di Exploration Co., che sta lavorando su veicoli spaziali riutilizzabili.

I nuovi arrivati hanno difficoltà a tenere il passo. Virgin Orbit Holdings (VORBQ) di Richard Branson, una società di lancio satellitare, ha presentato istanza di fallimento in aprile e le azioni di Virgin Galactic Holdings (SPCE), la sua compagnia di viaggi spaziali, è crollata del 92% dal picco nel febbraio 2021. Società come Momentus (MNTS), Astra Space (ASTR) e Spire Global (SPIR), che sono state rese pubbliche tramite società di acquisizione per scopi speciali nel 2021, sono tutte scambiate per meno di 1 dollaro per azione. Anche Amazon.com Il fondatore di (AMZN) Jeff Bezos’ Blue Origin, fondato nel 2000 con il motto gradatim ferociter – latino per “passo dopo passo, ferocemente”, non ha condotto un volo orbitale. Blue Origin è stato anche in ritardo nel consegnare i motori alla United Launch Alliance, e il razzo Vulcano su cui saranno utilizzati deve ancora fare un volo orbitale. L’azienda non agisce con lo stesso senso di urgenza di SpaceX, dicono a Barron’s più professionisti del settore.
Blue Origin sottolinea di aver condotto 23 lanci del suo veicolo completamente riutilizzabile New Shepard che ha trasportato più di 100 carichi utili e 31 persone nello spazio. E mentre potrebbe essere in ritardo rispetto a SpaceX, c’è spazio per più di un giocatore, dice Micah Walter-Range, co-fondatore della società di consulenza spaziale Caelus Partners. “Ai governi piace evitare i monopoli”, dice.
Non si tratta solo di lanci. Starlink, il business Wi-Fi spaziale di SpaceX, ha migliaia di satelliti in orbita attorno alla Terra, fornendo un servizio Internet ad alta velocità per circa 110 dollari al mese. La scala e la crescita di Starlink hanno il business al passo per generare vendite di circa 1,8 miliardi di dollari nel 2023, il doppio di quello del 2022. E di tutte le aziende private di Musk, Starlink è quella che sembra più pronta a stare in piedi da sola. Anche Musk ha riconosciuto così tanto nel 2021, quando ha detto che potrebbe prendere in pubblico Starlink quando i flussi di cassa sono prevedibili e il flusso di cassa ora sembra diventare prevedibile.
Se Musk dovrebbe IPO Starlink dipende da quanto porterebbe dagli investitori. I mercati privati non sono di grande aiuto. Sebbene SpaceX sia stata valutata 137 miliardi di dollari nel suo ultimo round di finanziamento, le sue azioni non hanno cambiato di mano su piattaforme specializzate nell’agevolazione delle transazioni private con la sua frequenza. Rainmaker Securities, ad esempio, ha scambiato più di 4 miliardi di dollari in azioni SpaceX in transazioni risalenti a più di cinque anni fa. Il CEO di Rainmaker Glen Anderson ha visto di recente una tendenza preoccupante nelle azioni: non stanno negoziando. “Sei mesi fa, se abbiamo ottenuto un blocco SpaceX, è stato venduto in due, tre giorni”, dice. “Ora, abbiamo avuto blocchi SpaceX sui libri per due mesi”.
È difficile sapere esattamente perché è così. La cosa più facile da indicare è il mercato. Il Nasdaq Composite è sotto di oltre il 20% dal suo picco, poiché la Federal Reserve ha aumentato i tassi di interesse nel tentativo di abbassare l’inflazione. L’aumento dei tassi tende a colpire le azioni riccamente valutate più duramente della maggior parte. SpaceX potrebbe non essere quotata in borsa, ma è una società in crescita e anche le valutazioni del mercato privato non sono immuni alla Fed.
Ciò rende ancora più difficile capire quanto varrebbe Starlink in un’IPO. A circa 140 miliardi di dollari, SpaceX vale meno del valore di Boeing di circa 170 miliardi di dollari, compresi debito e patrimonio netto. È una valutazione elevata, anche per un’azienda che ha perfezionato razzi riutilizzabili, abbassato il costo del raggiungimento dello spazio, ripristinato la leadership americana del lancio spaziale persa per la Cina, ha traghettato gli astronauti della NASA alla Stazione Spaziale Internazionale e avviato un’attività Wi-Fi basata sullo spazio che ora ha circa 1,2 milioni di abbonati.
I paragoni con Starlink sono difficili da trovare. C’è HughesNet, che è di proprietà di EchoStar (SATS) e ha 1,2 milioni di abbonati Wi-Fi. L’intero business EchoStar, che include anche servizi satellitari venduti alle organizzazioni giornalistiche e al governo, è valutato a 1,3 miliardi di dollari e le azioni vengono scambiate per circa 23 volte gli utili stimati nel 2023. HughesNet non sta crescendo, però, una grande differenza rispetto a SpaceX, che non varrebbe 140 miliardi di dollari se gli abbonati Starlink raggiungessero un picco.
Verizon Communications (VZ) potrebbe essere un confronto migliore. La società, che ha 143 milioni di abbonati, ha un valore di 335 miliardi di dollari, inclusi debito e capitale proprio, o circa 2.300 dollari per abbonato. Secondo questa matematica, Starlink deve arrivare a 50 milioni o 60 milioni di abbonati per giustificare la valutazione totale di SpaceX. Anche questo è un confronto imperfetto, tuttavia, perché non considera il costo della costruzione della rete Starlink, quanto potrebbe diventare redditizio Starlink o se l’azienda sarà in grado di ridurre sostanzialmente il costo di fornitura di Internet ad alta velocità.
Nonostante l’incertezza, Starlink è l’attività che gli investitori hanno maggiori probabilità di essere in grado di acquistare prima o poi. SpaceX sta progettando di costruire una costellazione di circa 30.000 satelliti per offrire il suo servizio Wi-Fi, che potrebbe richiedere fino a 10 miliardi di dollari solo per costruire sulla base delle stime dei prezzi attuali, e un aumento di capitale sembra probabile. SpaceX non ha risposto a più richieste di commento. Un’IPO, anche con una valutazione di 70 miliardi di dollari, supponendo che Starlink valga la metà del valore totale di SpaceX, aiuterebbe Starlink a raccogliere quei fondi senza dover andare a un altro round di finanziamenti privati.
Permetterebbe anche a Musk, che possiede circa il 42% di SpaceX, di liberare circa 30 miliardi di dollari e dargli le azioni di un’altra società da vendere quando è il momento di pagare le tasse o acquistare una piattaforma di social media. Per gli azionisti Tesla, sarebbe un’IPO di successo, indipendentemente dalla valutazione.
ERIC BERGER – 5/3/2023, 17:17
03/05/23 ArsTecnica: I principali attori satellitari europei si schierano per costruire il concorrente a Starlink

Un consorzio di quasi tutte le principali società satellitari europee ha annunciato martedì che prevede di fare un’offerta per una proposta di costellazione satellitare per fornire comunicazioni globali. In sostanza, una tale costellazione fornirebbe all’Unione europea una connettività dall’orbita terrestre bassa simile a quella offerta da Starlink di SpaceX.
L’offerta, che include grandi attori come Airbus Defence and Space, Eutelsat, SES e Thales Alenia Space, arriva in risposta a una richiesta dell’Unione europea di aiuto nella costruzione di una costellazione sovrana per fornire comunicazioni sicure per i servizi governativi, comprese le applicazioni militari.
Il commissario dell’Unione europea Thierry Breton ha annunciato i piani del continente per questa costellazione, nota come Infrastructure for Resilience, Interconnectivity and Security by Satellite, o IRIS², lo scorso novembre. L’Unione europea fornirà 2,4 miliardi di euro, con ulteriori contributi attesi dall’Agenzia spaziale europea e investimenti privati.
“IRIS² stabilisce lo spazio come un vettore della nostra autonomia europea, un vettore di connettività e un vettore di resilienza”, ha detto Breton all’epoca. “Amenta il ruolo dell’Europa come vera potenza spaziale. Con una chiara ambizione e senso dell’orientamento”.
La partnership annunciata martedì, che comprende anche Deutsche Telekom, Hispasat, OHB, Orange, Hisdesat e Telespazio, mirerà a creare una costellazione satellitare all’avanguardia basata su un’architettura multi-orbita. Anche se è top-heavy con attori del settore affermati, la partnership ha detto che incoraggerà le startup del settore spaziale europeo a unirsi alla coalizione. Ciò è in risposta al desiderio di Breton di ampliare il settore spaziale commerciale europeo.
Attualmente, l’Europa stima il costo di questa costellazione a circa 6 miliardi di euro e desidera che sia pronta a fornire una copertura globale entro il 2027. Sia il budget che la tempistica per questo progetto sono probabilmente molto ambiziosi, data la quantità di coordinamento necessaria e l’improbabile probabilità che il razzo Ariane 6 europeo abbia la capacità di lancio di riserva per portare centinaia di satelliti in orbita terrestre bassa a partire dalla metà degli anni 2020. Il razzo Ariane 6 non debutterà prima del 2024 al più presto.Pubblicità
Tuttavia, i funzionari europei si sentivano come se dovessero fare questa mossa. Fondamentalmente, il continente ha dovuto affrontare una scelta difficile. L’Europa cerca di rimanere un attore importante nelle attività di volo spaziale, che includono sempre più le comunicazioni via satellite. Tuttavia, i funzionari europei non volevano essere in debito con Elon Musk e la sua costellazione Starlink, che già fornisce comunicazioni globali sicure come quelle che saranno consegnate da IRIS². I leader dei governi europei sono già diffidenti nel fare affidamento sul razzo Falcon 9 di SpaceX per il lancio di alcuni dei suoi satelliti. I funzionari erano disposti allo stesso modo verso la costellazione del Progetto Kuiper di Amazon.
La Cina sta anche sviluppando la propria megacostellazione, ma l’Europa chiaramente non voleva consegnare le sue comunicazioni sicure a un rivale globale con intento discutibile. Che ha lasciato OneWeb. Ma questa rete è parzialmente di proprietà del Regno Unito – che è uscito molto pubblicamente dall’Unione europea qualche anno fa – e potrebbe non avere la capacità di soddisfare tutte le esigenze dell’Europa.
E così i funzionari europei hanno sentito il bisogno di colpire da soli. Certamente le aziende europee hanno molta esperienza nella costruzione di satelliti e l’esperienza dell’Agenzia spaziale europea nello sviluppo delle costellazioni Galileo e Copernico aiuterà i piani per andare avanti.
La vera sfida è coordinare tutto questo. Ci sono seri dubbi su come tutti questi grandi partner possano lavorare insieme e se la burocrazia del governo europeo possa far avanzare rapidamente questo progetto verso la data obiettivo del 2027.
A titolo di confronto, SpaceX ha lanciato i suoi primi due satelliti di prova nel febbraio 2018. Da quel momento in su SpaceX ci sono voluti circa quattro anni per iniziare a implementare la copertura globale sulla sua rete Starlink. Ma SpaceX aveva alcuni importanti vantaggi in quanto aveva zero burocrazia – nel bene e nel male, le decisioni sono prese da una persona, Musk – un ampio finanziamento e la volontà di spendere capitale privato, e l’unico razzo riutilizzabile ad alta cadenza al mondo.
Tutte queste saranno sfide da superare per l’Europa.
28/04/23 Barron’s: SpaceX è ancora privata, ma ciò non significa che le sue azioni non siano scambiate
di Al Root
SpaceX di Elon Musk è un’azienda impressionante e una storia incredibile, forse impressionante come Tesla.
E molti investitori vorrebbero avere la possibilità di possedere alcune azioni SpaceX. Anche se l’azienda è di proprietà privata, questo è ancora possibile. Gli investitori interessati potrebbero voler aspettare, però, poiché i prezzi potrebbero scendere.
Ci sono piattaforme per addetti ai lavori e dipendenti per scambiare azioni di società private. Glen Anderson ne gestisce uno chiamato Rainmaker Securities. “SpaceX, è un nome in cui abbiamo fatto molti scambi nel corso degli anni”, dice in un’intervista.
“Molto” è un’esagerazione. Più di 4 miliardi di dollari in azioni SpaceX sono state scambiate su Rainmaker dalla fine del 2016. Per un confronto con un titolo quotato in borsa, che rappresenta il valore di negoziazione di soli tre o quattro giorni di azioni Boeing (ticker: BA).
Gli accordi di Rainmaker per la maggior parte sono istituzioni e cosiddetti investitori accreditati. Un investitore accreditato dovrebbe essere finanziariamente abbastanza esperto da negoziare titoli non registrati, ma di solito significa un individuo high-net-worth.
“Abbiamo un libro di dimensioni decenti su entrambi i lati del commercio in questo momento”, aggiunge Anderson. Ciò significa che Rainmaker ha un elenco di potenziali acquirenti e venditori. Anderson, tuttavia, ha notato che quei due gruppi stanno iniziando a separarsi. I potenziali acquirenti non vogliono pagare, mentre i venditori non vogliono abbassare il loro prezzo.

Sei mesi fa, un blocco di azioni SpaceX sarebbe stato venduto in due o tre giorni, spiega Anderson. “Ora abbiamo avuto blocchi SpaceX sui libri per due mesi e non hanno venduto”.
Non è esattamente sicuro del perché, ma dice che i mercati privati tendono a rimanere indietro di qualche tempo nei mercati pubblici. Il Nasdaq Composite è ancora al di sotto di dove era ad agosto, quando l’indice è stato scambiato sopra i 13.100. L’aumento dei tassi di interesse e il rallentamento dell’economia hanno ferito l’entusiasmo degli investitori per le azioni di crescita e l’indice ha chiuso giovedì con un calo di circa l’ 1.000 o dell’8%. Quell’azione sui prezzi potrebbe avere un impatto su SpaceX ora.
Ha suggerito un altro problema: il flusso di cassa. Il Wi-Fi spaziale Starlink di SpaceX ha chiuso il 2022 con circa un milione di abbonati e ne ha aggiunti altri nel 2023. Le entrate annuali del business Starlink sono probabilmente comprese tra i 2 e i 3 miliardi di dollari all’anno.
SpaceX non ha risposto ad una richiesta di commento sui dati finanziari o sulla negoziazione delle sue azioni.
Le azioni di aziende start-up riccamente apprezzate a volte possono fare meglio prima che le prime vendite di un’azienda e la realtà si inizi. Considera la start-up di veicoli elettrici Lucid Group (LCID), il cui titolo ha raggiunto un livello record di 64,86 dollari nel febbraio 2021, nove mesi prima di vedere vendite significative. Ora le azioni sono di circa 8 dollari e le stime di vendita del 2023 sono crollate negli ultimi 12 mesi a circa 1,3 miliardi di dollari da 3,4 miliardi di dollari.
Ciò non significa che SpaceX o qualsiasi start-up sia condannata o sopravvalutata. Tesla (TSLA), ovviamente, era una start-up di veicoli elettrici che ora è l’azienda automobilistica più preziosa del pianeta. Ma con le vendite e la crescita delle vendite arriva una maggiore capacità di modellare i profitti e il flusso di cassa.
Le azioni SpaceX sono scambiate per 80 dollari ciascuna, il che valuta la società a circa 140 miliardi di dollari.Le azioni e il debito di Lockheed Martin (LMT) valgono circa 130 miliardi di dollari. Si prevede che Lockheed genererà circa 66 miliardi di dollari nelle vendite del 2023. Le vendite di Lockheed, ovviamente, stanno crescendo molto più lentamente delle entrate di SpaceX.
Se 80 dollari sono un affare o troppo costosi è difficile da dire. Qualsiasi azione vale quello che qualcuno pagherà per questo. Ma ciò che le persone sono disposte a pagare cambia nel tempo e alla fine i guadagni e il flusso di cassa determinano quanto vale qualsiasi azione a lungo termine.
Il lungo periodo per SpaceX potrebbe includere decine di milioni di abbonati Wi-Fi, una fiorente attività di lancio satellitare e persino una missione su Marte. L’azienda ha aperto la strada ai razzi riutilizzabili, porta regolarmente gli astronauti alla Stazione Spaziale Internazionale e quasi da sola ha riportato gli Stati Uniti al dominio globale del lancio spaziale. (La Cina è seconda.)
Ha realizzato tutto questo prima del suo 21° compleanno mostrando all’industria spaziale esistente che testare, esplodere e testare di nuovo era un modo molto più veloce ed economico per sviluppare sistemi spaziali affidabili che cercare di raggiungere la perfezione ogni volta.
SpaceX ha già avuto un effetto inaspettato e ottimista sul settore spaziale degli Stati Uniti. La sua incredibile storia potrebbe essere più ricca del prezzo delle azioni SpaceX.
11/04/23 Sole 24 Ore: bolla spaziale?

11/04/23 Sole 24 Ore: Virgin primo caduto nello spazio

18/03/23 corriere del Veneto: tutto il Veneto che fa nello Spazio

01/03/23 Il Foglio: Guerra spaziale
di Giulia Pompili
Pechino studia un modo per far fuori Starlink, e la Space Force americana reagisce
Roma. Pechino potrebbe presto dotarsi di contromisure offensive per contrastare le operazioni della Starlink di Spacex, la costellazione satellitare che serve soprattutto per il servizio internet nelle aree di crisi e che è stata cruciale per la resistenza ucraina. Un giornale scientifico specializzato cinese ha pubblicato qualche giorno fa uno studio, condotto dall’università di Ingegneria spaziale dell’esercito popolare di liberazione, che suggerisce la necessità e l’urgenza per la Cina di dotarsi di un suo Starlink. Creare, quindi, una costellazione alternativa di satelliti che abbiano lo stesso obiettivo – un vantaggio strategico in caso di crisi – e allo stesso tempo mettere in piedi un sistema di contromisure efficaci per rendere inutilizzabili i satelliti di Elon Musk. Distruggere i satelliti, si legge nel documento, è fuori discussione: i detriti spaziali creati dalle esplosioni rischierebbero di rendere difficile l’accesso all’orbita. Si suggerisce, quindi, lo sviluppo di laser o onde elettromagnetiche per metterli fuori uso.
Pechino e i suoi centri studi della Difesa sono alla continua ricerca di un vantaggio strategico rispetto all’america e all’occidente in orbita. Nella visione cinese, questo è un pezzo cruciale dell’opposizione all’ordine mondiale a guida occidentale, ed è importante per interpretare il mondo diviso a metà dei paesi autoritari. In occidente, la minaccia spaziale è un pericolo che è equiparato all’attacco a un gasdotto o a un’infrastruttura strategica, solo meno evidente per l’opinione pubblica.
La logica della creazione della Space Force da parte dell’amministrazione di Donald Trump, poco più di tre anni fa, era proprio quella di cercare di spostare l’attenzione delle missioni spaziali da una questione puramente economica, scientifica e diplomatica a una vera Difesa delle infrastrutture strategiche americane e dei suoi alleati in orbita – nel caso di un satellite attaccato, per esempio, o l’improvvisa sospensione delle comunicazioni via internet. Mentre la Cina usa i media di stato per fare una propaganda vecchio stile sui successi del programma spaziale cinese (si parla, naturalmente, solo dei successi), l’america ha iniziato soltanto adesso a svelare alcune delle sue attività più segrete, come lo Space Rapid Capabilities Office. E’ un’agenzia finora molto poco pubblicizzata, parte della Space Force, con budget autonomo, ed è quella che si occupa di progettare contromisure immediate in caso di crisi. La scorsa settimana Kelly Hammett, il suo direttore, ha parlato per la prima volta a Space News e ha detto di aspettarsi che il Pentagono “pompi più denaro” nei programmi spaziali per competere con la Cina.
Il programma spaziale cinese è inarrivabile, per investimenti e per la sua natura intimamente legata alla Difesa cinese. La prossima settimana dovrebbero arrivare i nomi dei nuovi ministri del gabinetto del leader Xi Jinping – che cambiano dopo il Congresso del Partito dello scorso ottobre. Il nuovo ministro della Difesa cinese dovrebbe essere il generale Li Shangfu, che è l’uomo dello spazio di Xi: “L’ascesa di Li è proporzionale allo sviluppo senza precedenti dell’impresa spaziale cinese da quando Xi Jinping è salito al potere nel 2012”, ha scritto sul Diplomat l’analista aerospaziale Marcus Clay. “Inoltre, segnala al mondo che, in un contesto di crescente intensificazione della competizione tecnologica tra Cina e Stati Uniti, la Cina continuerà a dare priorità all’aerospazio nel suo programma di modernizzazione della Difesa durante il terzo mandato di Xi e oltre”.
E come se le dinamiche terrene non bastassero, la Cina, che vuole atterrare sulla luna nel 2029, ha in progetto di ampliare la sua stazione spaziale orbitante Tiangong, vuole vincere la corsa verso Marte, ha un alleato di ferro in questo campo: la Russia. Ieri un approfondimento di Bloomberg notava come nell’ultimo anno, sin dall’inizio dell’invasione dell’ucraina da parte della Russia, i funzionari cinesi abbiano cercato di minimizzare, quando addirittura omettere, la collaborazione nello spazio tra Mosca e Pechino. Questa settimana Yury Borisov, capo della Roscosmos, l’agenzia spaziale russa, potrebbe essere in visita in Cina e questo potrebbe cambiare le cose. Mosca ha l’esperienza spaziale, soprattutto nei voli umani, che alla Cina manca. Allo stesso tempo però, negli ultimi dieci anni, Pechino è riuscita a raggiungere risultati impensabili: anche in orbita, il rapporto tra Cina e Russia potrebbe essere molto squilibrato a favore della prima. Poi c’è il fattore soft power, scrive Bloomberg: sebbene il progetto di una “base di ricerca lunare” congiunta tra Russia e Cina sia stata aperta alla collaborazione internazionale, nessuno ha aderito al loro programma. Più di venti paesi hanno aderito al programma Artemis americano per il ritorno dell’uomo sulla luna: “Gli esperti spaziali considerano questa divisione come un segnale di disaccordo su chi dovrà stabilire le regole e gli standard per le future esplorazioni”, scrive Bloomberg. “Tra chi ha aderito agli accordi di Artemis negli ultimi mesi ci sono la Nigeria e il Ruanda, i primi paesi africani a farlo. La loro decisione è stato un colpo politico agli sforzi della Cina per ottenere il sostegno diplomatico dei paesi africani”.
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05/01/23 The Verge: Qualcomm sta andando spalla a spalla con la funzione di messaggistica satellitare di Apple
La società afferma che la messaggistica satellitare bidirezionale sarà disponibile sugli smartphone Android di fascia alta a partire dalla metà del 2023.
I telefoni Android avranno presto una funzione simile a – e forse anche più potente di – Emergency SOS di Apple via satellite. Qualcomm ha annunciato che i suoi nuovi processori e modem consentiranno ai telefoni di comunicare con la rete satellitare Iridium, consentendo agli utenti di inviare e ricevere messaggi anche in aree senza copertura cellulare.
La funzione, chiamata Snapdragon Satellite, sarà disponibile nei telefoni che hanno sia il processore Snapdragon 8 Gen 2 di Qualcomm che il suo sistema modem X70, insieme ad alcuni chip radio aggiuntivi. I telefoni che lo supportano dovrebbero essere “lanciati in regioni selezionate a partire dalla seconda metà del 2023”, secondo il comunicato stampa dell’azienda, e ci sono diversi produttori che lavorano sui progetti, secondo Francesco Grilli, un portavoce di Qualcomm che ha contribuito a condurre un briefing per i giornalisti.
Per ora, la funzione sarà probabilmente disponibile solo nei telefoni Android di punta, poiché Qualcomm include solo la tecnologia nei suoi chip premium. Le aziende che vogliono aggiungerlo ai loro telefoni lavoreranno direttamente con Qualcomm per capire il software e l’hardware, ma non dovrebbero costruire nuove relazioni con Iridium, secondo Grilli. Per i satelliti, i telefoni con la tecnologia assomiglieranno a qualsiasi altro dispositivo abilitato per Iridium. Per quanto riguarda chi pagherà i messaggi, “il costo del servizio di messaggistica satellitare e dei servizi dipendenti dipenderà dagli OEM e dai fornitori di servizi e da come scelgono di offrire il servizio”, secondo Grilli.
All’inizio, Snapdragon Satellite sarà limitato all’uso in situazioni di emergenza, permettendoti di contattare qualcuno per chiedere aiuto anche se sei in un’area remota senza servizio cellulare. Secondo Grilli, “Snapdragon Satellite sfrutta Garmin Response”. Quando si invia un SOS, “i centri di risposta vedono immediatamente la latitudine/lungità del cliente nel loro software proprietario di mappatura e coordinamento delle risposte per determinare l’agenzia appropriata per coordinare il salvataggio”.
Qualcomm afferma che, alla fine, supporterà la ” messaggistica premium”, che probabilmente costerà di più e dovrà essere implementata da OEM, vettori cellulari o altri fornitori di servizi over-the-top. Finora, questo non è qualcosa che Apple offre; puoi inviare messaggi solo via satellite utilizzando la sua funzione SOS.
Mentre Qualcomm dice che il servizio di emergenza sarà gratuito o molto economico, non ha ancora fornito dettagli su quanto ti costerà se vuoi solo essere in grado di inviare messaggi ai tuoi amici da aree remote, come un sentiero escursionistico, un skilift o anche una barca in mezzo all’oceano.
Una volta che quel servizio sarà disponibile, tuttavia, Qualcomm dice che sarai in grado di usarlo con il tuo normale numero di telefono. (Questo probabilmente non sarà il caso per l’uso di emergenza, ma è meno importante lì.) Grilli ha detto che questa funzione era “un sacco di lavoro”, e ci credo – il messaggero satellitare dedicato di Garmin, che utilizza anche la rete Iridium e ha un costo di servizio mensile di almeno 11,95 dollari, non può farlo. Garmin avverte anche che il numero di telefono da cui le persone ricevono messaggi può cambiare di volta in volta, il che significa che, in pratica parlando, devo avviare conversazioni se voglio averle.
Nel frattempo, se fossi fuori nel bosco con un telefono che aveva Snapdragon Satellite, potrei teoricamente premere un pulsante per controllare i messaggi che erano arrivati dall’ultima volta che ho visto una torre cellulare. Grilli ha implicato che sarai in grado di creare un elenco di persone a cui è permesso inviarti messaggi quando sei fuori dalla griglia, il che potrebbe essere una caratteristica utile; c’è la possibilità che alcuni piani addebitino per ogni messaggio inviato e ricevuto, e probabilmente non vorresti spendere soldi per ricevere un messaggio di spam o per ascoltare persone i cui messaggi potrebbero aspettare fino a quando non torni
Mentre i dettagli sono scarsi su come sarà inviare e ricevere messaggi satellitari, sembra che l’esperienza sarà simile a quella di Apple in quanto dovrai seguire le istruzioni sul tuo telefono per puntarlo verso un satellite. Secondo Grilli, il tuo telefono sarà in grado di prevedere dove si trovano i satelliti di Iridium con mesi di anticipo grazie al modo in cui la sua costellazione orbita intorno alla Terra. Quando vai a connetterti a uno, utilizzerà il GPS e altre misurazioni per determinare dove devi affrontare.
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L’interfaccia utente di esempio di 1/2Qualcomm per il posizionamento satellitare sembra chiedere maggiore precisione rispetto a quella di Apple. GIF: Qualcomm
Grilli dice che non dovrai necessariamente tenere il telefono in aria per ottenere il segnale, anche se potrebbe essere necessario in determinate situazioni. Una volta che hai un blocco sul satellite, dice che ci vorranno circa tre o 10 secondi per inviare o ricevere messaggi. Come qualcuno con esperienza di messaggeri via satellite, è impressionante. Ho aspettato minuti che il mio Garmin InReach inviasse messaggi, anche se questo di solito accade solo sotto la copertura dell’albero; dovremo vedere come la tecnologia di Qualcomm regge in situazioni simili.
Per ora, Qualcomm dice che la funzione sarà solo per la messaggistica. “Non vogliamo duplicare i servizi vocali o i dati ISP”, ha detto Grilli, che ha anche detto che cercare di trasformare un normale smartphone in un telefono satellitare completo richiederebbe probabilmente un’antenna esterna.
Durante il suo annuncio, l’azienda ha fatto un grande affare del fatto che sta lavorando con Iridium in particolare, dicendo che la sua scelta di rete consente alla messaggistica di funzionare “letteralmente in qualsiasi parte del mondo”, purché questo tipo di funzionalità sia legale nell’area. Potrebbe essere un grosso problema: la versione di Apple, che utilizza i satelliti di Globalstar, è attualmente disponibile solo negli Stati Uniti, in Canada, in Francia, in Germania, in Irlanda e nel Regno Unito, e quando T-Mobile ha annunciato il suo messaggio “Coverage Above and Beyond” in collaborazione con SpaceX, ha detto che il servizio coprirà “ovunque negli Stati Uniti continental Qualcomm promette molto di più.
Parte di ciò che lo rende possibile è che i satelliti a bassa orbita terrestre di Iridium possano parlare tra loro, non solo con le stazioni base a terra. Ciò significa che i messaggi possono andare nello spazio, quindi tornare sulla Terra anche se il satellite specifico con cui il tuo telefono sta comunicando non ha una linea diretta verso un centro dati terrestre. SpaceX sta attualmente testando una tecnologia simile per la sua costellazione Starlink, ma non è qualcosa che tutti i fornitori di satelliti hanno.
Non aspettarti questa funzione nel Pixel 8
Mentre sembra probabile che molti produttori di telefoni sarebbero entusiasti di poter acquistare funzionalità di connettività satellitare da Qualcomm, c’è almeno un’azienda che probabilmente non introdurrà un telefono con la funzione: Google. Quando ho chiesto se Snapdragon Satellite sarebbe stato disponibile sui telefoni con un modem Qualcomm ma il processore di un’altra azienda, Grilli ha detto che non pensava che ci fosse “un interesse ad andare in quella direzione”. Ha anche detto che “richiede una stretta integrazione tra il SoC e il modem”, specialmente quando si tratta di allineare il dispositivo al satellite.
Dato che Google utilizza i propri chip Tensor personalizzati per i suoi telefoni, sembra una cattiva notizia per i proprietari di Pixel che sperano che il loro prossimo telefono abbia questa funzione. (Anche se è sempre possibile che l’azienda stia lavorando sulla propria versione in modo da poter tenere il passo con la concorrenza.)
Sarà anche interessante vedere cosa fa Samsung. Mentre utilizza chip Qualcomm nei suoi telefoni di punta, spesso equipaggia la serie Galaxy S con i propri chip Exynos in alcune regioni. Annunciare che una funzione potenzialmente salvavita non arriverà in alcuni paesi potrebbe essere piuttosto imbarazzante, anche se, per essere onesti, l’Emergency SOS di Apple tramite la disponibilità limitata del satellite mostra che la corda tesa può essere camminata.
Se Google e Samsung possono aspettare, potrebbero non dover costruire questo tipo di funzionalità. I vettori cellulari hanno anche collaborato con i fornitori satellitari e promettono di fornire un servizio di messaggistica a qualsiasi telefono 5G, anche se non ha radio specializzate. T-Mobile dice che inizierà a testarlo e la tecnologia di SpaceX entro la fine dell’anno, e altre società satellite-to-phone come AST e Lynkhave hanno detto che sono in trattative con altri vettori in tutto il mondo.
Sembra probabile che potremmo finire in una situazione in cui alcuni telefoni hanno più modi per comunicare con i satelliti, utilizzando hardware dedicato come Apple e Qualcomm o tramite bande cellulari tradizionali grazie a satelliti speciali e piani carrier. Dato il modo in cui questi servizi vengono lanciati principalmente perché sono utili nelle emergenze, è una buona cosa; avere un backup di solito vale la pena.
Per ora, però, sono felice di sapere che le persone inizieranno ad avere scelta quando si tratta di acquistare un telefono con comunicazione satellitare integrata. Apple si è vantata di come la sua versione della funzione abbia già salvato vite umane, ma le persone dovrebbero avere la possibilità di ottenere qualcosa di simile anche se preferiscono usare un telefono Android.
23/10/22 I principali attori spaziali e le strategie divergenti nella corsa per collegare il tuo smartphone tramite satelliti
PUBBLICATO DOMENICA 23 OTTOBRE 2022 Michael Sheetz
PUNTI CHIAVE
- Una corsa ambiziosa per connettersi direttamente dallo spazio a dispositivi come gli smartphone è iniziata sul serio all’inizio di quest’anno.
- Una serie di progetti e partner – da Apple, Iridium, SpaceX, T-Mobile e AT&T, tra gli altri – sono venuti alla prima furia nel 2022.
- Il potenziale non sfruttato sta stimolando una storia di due strategie. Per alcune aziende, significa miliardi spesi per quello che potrebbe finire per essere un approccio perdente.

La corsa per fornire internet ad alta velocità dai satelliti è ben avviata, ma un’altra competizione più ambiziosa, per connettersi direttamente dallo spazio a dispositivi come gli smartphone, è iniziata sul serio all’inizio di quest’anno.
Il potenziale mercato non sfruttato – che dipende, ma si estende oltre, inviando un testo attraverso lo spazio – sta stimolando una storia di due strategie: quelli che mettono antenne specializzate nei telefoni, rispetto a quelli che mettono antenne ad alta potenza sui satelliti stessi. Per alcune aziende, significa miliardi spesi per quello che potrebbe finire per essere un approccio perdente.
“L’industria satellitare è davvero di nicchia e – se riescono a collegare miliardi di smartphone – possono iniziare a parlare di dimensioni del mercato che sono molto più grandi di quanto siano mai stati in grado di affrontare prima. “Tutto prima si misurava in milioni””, ha detto a CNBC Caleb Henry, analista senior presso la società di ricerca boutique Quilty Analytics.”adesso passiamo ai miliardi”
Una serie di progetti e partner – da Apple, Iridium, SpaceX, T-Mobile e AT&T, tra gli altri – sono venuti alla prima fase nel 2022, in varie fasi di sviluppo per connettersi direttamente agli smartphone. È stato a lungo un sogno di visionari delle comunicazioni satellitari, ma i telefoni satellitari ingombranti, specializzati e tipicamente costosi non sono stati mai diventati un prodotto di massa.
Ora, un’evoluzione della tecnologia sta rinnovando la corsa per perfezionare le comunicazioni spaziali, secondo Patricia Cooper, fondatrice di Constellation Advisory ed ex vicepresidente SpaceX per gli affari governativi satellitari.
“Una delle differenze [delle generazioni precedenti] è la capacità dei satelliti di oggi in orbita terrestre bassa, il che significa che potrebbero essere in grado di fornire più di un semplice tipo di testo, o quasi come un cercapersone, servizio”, ha detto Cooper.
Tecnologia divergenti
SpaceX quest’estate ha annunciato una partnership che consentirebbe agli utenti di T-Mobile di inviare messaggi da luoghi irraggiungibili dalle torri cellulari terrestri, utilizzando la seconda generazione di satelliti Starlink di SpaceX.
Il CEO Elon Musk ha affermato che i satelliti Starlink più grandi e aggiornati sarebbero dotati di ampie antenne che potrebbero trasmettere direttamente a un dispositivo mobile, con T-Mobile che spera di aggiungere alla fine chiamate vocali attraverso i satelliti.
Mentre SpaceX ha lanciato finora più di 3.000 satelliti di prima generazione, l’aggiunta di un servizio diretto al telefono richiederà altre migliaia.
La partnership è simile a quelle fatte da AST SpaceMobile. La società il mese scorso ha messo in orbita il suo secondo satellite di prova e ha accordi con le telecomunicazioni mobili, tra cui AT&T, Vodafone e Rakuten. La società satellitare si è quotata in borsa tramite una SPAC l’anno scorso e ha raccolto quasi 600 milioni di dollari fino ad oggi.
La rete di AST sarebbe composta da meno satelliti della costellazione Starlink, ma richiede comunque quasi 250 da distribuire per la copertura globale.
Anche l’impresa privata Lynk Global mira a fornire una torre cellulare nello spazio dai satelliti, con piani per una costellazione di diverse migliaia in pochi anni. Lynk ha raccolto circa 25 milioni di dollari dalla sua fondazione nel 2017. Finora sono stati in orbita cinque satelliti di prova.
La società ha annunciato di aver inviato “il primo messaggio di testo al mondo da un satellite in orbita a un telefono cellulare standard a terra” all’inizio del 2020.
E mentre alcuni costruiscono reti satellitari, altri grandi attori stanno guardando alle innovazioni Earth-bound, con sistemi che dipendono da un’antenna specializzata nei telefoni.
Apple – il principale fornitore di comunicazioni satellitari per smartphone finora, anche se in una capacità limitata per iniziare – ha recentemente annunciato una funzione di emergenza dei modelli di iPhone 14 che sfrutta la tecnologia. In collaborazione con Globalstar, la funzione consente agli utenti di inviare messaggi di testo compressi da iPhone 14s tramite satelliti.
Apple spenderà più di 400 milioni di dollari per utilizzare la maggior parte della rete di Globalstar e per aggiungere più satelliti.
Iridium, un fornitore di lunga data di comunicazioni satellitari a telefoni specializzati, deve ancora annunciare un partner per un servizio diretto-to-smartphone. Ma il CEO Matt Desch il mese scorso ha detto alla CNBC alla conferenza della World Satellite Business Week 2022 che la sua azienda ha “lavorato su quell’opportunità”.
Iridium prevede di finalizzare un contratto con un partner per smartphone entro la fine del 2022, con Desch che ha detto che “il nostro servizio sarà globale il primo giorno” quando verrà lanciato.
Una strada da percorrere
Le aziende devono superare i principali ostacoli tecnologici e normativi per portare sul mercato queste reti a lungo concepibili.
“I servizi finora stanno tutti iniziando con i servizi minimamente intensivi che possono fornire – e questo è il testo”, ha osservato Henry di Quilty Analytics. “Il vero test di quale livello di servizio ciascuna di queste società sarà in grado di fornire dipenderà in ultima analisi da quanti satelliti saranno in grado di lanciare, da quanto sono potenti i satelliti e dalla quantità di spettro a cui hanno accesso”.
Sia Henry che Cooper hanno affermato che le incognite normative relative a questi tipi di servizi saranno specificamente impegnative per le reti aziendali. Le telecomunicazioni sono “un’area fortemente regolamentata”, ha detto Cooper, e “non ci sono molti scenari in cui le regole vengono stabilite per la prima volta per una nuova innovazione tecnologica”.
Ha anche sottolineato la vera portata del mercato, e quanto possa essere redditizio, resta da vedere.
“Non credo che sappiamo come sarà pagato. Non sappiamo se il mercato sarà determinato da quanto le società cellulari pagheranno le società satellitari per collaborare e investire [nelle infrastrutture della costellazione], o se sarà pagato dai consumatori e aggiungerà centesimi sul tuo conto e questo fluirà alle società satellitari”, ha detto Cooper.
“Fino a quando non lo sappiamo, non possiamo conoscere la scala”, ha aggiunto Cooper.
Bell’articolo Gianni, fatto bene. Aggiungerei che tra i prossimi competitor in campo satellitare per la connessione Internet ci sarà anche la costellazione Kuyper di Jeff Bezos patron di Amazon con qualche migliaio di satelliti che verranno lanciati a partire dal prossimo anno e la costellazione One Web proposta dalla società WorldVu Ltd che e prevede 648 satelliti sempre in orbita bassa. Tutta nuova tecnologia utile per diffondere la possibilità di connessione internet in tutto il mondo e la possibilità di eventuali richieste di soccorso anche dalla zone le più disperse. C’è anche qualche aspetto negativo. Tra i 12 mila satelliti della costellazione Starlink a cui vuole arrivare Elon Musk , e le altre costellazioni citate ci sarà un bel traffico di satelliti in orbita bassa nel cielo, per la gioia degli astronomi. Si spera poi che non avvenga qualche collisione tra due satelliti perchè i loro detriti potrebbero innescare una serie di altre collisioni. Speriamo bene.
Mi ero dimenticato di dire che non ero a conoscenza del fatto che Apple sul modello IPhone 14 abbia inserito anche un sistema di connessione con la ormai in funzione da alcuni anni costellazione Globstar. Mi piacerebbe conoscere qualche dettaglio tecnico in più,,,potenza, frequenza, antenna utilizzata ecc. Hai qualche notizia?