Nel suo famoso libro 1984 Orwell aveva descritto una dittatura che controllava totalmente i suoi sudditi e lo faceva grazie alla televisione. (il libro lo scrisse nel 1948 quando la televisione era agli inizi: bisogna dire che l’autore seppe vedere lontano sulle potenzialità di quel nuovo mezzo).
Grazie all’enorme progresso della tecnologia lo Stato si sta dotando di strumenti di controllo del singolo individuo inimmaginabili fino a poco tempo fa: quando anche la moneta sarà diventata elettronica saremmo completamente nelle sue mani. Lo Stato cinese è quello più avanti di tutti e più che nel comunismo le sue radici affondano nel confucianesimo per il quale da millenni lo Stato è tutto e l’individuo niente… ma anche a Bruxelles non scherzano…
01/10/24 La Verità: Federico Faggin l’AI ci toglierà la libertà.
26/09/24 Cyber Hermetica: L’uso consapevole dell’email
Quali sono le differenze tra webmail e client? Quali sono i maggiori rischi quando si usa la posta elettronica? Come scegliere un buon provider? Una breve panoramica.
Le email sono uno degli strumenti di comunicazione più usati al mondo, soprattutto in ambito lavorativo, ma sono anche uno dei peggiori per sicurezza, privacy e anonimato.
Oltre ad essere vulnerabili a molti tipi di attacchi informatici, questi sistemi sono una fonte naturale di dati e metadati che possono compromettere molto facilmente la privacy e l’anonimato degli utenti.
Se possibile, sarebbe quindi preferibile evitare di usare l’email come strumento di comunicazione e di invio di informazioni e documenti riservati, preferendo soluzioni più moderne di comunicazione cifrata.
Tuttavia, in alcuni casi è inevitabile. Quindi, se proprio dobbiamo usarle, meglio farlo in modo consapevole. In questo articolo vedremo quali sono le principali caratteristiche e vulnerabilità delle email, come poter ottenere più privacy e in alcuni casi anche anonimato, e come scegliere un provider adeguato.
Webmail e Client: cosa sono e come differiscono
Ci sono due modi per accedere a un servizio email: tramite webmail e tramite client. La webmail è un servizio che permette di accedere alle email tramite un browser, come Chrome o Firefox, senza dover scaricare software aggiuntivo. Tra i più noti servizi di webmail spicca sicuramente Gmail. Il vantaggio della webmail è che la posta elettronica è accessibile a prescindere dal dispositivo usato: tutto ciò che serve è un browser e una connessione internet.
La webmail si basa solitamente sul protocollo HTTPS, che cripta la comunicazione tra il browser e il server dell’email usando SSL/TLS (Secure Sockets Layer/Transport Layer Security). Questo garantisce che i dati trasmessi siano protetti durante il transito, impedendo a terzi di intercettare facilmente le informazioni.
Un Client email è invece un’applicazione dedicataalla gestione della posta elettronica. Tra i più famosi ricordiamo Outlook, usatissimo a livello aziendale e corporate, Apple Mail e Thunderbird, il più famoso client open-source. A questi si aggiungono anche le varie app che ultimamente sempre più provider di email decidono di sviluppare e mettere a disposizione dei loro utenti, come ad esempio Protonmail.
Questi software possono gestire più account email e consentono un controllo più approfondito delle impostazioni di sicurezza.
I Client email utilizzano diversi protocolli per la gestione delle email:
- IMAP (Internet Message Access Protocol) e POP3(Post Office Protocol): IMAP sincronizza le email tra server e dispositivi, mentre POP3 scarica le email sul dispositivo e le elimina dal server. IMAP è più flessibile, ma POP3 può offrire maggiore privacy poiché le email non restano archiviate sui server.
- SMTP (Simple Mail Transfer Protocol): usato per inviare email. Anche qui, è importante che i dati siano criptati durante l’invio utilizzando SSL/TLS (come spesso accade per i provider più conosciuti).
Perché evitare la webmail
Quando si utilizza la webmail, il provider di posta elettronica può raccogliere molte informazioni sull’utente, inclusi dati del browser e dettagli di navigazione. Questo tracking avviene spesso tramite tecnologie come JavaScript, cookie persistenti e supercookie¹.
Un servizio webmail come Gmail mette in atto numerosissime attività di monitoraggio e sorveglianza, come:
- Browser Fingerprinting: il sito web raccoglie informazioni specifiche sul dispositivo e sul browser dell’utente, come il tipo di browser, la risoluzione dello schermo, i plugin installati, il sistema operativo e altre configurazioni. Queste informazioni, combinate, possono creare un profilo unico dell’utente, che può essere tracciato anche senza l’uso di cookie.
- Tracking: script per monitorare il comportamento degli utenti, inclusi quali siti visitano, quanto tempo restano su ciascuna pagina e come interagiscono con le email. Questo tracking può essere utilizzato per finalità pubblicitarie o per migliorare i servizi offerti, e rappresenta un monitoraggio estremamente pervasivo. In alcuni casi il tracking riguarda anche l’oggetto delle email ricevute(che è il modo in cui Gmail riesce a suddividere le email in diverse categorie).
- Analisi e conservazione di metadati: in aggiunta, il contenuto delle email e i metadati delle comunicazioni (come il mittente, il destinatario e gli orari di invio) possono essere analizzati e tracciati dal provider di webmail molto facilmente.
Per evitare questo tipo di sorveglianza ed evitare i rischi associati è preferibile usare client come Thunderbird o Claws. Questi client permettono di gestire le email senza dover passare per un browser e offrono maggiori controlli sulle impostazioni di sicurezza. Così facendo sarà possibile ridurre la superficie di attacco, poiché non vi sono script di terze parti o elementi di tracking incorporati nel software del client.
Inoltre, i client email offrono anche la possibilità di configurare manualmente protocolli di sicurezza come IMAPs e POP3s, con crittografia SSL/TLS, garantendo una maggiore sicurezza delle comunicazioni rispetto alle soluzioni webmail.
Vulnerabilità delle email
Le email sono spesso il bersaglio di attacchi informatici. Ecco alcune delle principali vulnerabilità:
- Phishing: il phishing è una tecnica in cui gli attaccanti inviano email fasulle che sembrano provenire da fonti affidabili (come banche o aziende), cercando di indurre le vittime a fornire informazioni sensibili, come credenziali o dati bancari.
- Malware: gli allegati delle email possono contenere malware, software malevoli che, una volta scaricati, infettano il computer della vittima. Gli attacchi ransomware sono spesso veicolati tramite allegati email infetti di email di phishing.
- Spoofing: con lo spoofing, gli attaccanti falsificano l’indirizzo email di un mittente, facendolo sembrare legittimo. Questo può indurre le vittime a fidarsi del contenuto dell’email o a eseguire azioni dannose.
- Man-in-the-Middle: gli attacchi Man-in-the-Middle si verificano quando un hacker si inserisce nella comunicazione tra due parti (ad esempio tra il tuo dispositivo e il server email), intercettando o modificando i messaggi. Senza l’uso di crittografia SSL/TLS, è possibile che le email vengano lette o alterate.
Queste 4 vulnerabilità possono essere ampiamente mitigate scegliendo un buon provider che offra filtri anti-spam evoluti (phishing), sistemi di scansione degli allegati (malware), sistemi di autenticazione dei domini (spoofing) e crittografia dei dati (MITM).
A queste vulnerabilità, tipicamente relative alla sicurezza, dobbiamo oggi però aggiungerne una legata invece all’intelligenza artificiale.
I maggiori provider di email, come Microsoft e Google, sono infatti impegnati nello sviluppo di Large language model (IA) sempre più performanti. Per farlo, hanno bisogno di valanghe di dati, tra cui anche il contenuto delle nostre email. Ciò significa che prima ancora di scegliere se usare webmail o client, sarà necessario verificare quali sono le politiche del fornitore in merito all’uso di dati personali per il training dell’IA.
Anonimato e pseudoanonimato via email, è possibile?
L’anonimato o lo pseudoanonimato nelle email è difficile da raggiungere, poiché ogni email contiene informazioni (metadati) sul mittente, inclusi dettagli come l’indirizzo IP e l’indirizzo email.
Ci sono comunque alcune cose che possiamo fare per raggiungere un livello minimo:
- Email usa e getta: oggi esistono numerosi servizi come Guerrilla Mail, 10 Minute Mail che permettono di creare indirizzi email temporanei e pseudoanonimi. Sono facili da usare e sufficienti per molte esigenze, come la registrazione a siti web o l’invio di email temporanee senza dover divulgare il proprio vero indirizzo. In alternativa, e più comodamente, è possibile usare servizi di Alias collegati al proprio indirizzo email principale, come SimpleLogin.
- VPN e Tor: con l’uso di tecnologie come VPN o Tor è possibile mascherare l’indirizzo IP e la posizione quando si inviano email, riducendo il rischio di tracciamento. Collegarsi a questi servizi prima di inviare un’email offre un livello di pseudoanonimato che, in molti casi, è più che adeguato per usi normali.
Nonostante la disponibilità di soluzioni moderne, anche i remailer, reliquie di un antico passato Cypherpunk possono avere ancora senso in determinati scenari, specialmente quando è necessaria un’anonimizzazione più profonda o si affrontano minacce di tipo molto avanzato.
I remailer sono server che inoltrano email in modo anonimo, rimuovendo le informazioni identificative del mittente, come l’indirizzo IP, prima di consegnare il messaggio al destinatario. Sono stati creati per proteggere la privacy e l’anonimato nelle comunicazioni via email. Nati negli anni ‘90, ne esistono tre versioni:
- Type I (Cypherpunk Remailer): Il primo tipo di remailer, che rimuoveva le informazioni del mittente, ma non permetteva risposte.
- Type II (Mixmaster Remailer): Introdotto per migliorare la sicurezza, utilizzava pacchetti di dimensioni fisse per prevenire attacchi di correlazione e fornire un anonimato più forte.
- Type III (Mixminion): Evoluzione di Mixmaster, consentiva di inviare e ricevere messaggi anonimi, ma il progetto è stato abbandonato negli anni successivi.
I remailer eliminano quasi completamente i metadatidalle comunicazioni via email e offrono un livello di anonimato a lungo termine. Con i remailer, il messaggio viene instradato attraverso più server che rimuovono progressivamente le informazioni di tracciamento, rendendo più difficile seguire l’origine del messaggio. In scenari dove l’anonimato è cruciale per evitare il monitoraggio di governi, intelligence o criminalità organizzata, i remailer possono fornire un livello aggiuntivo di sicurezza rispetto a una semplice email temporanea o Tor. L’unico problema, è che non è possibile ricevere risposta a email inviate in questo modo.
Come scegliere un provider di Email
La scelta di un provider email dipende dalle esigenze specifiche della persona. Ci sono diversi fattori da considerare:
- Cybersicurezza dei sistemi: un buon provider dovrebbe avere robuste politiche di cybersicurezza per garantire, tra le altre cose, la continua disponibilità e integrità dei dati, oltre che tecnologie per mitigare attacchi agli utenti, come phishing e malware. Privacy e anonimato sono importanti, ma anche la sicurezza lo è altrettanto.
- Crittografia: il provider dovrebbe supportare SSL/TLS per la crittografia delle email in transito. Alcuni provider, come Tutanota o Protonmail, offrono anche la crittografia end-to-end per garantire che solo il destinatario possa leggere il messaggio.
- Autenticazione a Due Fattori (2FA): un buon provider dovrebbe offrire l’autenticazione a due fattori, riducendo la probabilità di accesso non autorizzato anche in caso di furto della password.
- Zero Log Policy: se la privacy è una priorità, è consigliabile scegliere provider con una politica di zero log, ovvero che non tengano traccia delle attività degli utenti, inclusi indirizzi IP e timestamp delle email.
- Posizione dei Server: la posizione geografica dei server è importante, poiché le leggi locali possono obbligare i provider a conservare i dati o a condividerli con le autorità (leggi sulla data retention). Provider situati in paesi più “privacy friendly”, come la Svizzera o la Germania, potrebbero essere preferibili rispetto ad altri situati ad esempio negli Stati Uniti.
- Possibilità di pagare con cryptovalute o contanti: la possibilità di pagare con cryptovalute o contanti offre all’utente un livello in più di pseudoanonimato da non trascurare nel caso in cui sia necessario ottenere un servizio email da usare in modo continuativo (non usa e getta) limitando il più possibile il rischio di identificazione.
Cosa usa Matte
Personalmente uso diversi servizi, in base ai casi, e non sempre la privacy è la priorità.
- Gmail / Outlook: email lavorative dove non circolano dati particolarmente riservati. La priorità qui non è la riservatezza dei dati, ma la loro integrità e disponibilità nel corso del tempo, oltre che la protezione da rischi quali phishing e malware. Google e Microsoft sono impareggiabili per il loro impegno nella sicurezza e nella business continuity. Il compromesso è che non c’è alcuna privacy e che usano i nostri dati personali per allenare i loro motori d’intelligenza artificiale.
- ProtonMail: email personali e lavorative. Il provider ha sede in Svizzera e offre diverse misure di sicurezza, nonché la possibilità di crittografia end-to-end verso altri utenti ProtonMail e verso terzi (con uso di password). Molto utile in combinazione con SimpleLogin per la registrazione a servizi online in modo pseudoanonimo. Possibilità di usarlo anche tramite app / client.
- Tutanota: email personali. Un altro servizio sicuro, simile a ProtonMail, con opzioni di crittografia avanzata. Disponibile solo tramite web, ma non dovrebbe esserci tracciamento e fingerprinting.
Bonus – Mailfence: non lo uso personalmente ma me ne hanno parlato bene, con sede in Belgio. Promettono di non fare nessun tracking e sono molto trasparenti, penso che sia un buon servizio.
In conclusione, possiamo dire che non esiste un modo veramente sicuro di usare le email, e che nel migliore dei casi bisogna scendere a compromessi. Ciò che conta davvero è sapere il motivo per cui ci serve usare l’email, e scegliere di conseguenza il provider migliore.
I supercookie sono simili ai cookie di tracking, permettendo di tracciare i movimenti dell’utente su diversi siti web. La differenza tra le due tipologie di cookie è che i secondi sono stati sviluppati appositamente per bypassare le protezioni dei browser contro l’accettazione di cookie, e possono anche essere conservati nella cache.
26/09/24 TechCrunch: Il progetto Tor si fonde con Tails, un sistema operativo portatile basato su Linux incentrato sulla privacy
Il progetto Tor sta fondendo le operazioni con Tails, un sistema operativo portatile basato su Linux incentrato sulla conservazione della privacy e dell’anonimato degli utenti.
La fusione avviene sullo sfondo della sorveglianza digitale in corso e delle manovre normative per rompere la crittografia end-to-end, mentre anche la censura dei servizi online rimane saldamente sull’agenda globale.
Tails sarà incorporato “nella struttura del progetto Tor”, che consentirà “collaborazione più più agente, una migliore sostenibilità, spese generali ridotte e programmi di formazione e sensibilizzazione ampliati per contrastare un numero maggiore di minacce digitali”, secondo un post sul blog pubblicato oggi dal direttore delle pubbliche relazioni e delle comunicazioni del progetto Tor, Pavel Zoneff.
Due diventano uno
Fondato nel 2006, il Tor Project è un’organizzazione no-profit meglio conosciuta per il suo lavoro su Tor (“The Onion Router”), una rete incentrata sulla privacy che rende anonimo il traffico Internet instradandolo attraverso più server disparati, crittografando i dati lungo il percorso. Il progetto Tor sviluppa browser per tutti i principali sistemi operativi e alcune delle più grandi aziende tecnologiche del mondo hanno abbracciato Tor per supportare varie iniziative incentrate sulla privacy.
Tails, da parte sua, ha un ambiente desktop preinstallato ed è costruito su una distribuzione Linux basata su Debian. È leggero e può essere avviato da dispositivi di archiviazione portatili, come un’unità USB, lasciando poco in mezzo a un’impronta digitale.
I progetti open source Tor e Tails non sono estranei l’uno all’altro. Rilasciato inizialmente nel 2009, Tails, o “The Amnesic Incognito Live System”, si connette a Internet per impostazione predefinita tramite Tor. Inoltre, Tails ha ricevuto il sostegno di numerose organizzazioni e fondazioni di terze parti nel corso degli anni, tra cui il progetto Tor stesso, che ha finanziato le risorse degli sviluppatori per il progetto.
La fusione del progetto Tor e Tails ha molto senso, data la loro rispettiva attenzione alla privacy e all’anonimato online, per non parlare della loro storia condivisa. Potrebbe anche rivelarsi un vantaggio per coloro che sono più a rischio in un mondo che si sta avvicinando alla sorveglianza digitale 24 ore su 24, 7 giorni su 7, con attivisti, giornalisti e chiunque sia vulnerabile al tracciamento online che sono un potenziale benefattore qui.
In effetti, nientemeno che Edward Snowden ha cantato le lodi di entrambe le piattaforme, e in precedenza ha detto di aver usato Tails come parte dei suoi sforzi di whistleblowing contro gli Stati Uniti. La National Security Agency (NSA) più di 10 anni fa.
La fusione è nata a seguito di un approccio che Tails ha fatto al progetto Tor alla fine del 2023, secondo il post del blog. Tails ha notato che aveva “soltato la sua struttura esistente”.
“Esere Tails come progetto indipendente per 15 anni è stato uno sforzo enorme, ma non per le ragioni che potresti aspettarti”, ha detto Intrigeri, un team leader di Tails OS, in una dichiarazione. “La parte più difficile non era la tecnologia, era la gestione di compiti critici come la raccolta fondi, le finanze e le risorse umane. Dopo aver cercato di gestirli in modi diversi, sono davvero sollevato dal fatto che Tails sia ora sotto l’ala del progetto Tor.”
Riunendo le rispettive risorse, tra cui tecnologia e personale, il progetto Tor afferma che sarà meglio attrezzato per affrontare la “minaccia della sorveglianza di massa globale e della censura per un Internet libero”. Ciò includerà l’ampliamento dell’ambito del progetto Tor per “affrontare una gamma più ampia di esigenze di privacy e scenari di sicurezza”, che includerà un allineamento tecnologico più stretto, oltre a promuovere programmi di istruzione, formazione e sensibilizzazione.
“Riunendo queste due organizzazioni, non stiamo solo rendendo le cose più facili per i nostri team, ma garantendo lo sviluppo sostenibile e l’avanzamento di questi strumenti vitali”, ha detto Isabela Fernandes, direttore esecutivo del progetto Tor, in una dichiarazione. “Lavorare insieme consente una collaborazione più rapida ed efficiente, consentendo la rapida integrazione di nuove funzionalità da uno strumento all’altro”.
16/09/24 Tv Svizzera: Come l’intelligenza artificiale sta colpendo la forza lavoro creativa della Svizzera
I lavoratori e le lavoratrici delle industrie creative svizzere sono sotto pressione in un’economia che si prepara a trarre un enorme vantaggio dalle tecnologie basate sull’intelligenza artificiale (IA). Si tratta di una tendenza globale che sta trasformando il mercato del lavoro e dove emergono i guadagni, ma anche le perdite dovuti a questa tecnologia.
Sara Ibrahim
La Svizzera è destinata a beneficiare dell’IA più di qualsiasi altro Paese europeo, con un potenziale di crescita del PIL fino all’11%, secondo diversi studi. Le industrie finanziarie e farmaceutiche del Paese dovrebbero trarre i maggiori vantaggi, ma anche altri settori subiranno trasformazioni. Le persone che lavorano in campi creativi e altamente qualificati come la scrittura, la programmazione e il design visivo stanno sentendo gli effetti di uno sconvolgimento del mercato del lavoro che è già in corso.
“L’IA generativa ha causato uno dei più grandi shock tecnologici degli ultimi tempi. È inevitabile che abbia ripercussioni sulle persone e sulle aziende”, afferma Ozge Demirci, ricercatrice presso la Harvard Business School e autrice di una ricerca internazionaleCollegamento esterno sull’impatto dell’IA generativa sugli impieghi freelance. La ricerca, condotta in oltre 200 Paesi tra cui la Svizzera, ha rilevato che un quinto dei posti di lavoro di scrittura e codifica è scomparso solo otto mesi dopo l’arrivo di ChatGPT. E il numero degli impieghi nella generazione di immagini è diminuito del 17%. “Penso che quasi tutti i lavori saranno colpiti dall’IA generativa, perché si tratta di una tecnologia molto dinamica. La domanda è chi si adatterà meglio”, afferma Demirci.
Lo studio ha analizzato un ampio database di una piattaforma di freelance leader a livello mondiale. I risultati sono stati poi confrontati con le tendenze di ricerca di Google prima e dopo l’avvento di ChatGPT. Demirci e i suoi colleghi hanno evidenziato una crescita significativa nella ricerca di termini come “ChatGPT e scrittura” e “ChatGPT e codifica” rispetto ad altri tipi di mansioni. “Questo potrebbe spiegare la riduzione della domanda”, spiega Demirci.
Questo vale anche per la Svizzera: quasi tre quarti delle persone che hanno partecipato a un sondaggioCollegamento esterno della Digital Society Initiative dell’Università di Zurigo sarebbero disposte ad affidare all’IA i compiti di insegnanti, web designer e giornalisti. Queste categorie si sono anche dette più aperte all’utilizzo di ChatGPT per il proprio lavoro rispetto a chi svolge lavori manuali, come la falegnameria.
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Dipendenti in Svizzera meno protetti dai rischi dell’IA che nel resto d’Europa
Questo contenuto è stato pubblicato al 24 ago 2024 In Svizzera, l’intelligenza artificiale è già utilizzata dalle aziende per incrementare produttività e profitti. Ma il personale non è protetto adeguatamente dai rischi di questa tecnologia.Di più Dipendenti in Svizzera meno protetti dai rischi dell’IA che nel resto d’Europa
“Io, illustratrice da 23 anni, sostituita dall’intelligenza artificiale”
A meno di due anni dal lancio sul mercato di ChatGPT, alcuni lavoratori e lavoratrici elvetici del settore creativo hanno già perso il proprio impiego a causa dell’intelligenza artificiale generativa. Un’illustratrice freelance che ha collaborato per oltre vent’anni con uno dei settimanali del gruppo mediatico svizzero Ringier ha dichiarato a SWI swissinfo.ch che il suo lavoro è stato sostituito da immagini generate con l’IA nel luglio 2023. L’illustratrice, che desidera rimanere anonima, afferma che l’azienda l’ha liquidata tramite una lettera generica scritta in inglese, che ritiene sia stata generata con ChatGPT. “Sono indignata dal fatto che dopo 23 anni non si siano nemmeno presi la briga di rivolgersi a me personalmente, ma abbiano usato ChatGPT”, afferma la donna.
Dopo la fine della collaborazione, l’illustratrice afferma che il giornale ha iniziato a pubblicare immagini e collage generati dall’IA. La libera professionista aveva già notato un calo costante dei compensi nel corso degli anni: da 1’000 franchi per una singola illustrazione a 400 franchi per due. “Era diventato sempre più difficile sopravvivere. Ma non pensavo che sarei stata sostituita così rapidamente”, dice.
Interpellato da SWI swissinfo.ch, il gruppo mediatico Ringier ha negato di aver sostituito i collaboratori e le collaboratrici con l’IA o di aver usato questa tecnologia per generare lettere di licenziamento. Una sua rappresentante ha dichiarato che Ringier utilizza l’IA per compiti quali il suggerimento di titoli e la creazione di bozze di articoli da fonti esterne per aumentare l’efficienza, non per rimpiazzare il personale.
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Film svizzero scritto dall’IA: cancellata la prima a Londra
Questo contenuto è stato pubblicato al 02 lug 2024 Un cinema di Londra ha cancellato la prima di The Last Screenwriter, film del regista zurighese Peter Luisi e con la sceneggiatura interamente scritta da ChatGPT, in seguito alle forti lamentele arrivate dai social.Di più Film svizzero scritto dall’IA: cancellata la prima a Londra
Sempre più aziende si affidano alle immagini generate dall’IA
La pressione sui lavoratori e le lavoratrici creative sta aumentando anche perché sempre più aziende sfruttano l’IA per la generazione di immagini. Il marchio svizzero di biancheria intima Calida ha recentemente lanciato una “campagna di prova”Collegamento esterno generata dall’IA per esplorare i limiti e le possibilità di questa tecnologia. Altri marchi di moda internazionali hanno optato per campagne similiCollegamento esternoche richiedono un coinvolgimento minimo o nullo di designer umani. In tutto il mondo, le artiste e gli artisti visivi stanno facendo causaCollegamento esterno alle aziende che utilizzano le loro opere d’arte per addestrare i generatori di immagini, senza il loro consenso e senza pagare i diritti d’autore.
Anche Tamara Aepli, designer e illustratrice scientifica e medica indipendente attiva in Svizzera, ha risentito di questo cambiamento. Pur attribuendo il calo del suo lavoro e dei compensi principalmente alle misure di risparmio delle aziende in tempi di crisi economica, riconosce le sfide poste dall’IA.
Aepli dice di usare spesso ChatGPT per il brainstorming, le traduzioni, la scrittura e il lavoro di codifica, ma trova ancora molto difficile generare immagini decenti con l’IA. “I risultati sono di solito casuali e molto difficili da controllare”, afferma.
Intelligenza artificiale, nemica o alleata di giornalisti e giornaliste?
L’IA sta avendo un impatto anche sul mondo del giornalismo e della scrittura. Una giornalista della Svizzera francese, impiegata da un importante gruppo mediatico elvetico, ha riferito di essere stata licenziata perché il suo ruolo sarebbe stato affidato a uno strumento di traduzione guidato dall’IA.
“Mi è stato detto che i miei testi sarebbero stati sostituiti da articoli dei miei colleghi di lingua tedesca, tradotti dal tedesco al francese da uno strumento automatico e corretti da una persona esterna”, ha dichiarato la cronista in forma anonima all’agenzia di stampa Awp. Preoccupazioni simili sono state sollevate da diversi giornalisti francofoni di Migros Magazine.
Martina Huber, giornalista scientifica freelance, non attribuisce le sue recenti difficoltà direttamente all’intelligenza artificiale, ma al calo delle tariffe e alla crescente tendenza dei media a scambiarsi contenuti senza compensare equamente i freelance. Nonostante ciò, Huber è convinta che l’IA non possa sostituire completamente il suo lavoro. “L’IA non conosce il concetto di verità, un essere umano dovrà sempre verificare la correttezza dei fatti”, sostiene.
Finora, l’esperienza di Huber con gli strumenti di IA è stata ampiamente positiva: li utilizza per compiti come la trascrizione delle interviste e questo le fa risparmiare molto tempo, dice.
Gli effetti dell’IA su lavoratori e lavoratrici rimangono poco chiari
Secondo Christian Gschwendt, che studia gli effetti dell’IA sul mercato del lavoro, è normale che le esperienze con l’IA generativa siano così eterogenee. “Non è ancora chiaro se l’impatto complessivo di software come ChatGPT sarà positivo o negativo per i lavoratori e le lavoratrici”, afferma il ricercatore dell’Università di Berna. Gschwendt prevede che l’IA generativa porterà alla perdita di posti di lavoro, ma anche a un aumento della produttività e alla creazione di nuovi impieghi.
Sebbene l’IA generativa rappresenti un rischio soprattutto per il personale con alti livelli di istruzione e specializzazione, rispetto a chi svolge lavori manuali, la forza lavoro specializzata potrebbe anche trarre i maggiori benefici dalla tecnologia.
“Non è detto che le categorie più esposte saranno completamente sostituite, se i lavoratori e le lavoratrici utilizzeranno l’IA a loro vantaggio e lavoreranno meglio”, afferma Gschwendt. Ma affinché i rischi vengano mitigati, gli Stati devono lavorare su politiche volte a sviluppare le competenze del personale che potrebbe essere sostituito, si legge in uno studioCollegamento esterno.
Tuttavia, i lavoratori e le lavoratrici in Svizzera sembrano preferire un approccio più prudente per affrontare i cambiamenti sul posto di lavoro legati all’IA. Secondo un’indagineCollegamento esterno condotta su oltre 6’000 persone, la popolazione svizzera è disposta a guadagnare il 20% in meno e a lavorare in settori meno qualificati pur di avere un impiego con una probabilità inferiore di automazione e quindi più sicuro. Anche l’illustratrice che lavorava con Ringier, ora disoccupata, sta pensando di riorientarsi verso una professione meno rischiosa. “Non si può vivere di illustrazione. A causa dell’IA, l’illustrazione come mestiere creativo è morta”, afferma.
A cura di Veronica De Vore
16/09/24 Ars Techica: Le telecamere AI onnipresenti garantiranno un buon comportamento, dice Larry Ellison
“Avremo la supervisione”, dice il cofondatore miliardario di Oracle Ellison.
Giovedì, il cofondatore di Oracle Larry Ellison ha condiviso la sua visione per un futuro di sorveglianza basato sull’intelligenza artificiale durante una riunione finanziaria aziendale, riferisce Business Insider. Durante una sessione di domande e risposte degli investitori, Ellison ha descritto un mondo in cui i sistemi di intelligenza artificiale monitorano costantemente i cittadini attraverso una vasta rete di telecamere e droni, affermando che ciò assicurerebbe che sia la polizia che i cittadini non infrangessero la legge.
Ellison, che è diventato brevemente la seconda persona più rica del mondo la scorsa settimana quando il suo patrimonio netto ha superato di Jeff Bezos per un breve periodo, ha delineato uno scenario in cui i modelli di intelligenza artificiale avrebbero analizzato filmati di telecamere di sicurezza, telecamere del corpo della polizia, telecamere per campanello e da cruscotto dei veicoli.
“I cittadini si comporteranno al meglio perché registriamo e riportiamo costantemente tutto ciò che sta accadendo”, ha detto Ellison, descrivendo quelli che vede come i vantaggi della supervisione automatizzata dell’IA e degli avvisi automatizzati per quando avviene il crimine. “Avremo la supervisione”, ha continuato. “Ogni agente di polizia sarà supervisionato in ogni momento e, se c’è un problema, l’IA segnalerà il problema e lo segnalerà alla persona appropriata”.
ll miliardario di 80 anni ha anche previsto che i droni controllati dall’intelligenza artificiale avrebbero sostituito i veicoli della polizia nelle attività ad alta velocità. “Hai solo un drone che segue l’auto”, ha spiegato. “È molto semplice nell’era dei droni autonomi”.
Ellison ha co-fondato Oracle nel 1977 ed è stato amministratore delegato fino a quando non si è dimesso nel 2014. Attualmente ricopre il ruolo di presidente esecutivo e CTO dell’azienda.
Suona familiare
Mentre Ellison ha tentato di dipingere la sua previsione della sorveglianza pubblica universale in una luce positiva, le sue osservazioni sollevano domande significative sulla privacy, le libertà civili e il potenziale di abuso in un mondo di monitoraggio onnipresente dell’IA.
La visione di Ellison ha più di una somiglianza passeggera con il mondo ammonitore ritratto nel romanzo preveggente di George Orwell 1984. Nella finzione di Orwell, il governo totalitario dell’Oceania usa “teleschermi” onnipresenti per monitorare costantemente i cittadini, creando una società in cui la privacy non esiste più e il pensiero indipendente diventa quasi impossibile.
Ma la famosa frase di Orwell “Il Grande Fratello ti sta guardando” assumerebbe un nuovo significato nello scenario guidato dalla tecnologia di Ellison, in cui i sistemi di intelligenza artificiale, piuttosto che gli osservatori umani, servirebbero come occhi sempre vigili dell’autorità. Una volta considerati un tropo di fantascienza, i sistemi automatizzati stanno già diventando una realtà: sistemi di sorveglianza CCTV automatizzati simili sono già stati testati nella metropolitana di Londra e alle Olimpiadi del 2024.
La Cina utilizza da anni sistemi automatizzati (compresa l’intelligenza artificiale) per sorvegliare i suoi cittadini. Nel 2022, Reuters ha riferito che le aziende cinesi avevano sviluppato un software di intelligenza artificiale per ordinare i dati raccolti sui residenti utilizzando una rete di telecamere di sorveglianza dispiegate nelle città e nelle aree rurali come parte della campagna “occhi acuti” della Cina dal 2015 al 2020. Secondo quanto riferito, questa tecnologia “una persona, un file” organizza i dati raccolti sui singoli cittadini cinesi, portando a quella che The Economic Times ha definito una “strada per il totalitarismo digitale”.
La previsione di Ellison della sorveglianza basata sull’intelligenza artificiale si baserà sullo sviluppo di un hardware potente, ma la carenza di componenti di accelerazione dell’IA come le GPU potrebbe rallentarli. Durante la stessa sessione di domande e risposte la scorsa settimana, Ellison ha raccontato una cena con Elon Musk e il CEO di Nvidia Jensen Huang che ha caratterizzato come “io ed Elon che implorano Jensen per le GPU”, evidenziando l’intensa domanda dei chip. Ellison ha affermato di aver supplicato Huang, dicendo: “Per favore, prendi i nostri soldi… abbiamo bisogno che tu prenda più dei nostri soldi”.
La sorveglianza non è l’unica applicazione di intelligenza artificiale di cui Ellison è entusiasta. Mentre le aziende Big Tech corrono per iniettare modelli di intelligenza artificiale in quella che sembra essere ogni applicazione immaginabile, buona o cattiva che sia, Oracle non ha fatto eccezione, lanciando recentemente diverse iniziative di intelligenza artificiale, come una partnership con SpaceX di Musk per portare l’intelligenza artificiale nell’agricoltura. L’investitore miliardario ha previsto durante l’incontro che nei prossimi cinque anni, le aziende investiranno fino a 100 miliardi di dollari nella costruzione e nella formazione di modelli di intelligenza artificiale, sottolineando la scala “astronomica” della corsa all’IA.
29/08/24 Wired: Signal è più di una messaggistica crittografata. Sotto Meredith Whittaker, è fuori per dimostrare che il capitalismo di sorveglianza è sbagliato
Nel suo decimo anniversario, il presidente di Signal vuole ricordarti che la piattaforma di comunicazione più sicura del mondo è un’organizzazione no-profit. È gratis. Non ti tiene traccia o ti serve annunci. Paga molto bene i suoi ingegneri. Ed è un’app di risalto per centinaia di milioni di persone.
DIECI ANNI FA,WIRED ha pubblicato una notizia su come due app di crittografia poco conosciute e leggermente sgangherate chiamate RedPhone e TextSecure si stavano fondendo per formare qualcosa chiamato Signal. Da quel luglio 2014, Signal si è trasformato da una curiosità cypherpunk – creata da un programmatore anarchico, gestito da un team di scrappy che lavorano in una stanza singola a San Francisco, diffondendosi grazie al passaparola da hacker che competono per i punti di paranoia – in un fenomeno di comunicazione crittografata in piena e proprie. Centinaia di milioni di persone hanno ora scaricato Signal. (Incluso Drake: “Cuban girl, her family grind coffee”, ha rappato nella sua canzone del 2022 “Major Distribution”. “Smanettami un messaggio su Signal, non chiamarmi.”) Miliardi di altri utilizzano i protocolli di crittografia di Signal integrati in piattaforme come WhatsApp.
Quella storia delle origini è, forse, un cliché di avvio. Ma Signal è, in molti modi, l’esatto opposto del modello della Silicon Valley. È un’organizzazione senza scopo di lucro che non ha mai preso investimenti, rende il suo prodotto disponibile gratuitamente, non ha pubblicità e non raccoglie praticamente alcuna informazione sui suoi utenti, mentre compete con i giganti della tecnologia e vince. In un mondo in cui Elon Musk sembra aver dimostrato che praticamente nessun forum di comunicazione di proprietà privata è immune dai capricci di una singola persona ricca, Signal si pone come un controfattuale: prova che il capitalismo di rischio e il capitalismo di sorveglianza – inferno, capitalismo, periodo – non sono gli unici percorsi da seguire per il futuro della tecnologia.
Nell’ultimo decennio, nessun leader di Signal ha incarnato quell’iconoclastismo così visibilmente come Meredith Whittaker. Il presidente di Signal dal 2022 è uno dei critici tecnologici più importanti al mondo: quando lavorava in Google, ha guidato gli scioperi per protestare contro le sue pratiche discriminatorie e si è espressa contro i suoi contratti militari. Ha co-fondato l’AI Now Institute per affrontare le implicazioni etiche dell’intelligenza artificiale ed è diventata una voce di spicco per l’idea che l’IA e la sorveglianza siano intrinsecamente intrecciate. Da quando ha assunto la presidenza della Signal Foundation, è arrivata a vedere il suo compito centrale come lavorare per trovare una radice di finanziamento a lungo termine per mantenere in vita Signal per i decenni a venire, senza compromessi o intrecci aziendali, in modo che possa servire da modello per un tipo completamente nuovo di ecosistema tecnologico.
Whittaker risiede a Parigi l’estate, ma l’ho incontrata durante una breve visita nella sua città natale di New York. In un bar di Brooklyn, abbiamo finito per approfondire un argomento di cui, per quanto possa essere schietto l’esecutiva della privacy, raramente parla: se stessa e il suo strano percorso da manager di Google a gadfly della Silicon Valley.
Andy Greenberg: Va bene dire qui che avevamo programmato di parlare del 10° anniversario di Signal, ma abbiamo dovuto riprogrammare perché sei stato ricoverato in ospedale con un’intossicazione alimentare?
Meredith Whittaker: Sì, va bene.
OK. Quindi non sei proprio una persona per la privacy come [i cofondatori della Signal Foundation] Moxie Marlinspike o Brian Acton …
No, sono una donna, per una cosa.
Vero! Ma inoltre, non c’è modo che nessuno di loro mi lasci menzionare qualcosa di personale del genere. Sono molto più custoditi nel modo in cui si presentano. Sembra che tu sia un diverso tipo di leader per Signal.
Penso che il diagramma di Venn delle nostre convinzioni abbia alcune sovrapposizioni significative. Abbiamo tutti una chiara analisi del capitalismo di sorveglianza e della posta in gioco della sorveglianza di massa nelle mani dei potenti. Ma in termini di protezione personale intorno alla mia vita: sono una persona riservata. Non c’è molto su internet su di me, perché fin dalla giovane età, ho avuto l’istinto fondamentale di non dire troppo. Ma penso che derivi più da una semplice tendenza di lunga data – e dal pensare alla posta in gioco – che da una posizione di purezza ideologica.
Sei anche molto più là fuori in pubblico di quanto chiunque di Signal sia mai stato prima.
Sì. È vero. Anche noi siamo in una fase diversa di Signal in questo momento.
Come?
Beh, per cominciare, Signal è iniziato 10 anni fa come questo virtuoso progetto hacker che stava spingendo contro un paradigma dominante che era quasi universalmente celebrato da tutti all’epoca.
Quale paradigma sarebbe?
Sorveglianza. Il modello di business della sorveglianza.
Giusto. E in quale fase si trova Signal ora?
Ora Signal ha stabilito un’infrastruttura critica per i militari, per i dissidenti, per i giornalisti, per gli amministratori delegati, per chiunque abbia informazioni riservate private.
Quindi penso che siamo in un posto diverso, dove dobbiamo essere là fuori. Non possiamo avere la nostra storia raccontata da delega. È ora di definirlo per noi stessi.
Beh, prima di arrivare a quella storia: hai trascorso l’estate a Parigi. Perché l’Europa? Perché la Francia? È una cosa di Meredith o è una cosa di Signal?
È una cosa di Signal. Ci stiamo concentrando sull’UE, facendo crescere il nostro mercato e cercando di capire chi potrebbero essere i potenziali partner.
Penso che sia bene per qualsiasi azienda tecnologica in questo momento pensare, come possiamo essere flessibili, dato che stiamo guardando un ambiente geopolitico molto volatile.
Stai dicendo che stai cercando una via di fuga, in caso di una seconda amministrazione Trump?
È più di questo. Ci sono molti possibili futuri sul tavolo in questo momento.
Lascia che lo chieda in questo modo: ci sono elezioni in arrivo negli Stati Uniti. Stai pensando a una nuova amministrazione, democratica o repubblicana, e alla possibilità che Signal debba trovare una nuova casa?
La mia risposta a questo sarebbe, penso che siamo sempre consapevoli del cambiamento delle sabbie politiche. Dato che i governi negli Stati Uniti e altrove non sono sempre stati acritici nei confroni della crittografia, un futuro in cui abbiamo flessibilità giurisdizionale è qualcosa che stiamo esaminando.
Ha davvero senso cercare quel tipo di flessibilità giurisdizionale in Europa quando il fondatore di Telegram Pavel Durov è stato appena arrestato in Francia? Questo ti dà una pausa sul futuro di Signal nell’UE?
Bene, per cominciare: Telegram e Signal sono applicazioni molto diverse con casi d’uso molto diversi. Telegram è un’app di social media che consente a un individuo di comunicare con milioni di persone contemporaneamente e non fornisce una privacy significativa o una crittografia end-to-end. Signal è esclusivamente un’app di comunicazione privata e sicura che non ha funzionalità di social media. Quindi stiamo già parlando di due cose diverse.
E ad oggi [27 agosto 2024] ci sono semplicemente troppe domande senza risposta e troppe poche informazioni concrete sulla logica specifica dietro l’arresto di Durov per darti un’opinione informata. Sulla questione più ampia, siamo reali: non c’è stato al mondo che abbia un record immacolato sulla crittografia. Ci sono anche campioni delle comunicazioni private e dell’espressione in tutto il mondo, tra cui molti nel governo francese e in Europa oltre. Quelli di noi che hanno combattuto per la privacy a lungo termine riconoscono che questa è una battaglia persistente, con alleati e avversari ovunque. Cercare di dare priorità alla flessibilità non è la stessa cosa che idealizzare l’una o l’altra giurisdizione. Siamo chiari sulle acque che dobbiamo navigare, ovunque si trovino. Vediamo un’enorme quantità di sostegno e opportunità in Europa.
E ci sono davvero grandi differenze tra gli stati, anche in Europa. La Germania sta prendendo in considerazione una legge che impone la crittografia end-to-end, mentre la Spagna è stata sulla punta della lancia nella spinta per minare la crittografia. Quindi, ancora una volta, non è un monolite.
Cosa significano le elezioni statunitensi per Signal, le sue operazioni e la sua crescita?
Tutto è a destra. Penso che la sensibilità culturale generale alla privacy non sia mai stata così acuta, e si infiamma – vedi molte persone unirsi – nei momenti di volatilità politica. Quindi l’Ucraina era un mercato vicino al fondo. Ora è uno dei nostri migliori mercati, dopo l’invasione russa. Questo è solo un esempio. Vediamo anche una crescita in risposta a cose come quello che chiamiamo un Big Tech Fuckup, come quando WhatsApp ha cambiato i suoi termini di servizio. Abbiamo visto una spinta nel desktop dopo che Zoom ha annunciato che avrebbero scansionato le chiamate di tutti per l’IA. E prevediamo di più di quelli.
Vediamo anche una spinta quando una grande organizzazione impone l’uso di Signal, quindi la Commissione europea nel 2020 ha approvato Signal come l’unico messaggero che ha raccomandato per i membri. Quindi con cose del genere, in effetti tutti cambiano contemporaneamente.
Le elezioni possono essere momenti in cui ciò accade. Ma spesso, quei momenti sono meno per noi da prevedere e più per noi per essere preparati. Forant’anni di storia sembrano accadere ogni due settimane.
Tornando al tuo senso della nuova fase di Signal: cosa sarà diverso a questo punto della sua vita? Sei concentrato sul portarlo davvero a un miliardo di persone, come la maggior parte delle aziende della Silicon Valley?
Voglio dire, io… Sì. Ma non per le stesse ragioni. Per ragioni quasi opposte.
Sì. Non credo che nessun altro in Signal abbia mai provato, almeno così vocalmente, a sottolineare questa definizione di Signal come l’opposto di tutto il resto nel settore tecnologico, l’unica grande piattaforma di comunicazione che non è un’attività a scopo di lucro.
Sì, voglio dire, non abbiamo una linea per feste a Signal. Ma penso che dovremmo essere orgogliosi di chi siamo e far sapere alle persone che ci sono chiare differenze che contano per loro. Non è per niente che WhatsApp sta spendendo milioni di dollari in pubblicità dove si definiscono tutori della privacy, con l’infrastruttura di privacy portante che è stata creata dal protocollo Signal che WhatsApp utilizza.
Ora, siamo felici che WhatsApp l’abbia integrato, ma siamo reali. Non è un caso che WhatsApp e Apple stiano spendendo miliardi di dollari definendosi difensori della privacy. Perché la privacy è incredibilmente preziosa. E chi è il gold standard per la privacy? È Signal.
Penso che le persone debbano riformulare la loro comprensione del settore tecnologico, comprendendo come la sorveglianza sia così critica per il suo modello di business. E poi capire come Signal si distingue e riconoscere che dobbiamo espandere lo spazio affinché quel modello cresca. Perché avere il 70 per cento del mercato globale per il cloud nelle mani di tre aziende a livello globale non è semplicemente sicuro. Sono Microsoft e CrowdStrike ad aver messo a KO metà delle infrastrutture critiche del mondo, perché CrowdStrike ha tagliato i costi sul controllo qualità per un fottuto aggiornamento del kernel. Mi stai prendendo in giro? È totalmente folle, se ci pensi, in termini di gestione effettiva di queste infrastrutture.
Quindi il tuo obiettivo è preservare questo ruolo per Signal.
Conservazione e crescita. Questo non è un tipo di pezzo da museo sclerotico. Questo è un animale adolescente che sta per raddoppiare, triplicare di dimensioni. La nostra base di utenti è cresciuta costantemente e penso che continuerà a crescere con la volatilità geopolitica del mondo e una nuova generazione che è molto più alla moda con i pericoli della Big Tech che controlla l’infrastruttura.
Il mio lavoro è assicurarmi che Signal abbia lo spazio per farlo e assicurarmi che le persone che devono prestare attenzione, che hanno bisogno di pagare, che hanno bisogno di mettere la spalla al volante di questa visione, siano in fila per farlo.
Mentre Signal diventa un’app mainstream, che dire di quella scena hacker che una volta era il pubblico principale? È diventato molto elegante, tra alcuni degli hacker con cui parlo, dire “Signal è saltato. C’è una porta sul retro in Signal. O le agenzie di intelligence hanno rotto Signal. Dobbiamo passare alla mia piattaforma di messaggistica preferita, oscura e ultrasicura.” Ma come rispondi a questo, e come vivi con questo problema di dimostrare un negativo tutto il tempo, che non c’è una vulnerabilità o una backdoor in Signal?
Lo respingerei per essere elegante tra gli hacker. Nel complesso, amiamo e lavoriamo molto bene con la comunità di ricerca sulla sicurezza. Stai parlando di alcuni ricercatori di sicurezza rumorosi e insensuiti, alcuni di loro “ricercatori di sicurezza” tra virgolette. Ma è molto deludente per me vedere quel tipo di discorso. Mostra, per me, una sorta di abdicazione di responsabilità.
Dove mi sento davvero frustrata è quando quel comportamento di rivendicazione eccessiva ed egoistico in cerca di fama si scontra con un ambiente informativo in cui ci sono attori statali che cercano di allontanare le persone dalla comunicazione privata su piattaforme di comunicazione meno private. Abbiamo gruppi disperati della società civile, gruppi disperati per i diritti umani, giornalisti, che ci chiamano immediatamente dopo che una di quelle cose diventa virale dicendo: “Oh mio Dio, c’è un problema con Signal? Stiamo spostando tutta la nostra gente in qualche alternativa”, che è meno sicura.
Ci sono reali puntate esistenziali qui per le persone di tutto il mondo, il 99 per cento delle quali non può effettivamente convalidare le affermazioni dei ricercatori di sicurezza casuali, ma comunque lo stanno prendendo sul serio, perché è un problema di vita o di morte.
Penso che stiamo parlando in qualche parte di Elon Musk qui. Ha contribuito a questo di recente quando ha vagamente alluso alle “denullebilità note” in Signal in un post su X.
Mi preoccupa vedere gli Elon del mondo saltare su quel carro. Elon è stato un sostenitore di lunga data di Signal. Ha twittato nel 2021 di aver usato Signal, giusto? È stato un fan. Quindi non so cosa sia cambiato. Quello che so è che, per quanto ne sappiamo, l’affermazione era completamente infondata. Non c’è nessun rapporto serio che lo sostena. Ma sono state due notti in cui non ho dormito, ho solo avuto a che fare con le cose di Twitter perché dovevamo prenderle sul serio, perché ha spaventato molte persone.
Man mano che Signal diventa più mainstream, scopro sempre più che sto usando Signal in comunicazioni completamente banali, normali e quotidiane con le persone e inviando loro video, inviando loro intere presentazioni di immagini dei miei figli o qualsiasi altra cosa. E continuo a pensare, sto costando così tanti soldi a Meredith in questo momento.
Andy, è un onore. [Ride.] È un onore inviare le tue presentazioni e i tuoi video.
Ma tutto questo è molto costoso per un’organizzazione no profit. WhatsApp, ovviamente, vorrebbe che tu pubblicassi quanti più dati puoi sulla loro piattaforma. Possono digerire il costo, perché stanno facendo soldi. Ma Signal, mi preoccupo, in termini di costo di tutti quei dati, sei tu il cane che ha preso l’auto ad un certo punto?
È un positivo netto. La crittografia richiede un effetto di rete. Il nostro obiettivo è che tutti, ovunque, possano facilmente prendere il proprio dispositivo e utilizzare Signal per parlare con chiunque altro.
Siamo ben supportati. Siamo un’organizzazione no-profit, non perché vogliamo esistere con le monete lanciateci in un cappello. Siamo senza scopo di lucro perché quel tipo di struttura organizzativa è, a questo punto della storia, fondamentale per concentrarsi sulla nostra missione. Nel nostro settore, il profitto viene realizzato monetizzando la sorveglianza o fornendo beni e servizi a coloro che lo fanno. Non esiste un modello di business per la privacy su Internet.
Signal è un’organizzazione senza scopo di lucro perché una struttura a scopo di lucro porta a uno scenario in cui uno dei miei membri del consiglio va a Davos, parla con qualche ragazzo, torna eccitato dicendomi che abbiamo bisogno di una strategia di intelligenza artificiale per il profitto. Oppure entra un altro dei membri del mio consiglio, diventa davvero nervoso che il nostro modello di entrate, qualunque esso sia, non stia portando qualcosa che soddisfi i nostri obiettivi e dice: “Beh, forse possiamo iniziare a raccogliere metadati. Forse possiamo ridurre l’attenzione sulla privacy, perché ovviamente la nostra funzione obiettiva primaria, come tradizionale a scopo di lucro, è il reddito e la crescita”. E la privacy in un’economia alimentata dalla sorveglianza li ostacolerà necessariamente.
Quindi ora stiamo guardando come facciamo crescere il modello che Signal sta costruendo in qualcosa di sostenibile. E il tipo di denaro di cui stiamo parlando non è enorme per la tecnologia, è enorme per altri settori, ma siamo piuttosto sceni per la tecnologia. E come estendiamo quel modello come modello che altri possono adottare al servizio della costruzione di infrastrutture, applicazioni e alternative al modello di business di sorveglianza concentrata al centro dell’industria tecnologica?
Questa è una domanda molto scortese, ma su questo argomento di essere magri, ho cercato il tuo 990 e ti paghi meno di alcuni dei tuoi ingegneri.
Sì, e il nostro obiettivo è pagare le persone il più vicino possibile agli stipendi della Silicon Valley, in modo da poter reclutare persone molto esperte, sapendo che non abbiamo equità da offrire loro. Paghiamo molto bene gli ingegneri. [Si appoggia in modo performativo verso il telefono che registra l’intervista.] Se qualcuno sta cercando un lavoro, paghiamo molto, molto bene.
Sembra tabù anche solo parlarne. Ma cattura davvero la stranezza di Signal.
Beh, guarda, cattura che stiamo facendo quello che possiamo per costruire un modello che funziona in opposizione a un modello quasi egemonico che stiamo affrontando. Giusto? Sembrerà strano perché la norma non è ciò di cui si tratta.
Non immaginerei che la maggior parte delle organizzazioni non profit paghi gli ingegneri quanto te.
Sì, ma la maggior parte della tecnologia non è un’organizzazione senza scopo di lucro. Nomina un’altra organizzazione tecnologica senza scopo di lucro che spedisce infrastrutture critiche che fornisce comunicazioni in tempo reale in tutto il mondo in modo affidabile. Non ce n’è uno.
Questo non è un progetto di ipotesi. Non siamo in una stanza a sognare un futuro perfetto. Dobbiamo farlo adesso. Deve funzionare. Se i server si bloccano, ho bisogno di un ragazzo con un cercapersone che si alzi nel mezzo della fottuta notte e stia su quello schermo, diagnosticando qualunque sia il problema, finché non viene risolto.
Quindi dobbiamo sembrare un’azienda tecnologica in qualche modo per essere in grado di fare quello che facciamo.
Se potessi entrare nella storia reale della tua carriera, hai detto nel tuo post iniziale sul blog quando hai assunto il ruolo di presidente che sei sempre stato un campione di Signal. Penso che tu abbia detto di aver usato RedPhone e TextSecure?
L’ho fatto.
Li ho provati all’epoca, abbastanza per scriverne. Ma erano piuttosto sballati! Sono impressionato o forse un po’ strano che tu li usassi allora.
Ma ero in tecnologia. Giusto? Tutte le persone fantastiche della tecnologia li stavano già usando.
E tu eri su Google in quel momento?
Sì. Allora ero con Google.
Cosa stava facendo qualcuno come te a Google, onestamente?
Hai mai sentito parlare di aver bisogno di soldi per vivere e pagare l’affitto, Andy? [Ride.] Hai sentito parlare di una società in cui l’accesso alle risorse è recintato dalla tua capacità di fare un lavoro produttivo per l’una o l’altra impresa che ti paga i soldi?
Ho inteso! Ma ora sei una persona così attiva anti-Silicon-Valley, anti-sorveglianza-capitalismo che è difficile da immaginare—
Non sono anti-tech.
Sì, non l’ho detto. Ma come sei finita su Google?
Beh, ho una laurea in retorica e letteratura inglese a Berkeley. Ho frequentato la scuola d’arte per tutta la vita. Non stavo cercando un lavoro nella tecnologia. All’epoca non mi interessava molto la tecnologia, ma stavo cercando un lavoro perché mi sono laureato a Berkeley e non avevo soldi. E ho messo il mio curriculum su Monster.com, che, per la Generazione Z, è come LinkedIn della vecchia scuola.
Avevo interviste con alcune case editrici, e poi Google mi ha contattato per un lavoro come qualcosa chiamato … che cos’era, associato alle operazioni dei consumatori?
Associato alle operazioni dei consumatori?
Sì. Che cos’è? Nessuna di quelle parole ha senso. Ero proprio tipo, sembra un lavoro aziendale.
Quindi ho creato un account Gmail per rispondere al reclutatore. E poi ho superato, credo, otto interviste e due strani test di QI e un test di scrittura. Era un guanto di sfida selvaggio.
Che anno era?
Ho iniziato nel luglio del 2006. In definitiva, ciò che un “associato alle operazioni dei consumatori” significava che ero un temporaneo nell’assistenza clienti. Ma nessuno me l’aveva detto. E io ero tipo, cos’è questo posto? Perché il succo è gratuito? Il succo costoso è gratuito. Non sono mai stato in un ambiente del genere. A quel punto, Google aveva raggiunto un punto di svolta. Avevano un paio di migliaia di dipendenti. E c’era una convinzione nella cultura che avevano finalmente trovato la ricetta per essere i capitalisti etici, la tecnologia etica. C’era una vera … auto-soddisfazione è forse un modo poco generoso di dirla, ma era una strana esuberanza. Ero solo molto interessata a questo.
E c’erano molti assegni in bianco in giro per Google in quel momento. Avevano questa politica del 20%: “Se hai un’idea creativa, portala a noi, la sosterremo” – tutta questa retorica che non sapevo non dovresti prendere sul serio. E così ho fatto un sacco di manovre. Ho capito come incontrare le persone che sembravano interessanti. Sono entrato nel gruppo di ingegneria. Ho iniziato a lavorare sugli standard, e stavo solo, in un certo senso, firmando il mio nome su questi assegni e cercando di incassarli. E il più delle volte, la gente era del tipo: “Beh, OK, è entrata nella stanza, quindi lasciamola cucinare”. E ho finito per imparare.
A cosa stavi lavorando? In realtà non conosco l’ultimo lavoro che hai avuto in Google, ma non era nell’assistenza clienti.
Mio Dio, no. No. Ho fondato un gruppo di ricerca.
Quindi non era una fantasia, la cosa del 20 per cento. Sembra che tu abbia davvero vissuto quel sogno di Google. Alla fine hai fatto di quei trambusti secondari ed esplorazioni il tuo lavoro. Tutto questo suona molto pro-Google, pro-Silicon-Valley. È, tipo, il sogno di ogni giovane che vuole un lavoro in Google.
Se solo scopassi con il mio stesso successo, sarei un vicepresidente senior di Google in questo momento con cinque case.
Stavo lavorando con alcune delle persone più intelligenti con cui abbia mai lavorato. Ho condiviso un ufficio con il coautore del linguaggio di programmazione C! E le persone sono state davvero generose con il loro tempo e la loro esperienza. Quindi tutto questo è stato fantastico.
E posso tenerlo in equilibrio con il fatto che alla fine il modello di business, intenzionalmente o meno, è profondamente tossico. E abbiamo visto i derivati di ciò negli ultimi 10 anni giocare più e più volte.
Sì. Non per farlo sembrare The Circle di Dave Eggers o qualcosa del genere, ma a che punto questa utopia ha iniziato ad inacidirsi per te? Come hai fatto questo cambiamento a chi sei ora e a cosa stai facendo ora?
Ho co-fondato uno sforzo chiamato Measurement Lab in quel periodo, la più grande fonte al mondo di dati aperti sulle prestazioni di Internet. All’epoca era un progetto di ipotesi: possiamo mettere i denti sul dibattito sulla neutralità della rete creando un punto di riferimento numerico per la “neutralità” e iniziare a mantenere i fornitori di servizi Internet a quello standard? È stato davvero dove mi sono tagliato molti dei denti tecnici, sono entrato in profondità nel networking. Siamo stati in grado di dimostrare attraverso questa raccolta di dati di massa, attraverso anni di lavoro, che c’erano problemi reali che si verificavano alle interconnessioni.
Quindi tutto ciò era proprio nel periodo in cui l’apprendimento automatico stava diventando una nuova cosa calda.
C’è un punto di svolta nel 2012 che sono sicuro che conosci: c’è questo documento che è stato pubblicato, chiamato AlexNet Algorithm, che fondamentalmente ha riunito un sacco di ingredienti e ha acceso l’attuale momento dell’IA dopo un lungo inverno. Quello che ha dimostrato è che con enormi quantità di dati e potenti chip computazionali, potresti fare in modo che le vecchie tecniche algoritmiche, tecniche risalenti agli anni ’80, facciano cose nuove e impressionanti.
OK … Immagino che forse vedrò dove sta andando.
Sono ipersensibile ai dati. Sono stata nelle guerre di misurazione. Quindi sono tipo: “Aspetta, cos’è l’apprendimento automatico? Oh, quindi stai prendendo dati trash che si affermi rappresentano sentimenti umani – o cose che sono molto più difficili da misurare con precisione rispetto ai dati sulle prestazioni di rete di basso livello con cui avevo molta familiarità – e li stai mettendo in qualche modello statistico, e poi stai chiamando quell’intelligenza? “
Ero tipo: “Aspetta, no, non puoi farlo”. Quindi questo ha animato molte delle mie preoccupazioni sull’IA.
E, naturalmente, durante questo periodo sto imparando sempre di più su cosa sia effettivamente il modello di business. Sono situata nel gruppo delle infrastrutture tecniche, e quello che ho iniziato a capire è: è lì che sono i soldi. Sto guardando il bilancio, l’infrastruttura del server Measurement Lab, più di 10 anni fa, costava 40 milioni di dollari all’anno solo in connettività uplink.
Mi ha dato molta sensibilità solo al capitale coinvolto. Sono tipo, “Oh, questa non è innovazione. Questo è capitale.”
40 milioni di dollari sono fondamentalmente l’intero budget annuale di Signal in questo momento.
È un po’ sotto. Ma sì, penso che l’intensità di capitale della tecnologia e il consolidamento dell’infrastruttura tecnologica sia stato qualcosa a cui sono stata sensibilizzata abbastanza presto.
Cosa c’era di nuovo per accendere questo boom dell’IA proprio allora? Era la presenza di enormi quantità di dati – dati di addestramento e dati di input – e potenti chip computazionali, più di loro erano insidiati insieme, meglio è. Ora, cosa sono quelli? Queste sono esattamente le possibilità che sono maturate alle prime società di piattaforme che hanno costruito i loro social network, costruito i loro data center. Con l’intelligenza artificiale, stiamo fondamentalmente rilanciando un sacco di questa merda attraverso modelli rotti che stanno dando a Google sempre più autorità per rivendicare l’intelligenza quando quello che stanno effettivamente facendo è emettere derivati dei dati di merda che hanno. E per cosa è stata usata l’IA? Perché erano dentro? Perché è davvero bravo a sintonizzare gli algoritmi degli annunci, a indirizzare gli annunci. Non è un caso che i tre autori di questo articolo di AlexNet siano stati immediatamente assunti da Google.
Attraverso una serie di tagli di carta, mi stavo sensibilizzando ai problemi con la sorveglianza, i problemi con questo approccio su scala di massa, l’approccio della piattaforma – dove il veleno sale la terra per qualsiasi altro concorrente – e il problema con quel potere concentrato.
C’era qualche punto di svolta per te?
No, non c’è stato un momento. Ci sono molti strati sedimentari mentre imparo queste cose: sembra strano. Sembra incerto. Non sembra un’assopra.
Nel 2017 avevo già co-fondato l’AI Now Institute. Ero abbastanza conosciuta nel campo e all’interno dell’azienda come critica rompiballe. Il mio lavoro era molto figo. Poter dire quello che volevo. Pensavo di aver trovato la formula magica.
Poi ho capito, sì, tutti lo adorano perché non sei effettivamente nella stanza a prendere le decisioni. Stai solo fornendo, beh, nel senso più cinico, un pretesto a cui Google può indicare e dire: “Ascoltiamo voci eterogenee in tutto lo spettro. Siamo un’azienda molto aperta.”
Ma nel 2017, ho scoperto il contratto del Dipartimento della DOS per costruire il targeting e la sorveglianza dei droni basati sull’intelligenza artificiale per l’esercito statunitense, nel contesto di una guerra che aveva aperto la strada allo sciopero della firma.
Cos’è uno sciopero caratteristico?
Un colpo di firma è effettivamente mirato all’annuncio ma per la morte. Quindi in realtà non so chi sei come essere umano. Tutto quello che so è che c’è un profilo di dati che è stato identificato dal mio sistema che corrisponde a qualsiasi profilo di dati di esempio che potremmo ordinare e compilare, che supponiamo sia correlato ai talebani o che sia correlato al terrorismo.
Giusto. Tipo, “uccidiamo le persone in base ai metadati”, come ha detto l’ex direttore della NSA e della CIA Michael Hayden.
Questo è tutto, esattamente.
Google aveva , molte volte in passato, sconfessato di fare lavoro militare. Perché portare gli interessi di una massiccia società di sorveglianza all’esercito più letale del mondo, che è come l’esercito statunitense si chiama, non il mio termine, è una cattiva idea. E il matrimonio tra sovraclassificazione da parte del governo e segretezza aziendale da parte dell’industria tecnologica sarebbe un disastro per qualsiasi responsabilità sui danni di questi sistemi.
Questo è stato il punto in cui ero tipo, guarda, non posso fare la mia reputazione e i miei soldi offrendo un’analisi del perché questo potrebbe essere negativo senza effettivamente respingere usando un po’ più di muscoli.
Stiamo parlando di Project Maven ora, il contratto DOD che ha portato alla tua organizzazione di scioperi su Google.
Voglio dire, non ero solo io. Ero qualcuno che ha messo in gioco la mia reputazione e ha fatto molto lavoro per questo, ma c’erano migliaia e migliaia di persone all’interno di Google. È stato uno sforzo sostenuto. Erano molti dei più anziani ricercatori di intelligenza artificiale che uscivano e dicevano “fanculo”. Uno, non funziona. Due, non voglio contribuire a questo. E tre, questa è una brutta strada da persegere.
Perché siamo chiari: non funziona. I rapporti di Bloomberg in Ucraina di recente sono stati piuttosto categorici su questo. Le persone che hanno raccolto quel contratto, i contratti Maven, hanno costruito i sistemi, e sono buggati, sono fallibili, sono eccessivamente complessi.
Come ci si sente ad averlo guardato nel 2017, e ora non solo l’IA è la parola d’ordine del momento, ma abbiamo anche visto prove che l’IDF sta bombardando Gaza in base alla produzione di strumenti di intelligenza artificiale?
Beh, non mi sembra di aver sbagliato! Voglio dire, se avere ragione fosse una strategia, avremmo vinto un milione di volte.
Penso che una delle cose che vediamo a Gaza sia l’intreccio della sorveglianza di massa e di questi sistemi di targeting. Quest’ultimo dipende dal primo.
Per creare profili di dati delle persone, per avere anche il pretesto di indirizzarli algoritmicamente, hai prima bisogno di dati. E gli abitanti di Gaza sono alcune delle persone più sorvegliate al mondo. Questo poi diventa il foraggio per addestrare questi modelli, comunque ciò sia fatto, per determinare che se un determinato profilo di dati assomiglia abbastanza al profilo che è stato contrassegnato come profilo terroristico, dovresti bombardarli.
È un tragico esempio di almeno una parte di ciò su cui stavamo avvertendo allora.
Su questa domanda su come la sorveglianza e l’intelligenza artificiale si intrecciano: hai persone che ti dicono: “Meredith, per favore attieniti al tuo lavoro, il tuo obiettivo dovrebbe essere la privacy. Perché parli sempre di intelligenza artificiale? Non sei tu la persona della crittografia?”
Forse la gente dice questo di me. Direi che sono abbastanza ben consolidata nella mia posizione che poche persone me lo dicono. Se dovessi dirlo, dovresti sostenerlo, perché pensi che quelli non siano correlati?
La risposta breve qui è che l’IA è un prodotto del modello di business della sorveglianza di massa nella sua forma attuale. Non è un fenomeno tecnologico separato.
Quando torno indietro e ascolto la tua testimonianza del Congresso sull’IA, stavi parlando di più della capacità dell’IA di fare cose spaventose per la sorveglianza. Ma quello di cui stai parlando ora sono i modi in cui la sorveglianza fornisce i dati e l’infrastruttura per l’IA. Sembra una cosa da pollo e uova.
Beh, l’IA è la narrazione. Non è la tecnologia. Sorveglianza e infrastrutture sono le condizioni materiali.
Quindi stai dicendo che l’IA e la sorveglianza si autoperpetuano: ottieni i materiali per creare quella che chiamiamo intelligenza artificiale dalla sorveglianza e la usi per una maggiore sorveglianza. Ma ci sono forme di intelligenza artificiale che dovrebbero essere più benevole di così, giusto? Come trovare tumori nelle scansioni mediche.
Immagino, sì, anche se molte delle affermazioni finiscono per essere esagerate quando vengono confrontate con la loro utilità all’interno delle impostazioni cliniche.
Quello che non sto dicendo è che la corrispondenza dei modelli su grandi insiemi di dati solidi non è utile. Questo è assolutamente utile. Quello di cui sto parlando è il modello di business in cui è contenuto.
OK, diciamo che abbiamo un rilevamento radiologico che in realtà è robusto. Ma poi viene rilasciato in un sistema sanitario in cui non viene utilizzato per curare le persone, dove viene utilizzato dalle compagnie assicurative per escludere le persone dalla copertura, perché questo è un modello di business. Oppure è usato dalle catene ospedaliere per allontanare i pazienti. Come sarà effettivamente utilizzato questo, dato il costo della formazione, dato il costo dell’infrastruttura, dati gli attori che controllano quelle cose?
L’IA è costituita da questo modello di business di sorveglianza di massa Big Tech. E lo sta anche radicando. Più ci fidiamo che queste aziende diventino i sistemi nervosi dei nostri governi e istituzioni, più potere accumulano, più è difficile creare alternative che onorino effettivamente determinate missioni.
Solo vedendo il tuo commento su Twitter, sembra che tu stia chiamando l’IA una bolla. Si autocorreggerà implodendo ad un certo punto?
Voglio dire, la bolla delle dotcom è implosa e abbiamo ancora il modello di business di sorveglianza Big Tech. Penso che questo momento di intelligenza artificiale generativo sia sicuramente una bolla. Non puoi spendere un miliardo di dollari per corsa di allenamento quando devi fare più corse di allenamento e poi lanciare un fottuto motore di scrittura di e-mail. C’è qualcosa che non va.
Ma stai guardando un settore che non andrà via. Quindi non ho una previsione chiara su questo. Penso che vedrai un drawdown del mercato. La capitalizzazione di mercato di Nvidia morirà in un secondo.
Quindi non è una cosa autocorrettive. Stai sostenendo che la regolamentazione è la soluzione?
La regolamentazione potrebbe farne parte. Cose come la separazione strutturale, in cui iniziamo a separare la proprietà dell’infrastruttura dal livello applicativo, turberebbero queste attività. Penso che normative sulla privacy significative potrebbero fare molta strada.
Fermare la raccolta di enormi quantità di dati, riducendo l’autorità che queste aziende hanno rivendicato per se stesse per definire il nostro mondo in base ai dati che raccolgono: tutto ciò diventa un territorio davvero interessante, perché è frenando gli affluenti del potere infrastrutturale che sta animando questo boom.
Puoi vedere che Signal lo sta facendo in un certo senso. Non raccogliamo alcun dato. Stiamo effettivamente creando un sistema in cui, invece di tutti i tuoi metadati che vanno a Meta, i tuoi metadati non vanno a nessuno.
Sì, ma è difficile indicare Signal come soluzione. Sei un sostenitore del cambiamento strutturale, ma in realtà stai guidando un’organizzazione che è così sui generis nel mondo. Come funzionano queste cose insieme? Penso che tu stia dicendo che stai fornendo un modello che si spera che altre persone adotteranno? Perché non è che Signal da solo risolverà il capitalismo di sorveglianza.
No, no, no. Signal non è una soluzione al problema. È la prova che possiamo fare le cose in modo diverso, che non c’è nulla di naturale nel paradigma che esiste.
Il modello Signal continuerà a crescere, a prosperare e fornire, se avremo successo. Stiamo già vedendo Proton [una startup che offre e-mail crittografate end-to-end, calendari, app per prendere appunti e simili] diventare un’organizzazione no-profit. (Non per niente io uso Proton) È il cambio di paradigma che coinvolgerà molte forze diverse che puntano in una direzione simile.
Dobbiamo costruire alternative, e questo è qualcosa su cui sto lavorando con una coalizione in Europa e persone negli Stati Uniti e altrove. Ma che aspetto ha il capitale significativo versato nella costruzione di tecnologie indipendenti? Come si disarmano le enormi piattaforme, abbattere le loro infrastrutture cloud, il fatto che controllano il nostro ecosistema mediatico, l’intera bambola nidificante di tecnologie tossiche che stiamo vedendo da questo, mentre costruiscono alternative che effettivamente interconnettono il mondo?
Che aspetto hanno le reti di comunicazione che supportano questa visione? Che aspetto ha un’infrastruttura cloud indipendente? Come possiamo governare apertamente le tecnologie che sono state chiuse e catturate da queste grandi aziende? E come lo facciamo a livello di costruire effettivamente le cose? Sono davvero investita in questo, perché penso che ne avremo bisogno per il mondo.
Questo significa che, tra altri 10 anni, ci sarà Signal Search, Signal Drive, Signal qualsiasi cosa?
Non esiste una tabella di marcia per questo. Non dobbiamo fare tutto. Signal ha una corsia, e lo facciamo davvero, davvero bene. E potrebbe essere che ci sia un altro attore indipendente che è meglio posizionato per fornire alcuni di questi servizi. Come organizzazione no profit, non stiamo cercando di avvelenare il terreno per gli altri e di fare tutto da soli. Stiamo cercando un ecosistema brulicantete di persone che stanno effettivamente innovando, non solo fornendo un’infrastruttura di startup finanziarizzabile da acquisire da Big Tech a un certo punto.
È quasi una cattiva abitudine pensare a una singola azienda che deve dominare tutto.
Sì.
Ma comunque, Signal funge da modello per tutte queste cose che vuoi vedere nel mondo. Quindi come sarà Signal stesso tra 10 anni?
Vedo che Signal in 10 anni sarà quasi onnipresente. Vedo che sarà supportato da una nuova infrastruttura di sostenibilità, e sono vaga al riguardo solo perché penso che in realtà abbiamo bisogno di creare i tipi di dotazioni e meccanismi di supporto che possono sostenere la tecnologia ad alta intensità di capitale senza il modello di business della sorveglianza. Ed è quello che sto effettivamente pensando.
Penso che la maggior parte delle persone userà Signal. Penso che Signal sarà conosciuto quasi come la compagnia elettrica. E penso che vedremo quel modello decollare abbastanza che è buon senso non parlare di tecnologia come Big Tech, ma parlare di un panorama molto più eterogeneo con molte, molte più opzioni che preservano la privacy.
È una bella visione. Immagino che fondamentalmente nessuno tranne Signal abbia effettivamente fatto funzionare questo, però. Finora il modello a scopo di lucro continua a vincere con questa eccezione.
Continua a vincere cosa?
Mantiene gli utenti vincenti.
Quindi un’egemonia monopolistica è davvero un buon modo per farlo. Ma non vince cuori e menti. E ora ci siamo completamente rivolti in termini di sentimento pubblico verso Big Tech. Le persone devono usarlo perché non puoi partecipare alla società senza di esso, ma questo non è conquistare utenti. Questa è coercizione. Stiamo parlando di lock-in, dove altre opzioni sono state precluse dal disinteresse statale o dal monopolio. La richiesta di un’alternativa non è mai stata più forte.
Signal è un esempio eroico che si è evoluto in un momento di contingenza storica e ha coinvolto alcuni individui genuinamente geniali che erano impegnati e avevano un’etica del lavoro che lo ha portato in quel periodo di tempo. Quindi so che la tecnologia fatta in modo diverso è possibile. Non credo sia giusto dire che altri modelli alternativi non hanno funzionato perché le persone preferiscono Big Tech. No, questi modelli alternativi non hanno ricevuto il capitale di cui hanno bisogno, il supporto di cui hanno bisogno. E hanno nuotato controcorrente contro un modello di business che si oppone al loro successo.
11/11/23 ormai la valanga che travolgerà la nostra libertà è in moto
Pessime notizie. Il Parlamento Europeo e gli Stati Membri hanno appena raggiunto un accordo sull’introduzione dell’Identità Digitale, #eID .
Subito dopo, il commissario EU Breton ha affermato: “Ora che abbiamo un portafoglio di identità digitale, dobbiamo inserirci qualcosa…”, alludendo una connessione tra Moneta Digitale di Banche Centrali (CBDC) [abolizione de3l contante] eID.
Hanno ignorato tutti gli esperti di privacy e gli specialisti di sicurezza. Stanno portando avanti tutto.
Non sono ottimista. Ma non è ancora troppo tardi. Il Parlamento deve ancora votare su questo. Fai sapere al tuo eurodeputato che sei contrario all’identità digitale e che vuoi che il tuo eurodeputato voti contro!
Ecco come si esercita la dittatura totale e le decisioni per il nostro asservimento tramite controllo sociale e moneta digitale vengono prese: al disopra dei governi, senza alcuna votazione dei parlamenti nazionali, in base ad ordini ricevuti dalle centrali globali non identificate, e ovviamente tenendone all’oscuro l’opinione pubblica, a cui alla fine verrà detto “Ce lo chiede l’Europa”
Cosa sia e cosa serva (a “Loro”) l’identità digitale è ben spiegato qui
IDENTITÀ DIGITALE: EUROPEAN E-WALLET
L’identità digitale è un mezzo (https://t.me/dereinzigeitalia/858) per arrivare al portafoglio elettronico e tracciare ogni utilizzo del denaro.
1) VERSO LO SVILUPPO DEL SOFTWARE
Il 3 giugno 2021 è stata presentata una modifica del Regolamento (UE) n. 910/2014 che definisce le regole che uniformerebbero la prestazione di servizi fiduciari su territorio UE, stabilendo i meccanismi di implementazione dei sistemi di identità elettronica
(https://digital-strategy.ec.europa.eu/en/policies/eudi-wallet-toolbox)
da parte dei singoli stati membri. A seguito di questa l’UE starebbe puntando sulla realizzazione di un wallet europeo
il quale andrebbe ad uniformare l’accesso ai servizi e l’identità digitale di ciascuno stato membro dell’UE.
All’ordine degli sviluppi odierni il progetto finge di essere solamente una documentazione che servirà per gli sviluppi veri e propri dei software che permetteranno a ciascun cittadino di disporre di un’identità digitale europea, la quale servirà ad uniformare sia per i servizi pubblici che privati. Tali software dovrebbero essere open source a detta della Commissione Europea , ma risvolti futuri potrebbero benissimo rendere open source soltanto i client, lasciando proprietari
i software lato server, ossia quelli che permetteranno di fatto la reale gestione dei nostri dati. Open source, infatti, di per sé non vuol dire software libero . Anche Android è open source, ma rimane di proprietà di Google che può usarlo per accedere ai nostri dati: il rendere open source software che verranno poi gestiti da proprietari serve solo per avere sviluppatori che lavorano gratis al progetto, e non è alcuna garanzia di privacy per l’utente finale.
2) COSA ANDRÀ AD UNIFICARE
Verranno sostituite ed integrate la carta d’identità, la patente, la firma elettronica con valore legale , il passaporto, la tessera sanitaria i titoli professionali e i diplomi e lauree.
In altre parole verrà potenziata l’identità digitale, così da implementare le funzionalità dell’attuale SPID a livello europeo, estendendone le funzionalità . Per creare il wallet infatti sia SPID che la CIE saranno fusi insieme e avranno come infrastruttura di base un’estensione dell’app IO.
Attualmente la sperimentazione è partita da Trento ma piano piano sarà estesa a tutta l’Italia.
3) COME SARÀ COLLEGATO ALL’EURO DIGITALE
Questi portafogli virtuali non conterranno solamente i documenti ma fungerànno da vero e proprio portafoglio digitale che permetterà di implementare l’euro digitale
Tali portafogli saranno forniti da banche o da intermediari autorizzati e gestiti dalla BCE (https://www.ecb.europa.eu/paym/digital_euro/html/index.en.html#pubs), o dalla BCE stessa, in quanto ne saranno collegati. Ciò significa che ogni transazione si può ricondurre potenzialmente all’individuo, ciò farà sparire totalmente l’anonimato garantito dal contante.
L’integrazione dell’euro digitale negli E-wallet è prevista per il 2026 e si presenterà come una risposta alla sfida offerta dalle criptovalute perché considerate come una minaccia alla stabilità finanziaria, ciò, vuol dire, che impediscono di avere un totale controllo sulla moneta in circolazione.
4) POSSIBILI SVILUPPI FUTURI
L’identità digitale unificata è uno dei punti principali inerenti al digitale proposti dall’Agenda 2030
Una moneta digitale è totalmente programmabile, ciò significa che la valuta potrebbe sparire da un wallet per un qualsiasi motivo, si può partire dalla scusa del terrorismo e del riciclaggio di denaro per controllare i flussi di denaro, cosa che già è implementata nell’UE , per poi passare alla lotta all’evasione fiscale e ad altro ancora. Si tratta senza alcun dubbio di uno strumento tecnologico molto forte i cui utilizzi totalitari sono molteplici e di varia natura.
CONCLUSIONI
L’UE wallet sarà difeso con la retorica dell’ottimizzazione della burocrazia e dell’accesso facilitato ai servizi.
Gli oppositori saranno demonizzati come retrogradi che non stanno al passo coi tempi, così come è stato fatto dai media mainstrem nei confronti di coloro che si sono opposti all’obbligo del pagamento elettronico tramite POS
22/10/23 Corriere Economia: Euro Digitale…
correte a fare scorta di BANCONOTE in Franchi Svizzeri e Dollari nonché di STERLINE ORO che fra qualche anno potrebbe essere troppo tardi….
06/08/23 La Verità: 1.000 conti chiusi al giorno …
28/07/23 Giulio Meotti: “Se non posso toglierti la parola, ti prendo il portafogli”. La nuova guerra economica al dissenso
Il mega scandalo Nigel Farage non è isolato. Da PayPal alle banche, decine di conti chiusi a profili che esprimono idee contrarie al melmoso blob progressista. Il credito sociale cinese è già qui
Milton Friedman aveva visto arrivare lo “scandalo NatWest”. Disse che la “responsabilità sociale” è una “dottrina sovversiva” in una società libera. Perseguire obiettivi come l’ambientalismo, l’antirazzismo o l’egualitarismo significa che le aziende impongono una “tassa” agli azionisti (riducendo i profitti), ai lavoratori (salari più bassi) e ai clienti (aumentando i prezzi). Se le aziende agiranno come i governi, allora non c’è motivo per loro di essere di proprietà privata. Possono anche essere controllati politicamente, con obiettivi “sociali” determinati da un regime.
Nigel Farage, l’indipendentista più irriverente e outspoken del Regno Unito, ha appena visto avverarsi la profezia di Friedman quando gli hanno chiuso il conto in banca presso la Coutts, la “banca dell’élite” inglese. Ricapitoliamo. Farage fa sapere che la chiusura è stata dettata dal fatto che la Coutts e la NatWest, che è la banca-madre, non condividono le sue idee politiche anti-woke. La Bbc cita una “una fonte senior e affidabile” spiegando il contrario, che il conto è stato chiuso per motivi economici. La Bbc si scusa, era tutto falso e ritratta come nel suo stile. Farage ottiene un documento dalla Coutts in cui c’è scritto che la banca, preoccupata del fatto che questo suo cliente sia “xenofobo e razzista”, ha così stabilito che le sue “opinioni espresse pubblicamente” non sono “coerenti con la politica inclusiva dell’organizzazione”. Dame Alison Rose, chief executive della NatWest, deve dimettersi, assieme ad altri dirigenti bancari.
Ieri è anche emerso che NatWest sta consentendo al personale di andare a lavorare identificandosi come “uomini” e “donne” in giorni diversi come parte di misure a favore delle persone LGBT.
Le banche non dovrebbero pensare ai profitti? Non solo. Lo ha spiegato bene giorni fa “la persona più importante a Wall Street”, Larry Fink, il capo di BlackRock, il più grande gestore patrimoniale del mondo con 8,6 trilioni di dollari. Force change, dice Fink, su gender e razza. Pensate che i popoli abbiano diritto alla continuità storica e che i confini la difendano, che gli esseri umani non siano intercambiabili ma che abbiano una specifica identità, che l’uguaglianza non significa imporre ad altri idee assurde sul sesso e il genere e che la lotta al razzismo non contempli la discriminazione razziale dei bianchi? Vi imporremo il cambiamento, che vi piaccia o meno, ha detto Fink.
Una storia di cui sarebbe da scrivere per un mese. Ma andiamo dritto.
Farage è un caso isolato? Neanche per sogno. Si chiama “debanking”, evoluzione del “deplatforming”. Prima ti tolgo il diritto di parola e, se non ci riesco, ti faccio la guerra economica.
Metro Bank – lanciata dal miliardario americano Vernon Hill e prima nuova banca commerciale nel Regno Unito da più di un secolo – ha appena rifiutato di aprire un conto a “Our Duty”, una coalizione di 2.000 famiglie che ritengono che sia dannoso per i bambini sottoporli al cambio di sesso.
Racconta il Times che la Royal Bank of Scotland ha appena chiuso il conto della professoressa Lesley Sawers, commissario scozzese per le pari opportunità e i diritti umani, donna critica del transgender.
Il reverendo Richard Fothergill ha visto chiudere il suo conto con la Yorkshire Building Society dopo aver criticato le bandiere del Pride nella sua filiale. E la scorsa settimana Stuart Campbell, il blogger scozzese critico del gender, è stato scaricato senza spiegazioni da First Direct di proprietà della HSBC.
Spostiamoci nel paese del premier Trudeau. “Un anno fa, il Freedom Convoy del Canada ha trasformato la capitale Ottawa in una vasta e chiassosa area di sosta per camion per tre settimane” scrive l’americano Compactmag. Protestavano contro gli eccessi dei blocchi contro il Covid. “Tutto questo finì quando il primo ministro Justin Trudeau iniziò a prendere di mira i manifestanti negando loro l’accesso alle banche, una misura che sarebbe stata presto adottata in altri paesi come parte di una nuova e invasiva forma di controllo sociale. Non solo i conti bancari personali, ma anche le polizze assicurative, gli investimenti e le attività commerciali di chiunque fosse preso di mira dal governo sono stati sospesi. Gli effetti si sono estesi anche ben oltre le persone direttamente coinvolte nelle proteste. Quando bandire i lebbrosi politici dai social media non è sufficiente, i processori di pagamento, come PayPal e GoFundMe, hanno tagliato fuori dissidenti e attivisti. In Iran, ad esempio, il regime ha seguito il copione di Trudeau, congelando i conti bancari delle donne che protestavano contro le leggi che regolano l’abbigliamento femminile”.
PayPal ha chiuso il conto della “Free Speech Union”, un’organizzazione di Londra fondata da Toby Young per difendere la libertà di espressione. PayPal ha anche chiuso l’account personale di Young e quello del suo sito web di notizie e opinioni, The Daily Skeptic.
Il biologo Colin Wright su Quillette racconta di aver visto il suo PayPal chiuso per aver espresso idee contrarie al gender.
Altri account PayPal sospesi includono “Gays Against Groomers”, organizzazione omosessuale che si oppone alla “sessualizzazione, indottrinamento e medicalizzazione” dei bambini; e “UsForThem” e “Law or Fiction”, gruppi con sede nel Regno Unito che si sono opposti alla risposta del governo britannico al Covid, inclusa la chiusura delle scuole.
“PayPal sta diventando un agente di polizia”, ha scritto Rupa Subramanya su The Free Press, sito di informazione libera diretto da Bari Weiss. “Sta decidendo cosa è giusto e sbagliato, chi può essere ascoltato, chi deve essere messo a tacere. Sta chiudendo fuori dal sistema finanziario persone o brand che sono scivolati fuori dai parametri del discorso accettabile, quelli che minacciano il consenso dei guardiani. Il consenso è difficile da articolare; è un’ideologia priva di contorni ideologici chiaramente definiti. Ma i principi di quel consenso sono inequivocabili: la nuova politica progressista su razza e genere è una forza positiva e uno scambio illimitato di idee e opinioni è una minaccia inaccettabile”.
E quando non posso chiuderti il conto? Ti tolgo la pubblicità. Il cordone sanitario contro Eric Zemmour è stato tale che molti sponsor avevano ritirato i propri spazi pubblicitari prima della sua trasmissione, su tutti Nutella. Grandi aziende come la Kellogg hanno ritirato la pubblicità da siti conservatori come Breitbart.
Oppure mi rifiuto di vendere i tuoi prodotti. Il bestseller di Ryan Anderson Quando Harry divenne Sally contro l’ideologia gender è stato eliminato da Amazon. Il libro critica le idee progressiste sul gender e in particolare sulle procedure di cambio di sesso nei bambini. Presidente dell’Ethics and Public Policy Center, Anderson ha visto il suo libro scomparso da Amazon e dal Kindle. Basta il caso Jenny Lindsay, poetessa scozzese accusata di “transfobia”. In un saggio intitolato Anatomy of a Hounding, Lindsay racconta che “hanno attaccato il mio editore, le persone che lavoravano con me hanno interrotto i contatti, gli amici hanno detto di non voler lavorare con me e ho perso un lavoro retribuito”.
Dal 1945 a oggi, in Europa occidentale non abbiamo mai visto nulla del genere. In Cina invece c’è già e si chiama “credito sociale”. I “bravi cittadini” con un buon credito sociale possono ottenere sconti sulle bollette energetiche, affittare senza depositi e ottenere tassi di interesse migliori presso le banche.
Kai Strittmatter, un giornalista tedesco della Süddeutsche Zeitung, di cui è stato corrispondente a Pechino, in Stato di sorveglianza racconta questo modello. Nella città di Rongcheng, Strittmatter visita l’“Ufficio dell’Onestà”, che sta cercando di creare cittadini onesti. Ci presenta il capo, Huang Chunhui. “Prende un foglio di carta e disegna un uovo, tagliando via le sezioni superiore e inferiore con un tratto di penna. ‘Questa è la società’, dice. ‘In cima ci sono cittadini modello. E in fondo troverai le persone che dobbiamo istruire’. Una combinazione di educazione morale e sorveglianza. Le autorità usano l’aritmetica: ogni cittadino inizia con 1.000 punti e da lì può salire o scendere. Lasci che il cane faccia la cacca sul prato di qualcuno e trascuri di raccoglierla? Ti costerà cinque punti. Aiuti una coppia di anziani a trasferirsi in una nuova casa, ne guadagni cinque. ‘Stiamo assicurando che la società sia armoniosa’”.
Eccolo, il woke. Una grande società occidentale “armoniosa” e senza più dissenso. Consumate e sguardo a terra.
18/03/23 Sole 24 Ore: pignoramento dei conti bancari…
E sono ancora a livello semiartigianale… vedrete fra poco….
25/02/23 Zafferano: in fuga dagli spioni Piccolo corso di mimetizzazione
Molti lettori cercano di capire come nascondersi, come fuggire dagli spioni che ci guardano dal retro di smartphone, social media ed internet. In tutto il mondo sono pochissime le persone che per capacità tecniche ed economiche, oltre che dose di comportamento ossessivo compulsivo, riescono veramente a sfuggire.
Ho avuto il piacere di conoscere buonanima di John McAfee, che ogni settimana cambiava cellulare e ripartiva a dare il numero nuovo ad amici e parenti: tempo che finisse il giro ripartiva, e trovarlo al telefono era dura.
Il monitoraggio che incombe su di noi è totale: movimenti, spese con carte elettroniche o digitali, tutti i messaggi che scambiamo, i tag che ci associano a luoghi e persone, la potenza dell’intelligenza artificiale che riesce a scoprire le correlazioni tra le migliaia di variabili che ci riguardano. Scappare è durissima, ma possiamo rendergli questo stalking meno preciso: è quello che conta.
La prima cosa è presentarci in modi diversi sui vari social media, interpretando ruoli che non sono nostri. Mettere like e condividere immagini di prodotti di cui non vi interessa nulla, taggarvi in posti in cui non siete, o siete stati in passato, per confondere i vostri spostamenti, mentire bellamente a qualsiasi questionario sul cambiamento climatico, la foca monaca, tendenze politiche o i piani per le vacanze. Non mentite in modo casuale: cercate appunto di farlo indossando quattro o cinque ruoli diversi, dal ragazzino al vecchietto, dall’ateo al fondamentalista religioso, in un minestrone di idee indistinguibili. Magari su Facebook sarete devoti della Madonna interessati a foto di gattini e ricette culinarie, su TikTok dei brigatisti, e così via.
Fatto questo possiamo pensare ad usare strumenti ed applicazioni pensate per la privacy. Di recente il lancio del servizio cellulare Pretty Good Phone Privacy (PGPP), pensato per chi usa Android per lo smartphone ed abbia il fondato sospetto che Google usi e venda tutti i dati che riesce a carpire dal nostro cellulare. PGPP cripta l’identità della SIM ed anche i dati che scambiamo con le antenne vicine a noi; così facendo Google non riesce a vederci quando scambiamo dati. Se avete l’iPhone, e vi illudete che a Cupertino abbiano a cuore la vostra privacy, sappiate che le applicazioni che installate fanno il possibile per carpire tutto di voi, ed essendo loro che pagano Apple, fine delle pie speranze.
Altra tecnologia è quella dello zero-knowledge proof (ZKP), utilizzata per blockchain ma anche da alcune banche per i loro servizi on line, da applicazioni per la garanzia dell’autenticazione, ed addirittura per operazioni di voto o partecipazione ad aste. Le poche aziende che usano ZKP dimostrano maggiore serietà nel darvi protezione dagli spioni.
Infine, la Virtual Private Network (VPN), che consente di nascondere il nostro indirizzo IP, la nostra posizione geografica, limita l’accesso alla nostra cronistoria sul web e cosa abbiamo scaricato, ed in generale protegge le nostre informazioni personali. Utile per guardare trasmissioni gratuitamente o comprare biglietti aerei con forte sconto, perché potete fingere di comprarlo da Nairobi mentre siete a Milano, non vi protegge comunque dal monitoraggio fatto dalle applicazioni che usate, dall’essere vittime di malware, ransomware o phishing, ed alcuni dati che hacker o intelligenza artificiale possono usare come pezzettini del puzzle per cercarvi.
Ricapitolando: adottate diversi profili sui diversi siti e social media che usate, mentendo senza remore alle domande che vi fanno, sui posti che visitate, i vostri gusti ed inclinazioni. Se è difficile usare cellulari o computer diversi, cercate comunque di proteggerli con VPN, applicazioni protette da ZKP, e tecnologie come il PGPP per scomparire dai radar. Nel decidere quanta fatica fare in questo senso, tenete conto che se voi siete scrupolosi, ma la nonna vi tagga con una teglia di lasagne ad Ostia ed il vicino mentre guardate la partita o fate la spesa, gli sforzi diventano vani. Costruite delle nonne e dei vicini immaginari, darete fastidio agli spioni.
24/02/23 Sole 24 Ore intervista a Butti sottosegretario all’innovazione
Se non siete ingenui avete capito quale è il fine ultimo: mettervi alla totale mercé dello Stato che a quel punto deciderà come potrete spendere i vostri soldi… pronto a toglierveli se non fate i politically correct…
19/02/23 Il futuro che ci attende….
09/12/22 Da Barron’s: Se le persone sono scontente, sono scontente. Perché lo stato di sorveglianza cinese non ha fermato i manifestanti.
Di Stevie Rosignol-Cortez 9 dicembre 2022
Le recenti proteste di massa in Cina contro le politiche del Covid-19 e le interruzioni della vita quotidiana si sono svolte nonostante le ampie capacità di sorveglianza dello stato. Per capire perché i manifestanti sono disposti a correre dei rischi e esattamente quali sono questi rischi, Baron ha parlato con Liza Lin. È la co-autrice con Josh Chin del nuovo libro Surveillance State: Inside China’s Quest to Launch a New Era of Social Control. I due coprono la Cina per il Wall Street Journal.
Lin ha parlato della forza degli sforzi della Cina per sedare i conflitti e gestire i movimenti degli individui, dalle loro interazioni sociali alle finanze all’accesso alle informazioni, e dell’esplosione “Miracle-Gro” della sorveglianza digitale negli ultimi anni.
Barron’s: cosa rende unico l’uso della sorveglianza da parte della Cina?
Liza Lin: Lo stato di sorveglianza cinese si distingue per due motivi principali: la scala e l’ambizione. La Cina ha accesso a più di 400 milioni di telecamere di sorveglianza nelle strade in questo momento, la maggior parte delle quali di proprietà delle agenzie di sicurezza governative. In Cina, le app e le aziende tecnologiche raccolgono anche una sezione trasversale di dati più ampia rispetto alle app statunitensi o alle aziende tecnologiche. Ad esempio, se dovessi usare WeChat, può raccogliere informazioni sulla tua cerchia sociale, cosa stai facendo, cosa stai comprando e pagando giorno per giorno, quando viaggi perché puoi usare i biglietti del treno, puoi usare l’app per pagare le bollette. Ha una sezione trasversale di informazioni personali molto più ampia rispetto a qualsiasi azienda statunitense. Quindi la concentrazione rende più facile per il governo cinese ottenere quei dati.
Le immagini dei manifestanti sembrano essere ovunque ora. I manifestanti sono a rischio perché vengono scattate le loro foto?
Dopo che queste proteste sono avvenute qualche settimana fa, molte delle persone che hanno parlato con i miei colleghi [al Wall Street Journal] ci hanno detto che indossavano maschere o berretti per nascondere il viso, ma in realtà erano ancora identificate dalla polizia come sulla scena dai loro cellulari. La Cina ha una rete di censori che possono individuare quali segnali di cellulare sono nelle vicinanze.
Pensi che le recenti proteste saranno un catalizzatore per una sorveglianza più rigorosa?
Abbiamo già visto alcune repressioni. Reprimere l’uso delle VPN, per esempio. Ma la Cina ha già tre gambe dello sgabello [sorveglianza, legislazione, controllo delle informazioni], quello che vedremo ora è solo un uso più forte di loro.
La pandemia ha avuto un effetto sugli sforzi della Cina per monitorare le persone?
L’avvento della pandemia ha davvero inaugurato una nuova ondata di sorveglianza con il monitoraggio del cellulare. È iniziato perché la Cina voleva tenere sotto controllo il virus e tenere traccia di chi era in stretto contatto con il virus. Prima della pandemia non tutti erano monitorati in tempo reale. Ma quando i codici sanitari sono stati implementati [in app che sono state utilizzate per limitare il movimento], essenzialmente l’intera popolazione veniva monitorata in tempo reale.
Man mano che il monitoraggio diventa più sofisticato e aumenta, le persone avranno meno probabilità di uscire e protestare?
No. Se le persone sono infelici, sono infelici. Anche se la Cina ferma alcune delle sue restrizioni Covid ci saranno ancora alcuni problemi. Vedrai diverse città implementare regole a velocità diverse, ci saranno singhiozzi e le persone saranno infelici. La sorveglianza aiuta a ridurre la durata delle proteste. È facile per le autorità locali sapere chi c’era e intimidire loro a non uscire più. Ma come abbiamo visto con le proteste di massa del mese scorso, quando le persone arriveranno a un punto di rottura usciranno in strada.
Cosa significa per la sorveglianza la rielezione del presidente cinese Xi Jinping?
Xi Jinping è stato un grande sostenitore della costruzione e dell’espansione di questo stato di sorveglianza digitale. È stato sotto il suo controllo che abbiamo visto tutte queste telecamere spuntare come funghi nelle strade. Con lui al potere per un terzo mandato, lo vediamo molto disposto a usare la sorveglianza digitale in vari scenari. L’abbiamo visto usarlo nello Xinjiang, e poi l’abbiamo visto usarlo con la sorveglianza digitale pandemica, e poi di nuovo con proteste di massa. Andando avanti, vedremo solo un maggiore uso dello stato di sorveglianza digitale e in aree a cui potremmo anche non pensare. Non ci saremmo aspettati che fosse usato contro un virus, ma lo era.
Ci sono scappatoie nel sistema di sorveglianza cinese?
Molto spesso quando si verifica un crimine e coinvolge la polizia locale si scopre improvvisamente che le telecamere di sorveglianza su quella strada sono state rotte e non riparate per un po’. Nessuno aveva mantenuto queste telecamere; sono costose e difficili da mantenere. Lo stato di sorveglianza cinese è un po’ come un panopticon. Finché pensi che funzioni come dovrebbe funzionare, allora è tutto ciò che serve.
Grazie, Liza.
22/12/22 Il software-spia che cambia le immagini delle telecamere di sorveglianza. Usato anche in Italia?
(articolo uscito sul Corriere)
Il povero protagonista di 1984 passava il suo tempo in archivio a cancellare le tracce dei gerarchi caduti in disgrazia e riscrivere continuamente la storia per aggiornarla all’ultima “linea politica” del dittatore. Orwell non si inventava niente: guardava con occhio disincantato – era stato in Spagna volontario a combattere nella guerra civile contro Franco ma siccome militava fra gli anarchici si era salvato per um pelo dal loro massacro in Catalogna ordinato da Stalin e coordinato in loco da Togliatti quindi i comunisti li conosceva bene – a quello che succedeva in Russia dove ad ogni purga nelle foto ufficiali della rivoluzione d’ottobre veniva sbianchettati i fucilati. Ma neanche lui per quanto lungimirante avrebbe potuto immaginare un mondo nel quale le immagini sarebbero state modificate in tempo reale con le telecamere che vedevano una sequenza me ne registravano un’altra.
Certo lo fanno a fin di bene: per mantenere la segretezza sulle operazioni di intelligence contro il terrorismo e la criminalità organizzata… ma lo sappiamo tutti che la strada dell’Inferno è lastricata di buone intenzioni… Quanto ci metteranno ad estenderne le fuzionalita’ al controllo degli elementi antisociali… ad esempio quelli che nella prossima pandemia si permetteranno di criticare i giusti provvedimenti del governo. Un bel filmato di te in tempo reale che stai compiendo un reato e….
La start up israeliana «Toka» fornisce ai governi occidentali un software in grado di accedere a tutte le telecamere di sorveglianza, di alterarne la realtà ripresa in tempo reale e persino quella del «passato» pescando le immagini archiviate nella memoria digitale e modificandole come desiderato. Il tutto senza lasciare, potenzialmente, alcuna traccia digitale. È il quotidiano Haaretz a svelare in una lunga inchiesta come funziona questo software — che sarebbe il primo al mondo — creato dalla società fondata dall’ex premier israeliano Ehud Barak e l’ex capo della divisione cibernetica dell’esercito del Paese ebraico Yaron Rosen.
Le funzionalità
Secondo il giornale israeliano la tecnologia fornita da «Toka» consente ai clienti di penetrare il sistema di videosorveglianza — di un edificio governativo, di un hotel, di una casa — e anche le webcam semplicemente selezionando l’area geografica che interessa. Una volta dentro è possibile osservare in diretta cosa succede davanti a queste videocamere, ma anche intervenire per mostrare quello che si vuole a chi quegli obiettivi li usa ufficialmente. Non solo. Stando ai documenti consultati da Haaretz chi usa questo software può anche accedere all’archivio video, individuare alcuni specifici momenti e cambiarli — sia il video che l’audio — per «nascondere attività di intelligence» durante le «operazioni».
I clienti
Il programma della start up israeliana può anche tracciare in tempo reale gli spostamenti di una macchina senza che nessuno se ne accorga. Sul suo sito ufficiale «Toka» spiega che i servizi vengono offerti soltanto alle forze armate, alle organizzazioni per la sicurezza nazionale, all’intelligence e alle forze dell’ordine «degli Stati Uniti e dei suoi più stretti alleati». Per il giornale israeliano i clienti sono — o sono stati — Israele, Usa, Germania, Australia, Singapore. Ma sulla mappa fornita dal pagina web della start up compare anche l’Italia, senza però fornire dettagli ulteriori. Nell’elenco ci sono anche Spagna, Portogallo, Francia, Regno Unito, Grecia, Canada.
Le criticità
Qualche giurista interpellato da Haaretz lancia l’allarme sul rischio che un video venga manipolato per incriminare cittadini innocenti, per difendere qualcuno tra gli 007 dalle accuse o per motivi politici. Sempre sul suo sito «Toka» spiega che la start up «esamina regolarmente l’elenco selezionato di Paesi, utilizzando valutazioni esterne su una serie di questioni tra cui le libertà civili, lo stato di diritto e la corruzione». «Rispettiamo e siamo regolamentati dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti e dall’Agenzia israeliana per il controllo delle esportazioni della difesa», prosegue la società.
Il caso «Pegasus»
Israele — in particolare l’area a nord di Tel Aviv centro di una start up valley della sicurezza — si sta rivelando sempre più il Paese che realizza la tecnologia più avanzata per gli 007 di tutto il mondo. I servizi segreti di diversi Stati cercano ancora di fermare l’impatto di «Pegasus», lo spyware che aggira le difese degli smartphone rubando foto, video, spostamenti, telefonate, password, registri di chiamata, post pubblicati sui social. Il programma può anche attivare telecamera e microfono dello smartphone. Ma allo stesso tempo si tenta di capire l’impatto di un altro software-spia, sempre «made in Israel» e chiamato «Predator».
01/12/22 Come il Battista predicano nel deserto…
Si capisce bene anche senza traduzione…
16/11/22: Taci! Facebook ti ascolta….
Ok io sarò PARANOICO però resto sempre più scioccato nel vedere la leggerezza con cui la gente da via i suoi dati, nr cell, localizzazione, email per la smania di apparire sui social. Mi sembrano tutti dei novelli Esaù che per un piatto di minestra cedette la primogenitura a Giacobbe.
La sapete l’ultima? Quasi sicuramente Facebook ha nei suoi archivi il vs. numero di cellulare e la vostra Email anche se voi NON SIETE iscritti a FB. E questo perché qualche vostro amico ha – incautamente – condivido la sua rubrica telefonica con Zuckerberg…
Per fortuna la Comunità Europea ha obbligato la felpetta californiana a dare la possibilità a tutti di cancellare questi dati dai loro archivi. Se ne sono ben guardati da dare pubblicità alla cosa ed hanno seppellito il link in pagine e pagine di fuffa ma io che sono buono ve lo metto a disposizione…. Cancellatevi!
LINK ALLA PAGINA DI CANCELLAZIONE
08/11/22 Wired: il pericolo dello Yuan digitale
Articolo di Wired che tratta delle stato di avanzamento dello Yuan digitale cinese e delle monete elettroniche degli altri paesi. Mette bene in guardia dal pericolo di un controllo totale sulla vita dei cittadini che questa tecnologia mette nelle mani dei governanti
Lo Yuan digitale cinese funziona proprio come il contante, con una sorveglianza aggiuntiva
articolo dello 8/11/2022
I funzionari governativi stanno esortando i cittadini ad adottare la valuta digitale ufficiale nel tentativo di ottenere un maggiore controllo sull’economia.
VISA è stato a lungo lo sponsor ufficiale per i sistemi di pagamento ai Giochi Olimpici. Ma alle Olimpiadi invernali di Pechino all’inizio di quest’anno ha avuto un concorrente:il governo cinese. I visitatori potevano, dopo aver scansionato i loro passaporti, scambiare banconote estere per eCNY, una nuova valuta digitale lanciata dalla banca centrale del paese, la People’s Bank of China. I visitatori utilizzando una carta o un’app mobile potevano usarli per pagare le cose intorno al Villaggio Olimpico.
La Cina ha lanciato i suoi test di denaro digitale nel 2019, ma l’apparizione dell’eCNY alle Olimpiadi faceva parte di un progetto con ambizioni globali. Come primo grande paese a lanciare una valuta digitale ufficiale su larga scala, la Cina è molto più avanti degli Stati Uniti e di altri paesi, dove il concetto di una forma ufficiale di denaro digitale è solo nella fase di discussione.
La speranza per le valute digitali sanzionate dal governo è che miglioreranno l’efficienza e stimoleranno l’innovazione nei servizi finanziari. Ma gli esperti di tecnologia e cinesi che guardano il progetto del paese dicono che eCNY, noto anche come yuan elettronico cinese o yuan digitale, apre anche nuove forme di sorveglianza governativa e controllo sociale. Il capo dell’agenzia di intelligence britannica GCHQ, Jeremy Fleming, ha avvertito in un discorso il mese scorso che Pechino potrebbe utilizzare la sua valuta digitale per monitorare i suoi cittadini e alla fine eludere le sanzioni internazionali.
Allo stesso tempo, lo yuan digitale cinese sta avendo un inizio lento. La People’s Bank of China ha riferito che la sua app ufficiale eCNY aveva 261 milioni di utenti alla fine del 2021 e che al 31 agosto più di 100 miliardi di yuan (circa 14 miliardi di dollari) avevano cambiato mano in 360 milioni di transazioni. Questi numeri sono modesti rispetto alle dimensioni della popolazione e dell’economia cinese, ma si prevede che cresceranno dopo una recente espansione dei processi digitali sullo yuan in Cina da circa due dozzine di città a quattro intere province.
A differenza di una criptovaluta come Bitcoin, lo yuan digitale è emesso direttamente dalla banca centrale cinese e non dipende da una blockchain. La valuta ha lo stesso valore del suo equivalente analogico, lo yuan o il RMB, e per i consumatori l’esperienza di utilizzo dello yuan digitale non è così diversa da qualsiasi altro sistema di pagamento mobile o carta di credito. Ma sul back-end, i pagamenti non vengono instradati attraverso una banca e a volte possono muoversi senza commissioni di transazione, saltando da un e-wallet all’altro facilmente come il denaro cambia di mano.
I cittadini cinesi sono incoraggiati ad adottare lo yuan digitale sia dal governo centrale cinese che dalle autorità locali. Durante l’estate, sono iniziate le prove nelle città del Fujian, una provincia della costa meridionale che ospita un significativo commercio internazionale. Un residente straniero, che ha chiesto di rimanere senza nome per evitare di attirare l’attenzione delle autorità cinesi, ha detto a WIRED che i cartelli che dicevano che i pagamenti digitali dello yuan sono stati accettati sono apparsi nei supermercati e nei minimarket nella capitale provinciale di Fuzhou entro pochi giorni dall’annuncio e presto sono stati lanciati nelle aree rurali circostanti. Eppure molti locali non vedevano la necessità di una nuova forma di pagamento digitale, perché potevano già utilizzare i servizi di pagamento mobile offerti da Alipay, da un affiliato del rivenditore online Alibaba chiamato Ant Financial, e WeChat Pay, dal gigante dei giochi e dei social Tencent.
Altre strategie volte a promuovere l’adozione includono il rimborso delle spese dei dipendenti pubblici in yuan digitali o il deposito di piccole somme nei portafogli dei nuovi utenti per incoraggiarli a provare la valuta. Durante il Qixi Festival dell’anno scorso, a volte chiamato San Valentino cinese, la banca cinese ICBC ha offerto alle prime venti coppie di sposarsi in un ufficio di registro nella città di Chengdua carta precaricata con 199 yuan digitali, circa 30 dollari.
Mentre i risultati dei test di adozione sono stati finora modesti,Yaya J. Fanusie, un senior fellow del think tank di Washington, DC, il Center for a New American Security, afferma che l’adozione rapida non è ancora la priorità principale della Cina. La banca centrale sta costruendo le infrastrutture necessarie per consentire un’adozione radicale negli anni a venire, iscrivendo i commercianti, adattando il sistema bancario e sviluppando applicazioni come un modo per destinare denaro all’assistenza sanitaria o al transito, afferma. Ciò pone le basi per eCNY per essere il sistema di pagamento predefinito della Cina in 10-15 anni, e questo mette il progetto cinese molto più avanti di qualsiasi altra valuta digitale sostenuta dal governo.
“La Cina è chiaramente il leader a livello globale in termini di quanto avanzata è la loro infrastruttura, di quante persone lo stanno usando e, soprattutto, per dimensioni del paese”, afferma Jeremy Mark, un senior fellow presso l’Atlantic Council. Il Central Bank Digital Currency Tracker del think tank elenca 105 paesi che stanno pensando ad una valuta digitale della banca centrale, ma solo 26 di questi sono in programmi pilota o completamente lanciati.
All’inizio di questo mese la banca centrale indiana ha detto che avrebbe iniziato a lanciare una versione digitale della rupia. Il Brasile ha pianificato di lanciare un real digitale quest’anno, ma ha posticipato il suo lancio al 2024. La Banca centrale europea sta studiando se lanciare un euro digitale e il presidente degli Stati Uniti Biden e alcuni membri del Congresso hanno chiesto ricerche sullo sviluppo di una versione digitale del dollaro.
Il progetto della Cina è motivato in parte dalla consapevolezza della sua leadership di come il paese ha dovuto rincorrere gli altri nelle tecnologie precedenti, dall’esplorazione spaziale a Internet. Il presidente Xi Jinping chiede regolarmente alla Cina di assumere un ruolo guida nello sviluppo dell’economia digitale. Ma Emily Jin, che ricerca l’economia del paese al Center for a New American Security, dice che il progetto ha motivazioni politiche ed economiche. “I politici cinesi stanno cercando non solo di creare un’infrastruttura tecnica, ma un ambiente istituzionale che renda questo tipo di valuta che ha implicazioni di controllo sociale più accettabile a lungo termine”, afferma.
La Cina è ben posizionata per saltare davanti all’Occidente in valuta digitale in parte perché il suo sistema bancario era fino a poco tempo fa meno sviluppato di quello di paesi come gli Stati Uniti. Mentre gli smartphone decollavano, i sistemi di pagamento mobile attiravano rapidamente i consumatori che, a differenza di quelli delle nazioni più ricche, non possedevano carte di credito, afferma Martin Chorzempa, il cui libro The Cashless Revolution traccia l’aumento dei pagamenti digitali in Cina.
A metà degli anni 2010, i cinesi nelle grandi città erano generalmente passati dall’uso di contanti all’uso di Alipay e WeChat Pay. Alla fine del 2021, circa il 64% dei cinesi utilizzava sistemi di pagamento mobili, secondo un rapporto di Daxue Consulting, con Alipay e WeChat Pay che gestiscono la maggior parte dei pagamenti. Per gli abitanti delle città, la cifra era dell’80%.
Uno dei motivi per cui il governo cinese sta spingendo lo yuan digitale è cercare di ottenere un maggiore controllo su come i cittadini effettuano i pagamenti. Per anni, le grandi aziende tecnologiche sono state in grado di operare quasi come i servizi pubblici, creando e regolando efficacemente gran parte del settore finanziario. Le aziende hanno anche raccolto montagne di dati dei cittadini, che alla fine hanno portato a contraccolpi e controlli pubblici da parte delle autorità di regolamentazione. Per ora, gli utenti possono trasferire yuan digitali in un account WeChat Pay o Alipay, ma il governo potrebbe alla fine scegliere di scollegare quei sistemi. “Vanno le piattaforme di pagamento come questa parte enorme dell’economia che è strettamente al di fuori del loro controllo”, afferma Mark, del Consiglio Atlantico.
Lo yuan digitale potrebbe in qualche modo essere meno invasivo di una rete privata come quella di Tencent perché non combinerà le informazioni di pagamento con altre tracce digitali di una persona, come i dati dei social network. Ma dà anche al governo una nuova visibilità sulla vita delle persone. “Se qualcuno va trasversalmente con il governo, improvvisamente i loro portafogli elettronici potrebbero scomparire, o non possono nemmeno prendere un taxi o andare in un ristorante”, dice Mark. Le aziende straniere che si scontrano con il governo, diciamo sui commenti visti come contestazione della linea di governo su Taiwan o Xinjiang, potrebbero improvvisamente scoprire che non possono più ricevere pagamenti. La banca centrale cinese afferma che per i conti con saldi inferiori a una certa soglia, sarà necessario solo un numero di telefono per la verifica, ma le autorità cinesi hanno generalmente ampi poteri per ottenere l’accesso ai dati privati.
Il progetto cinese e l’ascesa di criptovalute come il bitcoin hanno suscitato discussioni negli Stati Uniti sulla creazione di una versione digitale del dollaro. In alcuni circoli di Washington, DC, si teme che gli Stati Uniti possano rimanere indietro nell’innovazione finanziaria o perdere parte della loro influenza sulla finanza globale.
In un’udienza del Congresso degli Stati Uniti a maggio, i legislatori hanno strigliato Lael Brainard, vicepresidente della Federal Reserve, sulle preoccupazioni sulla privacy e sul fatto che la Fed avesse l’autorità di emettere una valuta digitale. Molti hanno espresso preoccupazione per il fatto che il governo si sia riversato in aree che in precedenza erano state di dominio delle banche private, o hanno suggerito che le criptovalute al di fuori del controllo del governo potrebbero servire allo stesso scopo.
Brainard, nella sua testimonianza, ha detto che non è stata presa alcuna decisione sul fatto che gli Stati Uniti abbiano bisogno di una valuta digitale, ma che dovrebbero essere pronti a lanciarne una, un processo che stima possa richiedere cinque anni. “In un mondo in cui altre importanti giurisdizioni si spostano verso l’emissione delle proprie valute digitali, è importante pensare se gli Stati Uniti continuerebbero ad avere lo stesso tipo di dominio”, ha detto.
Jennifer Conrad è una giornalista a Brooklyn. Ha scritto per Vogue, SupChina e Newsweek.com. Recentemente ha conseguito una master presso la Johns Hopkins School of Advanced International Studies.