Se c’è sbilancio fra raccolta e impieghi…

l’aumento dei tassi sta rendendo drammatico il problema dello sbilancio fra raccolta e impieghi. E’ cominciata con i fondi immobiliari americani (vedi QUI), è proseguito con le gestioni separate delle assicurazioni ramo primo (vedi QUI) dove in Italia una media compagnia – Eurovita – è commissariata per finire con le banche ultima la Credit Suisse.

Ma cosa sta succedendo? Provo a spiegarlo in maniera semplice. Nel mondo si stima ci siano 120 triliardi di obbligazioni e titoli di stato (cioè 120 MILA MILIARDI) Con il rialzo dei tassi di interesse il prezzo dei titoli è sceso mediamente di un 11% (ma più lunga la scadenza più forte è stato il calo) Il meccanismo per chi avesse dei dubbi lo spiego QUI

Di fatto quindi il mercato si e’ fumato 13 triliardi (13 MILA MILIARDI)! Intendiamoci: alla scadenza – salvo per i fisiologici default – questa perdita viene riassorbita ma QUI e ORA questi soldi non ci sono più.

E chi ce li sta rimettendo? In parte queste obbligazioni sono o direttamente o tramite fondi/etf possedute dai singoli risparmiatori che si sono visti pesanti segni rossi nel loro portafoglio: emblematica la lettera al Sole 24 ore di un risparmiatore disperato che potete leggere QUI

Ma un’altra grossa parte è nei portafogli di banche ed assicurazioni e qui sorge il problema. Perché le banche e le assicurazioni hanno investito in obbligazioni i soldi dei loro clienti che sia per le polizze di assicurazione che per i depositi sono per la stragrande maggioranza a “vista” cioè possono essere prelevati e/o spostati immediatamente o con dei preavvisi molto brevi.

Fino ad ora il sistema si è retto su una “finzione”: le compagnie di assicurazione contabilizzano i titoli al prezzo di acquisto indipendentemente da quello di mercato mentre le banche dichiarano che le obbligazioni che hanno comperato sono “per investimento” quindi da tenere fino alla scadenza senza doverne contabilizzare le perdite a bilancio (mi spiego: ho un miliardo che adesso vale 800 milioni. Dovrei portare nel bilancio di quest’anno 200 milioni di perdite ma dichiaro che lo terrò fino alla scadenza e con questo escamotage per me continua a valere un miliardo)

Questo può andare avanti fino a che il sistema resta in un sostanziale equilibrio: per le assicurazioni se a fronte dei riscatti ci sono nuovi sottoscrittori di polizze, per le banche fino a che il totale dei deposti al di là dei singoli prelevamenti e versamenti resta stabile.

Ma come nella favola di Andersen basta che un bambino si alzi e dica che “il re è nudo” e vien giù tutto.

Per le assicurazioni almeno qui in Italia il rischio è relativo perché il cliente tipico delle ramo primo è mediamente meno finanziariamente informato ed è convinto di avere in mano un prodotto “sicuro”. Però la vicenda Eurovita dove ricordiamo i riscatti sono bloccati fino a fine giugno e dove i giorni passano senza che si riesca a trovare uno straccio di soluzione quando finirà in prima pagina potrebbe scatenare una corsa ai riscatti. A quel punto lo stato dovrà per forza intervenire con una moratoria: per esempio scaglionando i prelievi in più anni.

Per le banche il problema è più delicato perché l’aver spostato l’ operatività su internet si sta dimostrando un’arma a doppio taglio visto che permette di muovere con un click i soldi da una banca all’altra e le chat sui social fanno il resto. Lo si è visto nel caso della Silicon Valley Bank: alle prime voci di difficoltà è partito il tam tam su telegram e dopo cinque giorni di prelievi selvaggi la banca è saltata perché per far fronte alle uscite ha dovuto vendere le obbligazioni e a quel punto le perdite da teoriche sono diventate reali. Idem con il Credit Suisse che anche dopo essere stata salvata da UBS e con l’annuncio dellaBanca Nazionale Svizzera di essere pronta a sostenerla con 80 miliardi di liquidità ha perso 50 miliardi di raccolta.

Ieri la First Republic Bank una media banca americana entrata dell’occhio del ciclone dopo il fallimento della SV Bank ha annunciato che nel trimestre ha perso 100 miliardi di depositi nonostante le grandi banche avessero deciso di sostenerla.

comportamenti irrazionali dei risparmiatori? Forse si ma a nessuno piace essere l’ultimo soldato di una battaglia perduta e restare con il cerino in mano… ergo per non saper né leggere né scrivere intanto cambio banca e poi si vedrà….

E le banche italiane ed europee? DOVREBBERO essere più solide visto la cura da cavallo cui le ha sottoposte la BCE gli ultimi anni… per intanto la stessa BCE fa partire le richieste di dati….

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